di Sara Di Antonio
Come in ogni favola che si rispetti, dopo un più o meno lungo peregrinare del protagonista – e l’imbattersi in ostacoli fisici, mentali e temporali- l’amore, seguendo la saggezza latina, trionfa sempre. E lo fa non solo attraverso un’unione, un matrimonio: sposare, si sposano tutti.
L’amor latino riesce a unire, attraverso le armi a volte spuntate del bene, diverse cose, e lo fa in modo sorprendente e originale.
Un sacerdote romagnolo, che infonde calore e sicurezza in ogni momento della cerimonia, ricordando -pensate- che l’altro non è uno strumento per soddisfare i nostri bisogni, ma una casa sicura- in una Chiesa magica che banalmente fu quella dove io e la sposa ci battezzammo; le persone, le più svariate, giunte da ogni angolo d’Italia per partecipare a un rito di due persone capaci di attrarre affetto e relazioni sincere in ognuno che abbia un cuore; damigelle spuntate direttamente dal Paradiso, se è vero che ne esiste uno; l’allegria contagiosa, in ogni momento, di una donna che non si è mai piegata alle durezze della vita e di cui sono fiera di essere amica.
Ci siamo sentiti accolti, e coccolati, come sempre accade con Mariafrancesca Marsilii e Andrea Galanti; abbiamo ballato come degli stupidi la musica di quando eravamo giovani, e stupidi lo eravamo davvero. Però che belli gli anni Novanta!
Non ci siamo contate le rughe, anche perché ieri magicamente non ne avevamo, e appena incontravamo qualcuno capivamo di avere in comune qualcosa, di avere un pezzo di storia, di vita incrociata, grazie all’affetto che circonda Francesca da anni, e alle parole buone che ha sempre spesso per tutte noi.
Ci siamo accorti, ce lo hanno riferito un po’ perplessi i numerosi romani presenti, che gli abruzzesi sono dappertutto, e un po’ è vero; ma quando ho mangiato gli spaghetti alla chitarra li ho confrontati con quelli di mia nonna e ho sorriso.
E se le mie figlie sono costrette a studiare le favole, a scuola, smontandole come pezzetti di Lego, perché nessuno le sa scrivere più, ieri è stato un modo per mostrargliene una. Il bene vince sempre, se solo gli diamo la possibilità di emergere dalla meschineria delle nostre vite.