L’Intelligenza Artificiale sta mostrando tutta la sua pericolosa pervasività. A farne le spese, per la prima volta, è uno dei più noti attori di Hollywood: Tom Hanks, l’indimenticabile Forrest Gump., al quale sono stati rubati voce e volto, visibilmente ringiovanito (nella foto da Instagram), per uno spot pubblicitario legato a un piano assicurativo per le cure odontoiatriche.
E’ stato lo stesso attore a renderlo noto dal proprio profilo ufficiale Instagram. In un post ha avvertito i fan in prima persona: “Non ho nulla a che fare con quel video”. E ha quindi avvertito: “Ci saranno azioni legali”.
Che fosse vicino il rischio rappresentato dalla AI, ormai in grado di simulare con impressionante precisione persone esistenti nella vita reale, era chiaro. E, non a caso, tra le richieste del lungo sciopero di attori e sceneggiatori, c’era quella di una maggiore tutela da programmi informatici in grado di sostituirsi alla scrittura e alla recitazione di persone vere. Con costi pari a zero, o quasi, per le grandi industrie, cinematografiche e non.
In tutta Hollywood si fa un gran parlare delle moderne tecniche: non solo gli attori possono continuare a recitare dopo la loro morte, ma possono essere riportati sul grande schermo anche in versione ringiovanita.
Da una parte questo conferisce un enorme potenziale narrativo agli autori, perché possono riprendere vecchie storie e inserirle in nuove situazioni narrative. Alcune tecniche di deepfake, infatti, rendono assolutamente indistinguibile ciò che è vero da ciò che non lo è, con un potenziale enorme in termini di diffusione di disinformazione e di una visione delle cose che non corrisponde al reale.
“Ora chiunque può ricreare se stesso a qualsiasi età grazie all’intelligenza artificiale o alla tecnologia di deepfake” ha detto Tom Hanks nel podcast. “Potrei essere investito da un autobus domani, ma tranquillamente continuare a recitare negli anni a venire. Non ci sarà nulla che suggerirà che non sono io, perché la tecnologia può ricreare immagini perfettamente realistiche. È certamente una sfida artistica, ma anche legale