Le tre età di una donna raccontate da una grande scrittrice, Annie Ernaux, premio Nobel per la letteratura 2022, approdano a teatro in uno spettacolo ideato da Francesca Fava, attrice ferrarese (in foto), che lo interpreta con Arianna Ninchi e Anna Paola Vellaccio che ne è anche la regista. Ieri sera la prima rappresentazione di Variazioni Ernaux a Bologna, ai Teatri di Vita*. Stasera, sabato 22, alle 20 e domani, domenica 23 marzo, alle 17 gli altri due appuntamenti.
Una donna ricorda i suoi uomini, attraversando le parole di Annie Ernaux “per il coraggio e l’acutezza clinica con cui ha svelato le radici, gli straniamenti e i vincoli collettivi della memoria personale”. Le storie si intrecciano in un unico ambiente: le stanze della memoria. Qui abitano le interpreti, senza mai uscire di scena e costruendo rapporti strettamente legati al dispositivo temporale: la più giovane, cioè la protagonista nel passato, non vede le altre due, che sono il suo futuro; analogamente la mediana non vede la più grande, che invece si relaziona ad entrambe, riesumando dalla memoria la propria storia di donna.
Il lavoro si focalizza su tre libri: La donna gelata (2021), Passione semplice (2013), Il ragazzo (2022). Il risultato è una biografia sentimentale, segreta e tormentata, una sorta di confessione che racconta l’innamoramento congelato nel matrimonio, la dipendenza amorosa di una nuova struggente passione, e la relazione anticonvenzionale con un giovane nella maturità della scrittrice.
La recensione di Letizia Chiarlone su teatroecritica
Variazioni Ernaux si presenta come una narrazione in sequenze alternate. I tratti che compongono la ricorrente codipendenza affettiva della protagonista, come variazioni in un tema musicale, vengono distribuiti su tre voci (Francesca Fava, Arianna Ninchi, Anna Paola Vellaccio) che la colgono in momenti molto diversi della sua vita: dalla gioventù segnata da un matrimonio precoce e sogni rinchiusi in un cassetto, a una piena età adulta di riscoperta di una forza passionale tale da ingabbiare , fino a una maturità rifiutata nel perseguire una relazione con un uomo di trent’anni più giovane. Essenziali gli elementi che abitano la scena: un tavolino con sopra un telefono fisso che non squilla mai, funesto memento di una chiamata mai ricevuta; un letto con coperte satinate dove si consumano intensi pomeriggi di passione e si rievocano momenti di intimità passati, alla luce di un abat-jour; un tavolo da cucina plasticoso su cui sono disposti oggetti che appartengono a una vita coniugale non voluta, ma anche libri e una macchina da scrivere, che in sé costituiscono un tenace aggrapparsi ai rimasugli della propria ambizione. A fare da contraltare, una voce maschile registrata e incorporea, presenza-assenza ingombrante di un uomo, che sia un marito che non collabora in casa pur predicando la parità dei sessi, o uno straniero affascinante con cui ina sua esperienza passata, l’amore che si fa collana di perle stretta inttrecciare un rapporto clandestino, o ancora, un ragazzo sbarbato che non restituisce che la duplicità di una vita già vissuta. Ernaux non rinnega la sua esperienza passata, l’amore che si fa collana di perle stretta intorno al collo come un cappio, e il modo in cui l’ha avvicinata al limite che la separa dall’altro, ma ne fa tesoro, per “entrare nel secondo millennio da donna forte e libera”, non dalla possibilità di innamorarsi ancora, ma dalla schiavitù nei rapporti. E riappropriarsi, così, di quel collier, che torna ad essere un semplice bijoux.
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* Localizzato all’interno del Parco Pierangelo Bertoli (ex Parco dei Pini) e inserito nel sistema del verde del quartiere Borgo Panigale, Teatri di Vita è la casa della scena teatrale contemporanea a Bologna, inaugurato nel 1999 dopo una lunga trasformazione che portò un acquedotto industriale degli anni Venti a rinascere dopo un lungo abbandono come uno dei teatri comunali più belli e funzionali di Bologna, in Via Emilia Ponente 485.