di Corrado Giustiniani *
Aprendo la tv all’ora di cena, per sintonizzarsi sul Tg1 delle 20 del 21 novembre, gli italiani hanno avuto quasi l’impressione che Bibi Netanyahu meriti solidarietà per il mandato d’arresto spiccato dalla Corte penale internazionale dell’Aia. Poco spazio e poco tempo, 12 secondi in tutto, sono stati dedicati alla descrizione concreta dei crimini di cui è stato accusato il premier assieme a Yoav Gallant, ex ministro della Difesa. Molto invece, in un servizio da Gerusalemme, sulle reazioni del governo: “L’ira di Israele”, come è stata chiamata nella lettura dei titoli di testa, mentre in sovraimpressione figuravano mandato di arresto e risposta di Netanyahu: “Decisione antisemita”.
Eppure, non c’era bisogno di uno scoop per elencare più in dettaglio le accuse, rendendo maggiormente consapevoli i telespettatori. Il comunicato stampa emesso dalla Corte in data 21 novembre, non certo oceanico, le specifica così: “La Camera preliminare della Corte ha ritenuto che vi siano fondati motivi per ritenere che entrambi gli individui abbiano intenzionalmente e consapevolmente privato la popolazione civile di Gaza di beni indispensabili alla loro sopravvivenza, tra cui cibo, acqua, medicine e forniture mediche… Le suddette restrizioni, insieme all’interruzione dell’elettricità e alla riduzione delle forniture di carburante, hanno avuto un grave impatto sulla disponibilità di acqua a Gaza e sulla capacità degli ospedali di fornire assistenza medica”.
Questo crimine bellico, definito “guerra della fame”, ha provocato “la distruzione di parte della popolazione civile, compresi bambini, a causa di malnutrizione e disidratazione”. Limitando o impedendo l’ingresso di forniture mediche “i dottori sono stati costretti a operare persone ferite e a eseguire amputazioni, anche di bambini, senza anestesia”: un crimine per “atti disumani”. E, in aggiunta a quelli descritti, c’è naturalmente “il crimine di guerra per aver intenzionalmente diretto attacchi contro la popolazione civile”.
La Corte penale dell’Aia ha spiccato un mandato di cattura anche contro il capo supremo dell’ala militare di Hamas Al-Masri, comunemente noto come Deif, che però secondo Israele è già stato ucciso. Deif è stato dichiarato responsabile, almeno dal 7 ottobre 2023, il giorno dell’attacco terroristico di di Hamas, “di crimini contro l’umanità, come omicidio, sterminio, stupro, tortura e altre forme di violenza sessuale”. Tra le vittime diversi ostaggi fatti da Hamas, prevalentemente donne, che sono state sottoposti a “penetrazione forzata, nudità forzata e trattamenti umilianti e degradanti” .
Va detto che gli eventi su cui la Corte ha spiccato i mandati di arresto si fermano al 20 maggio 2024. Ad oggi, i morti di Gaza sono più di 44 mila, in base ai dati del ministero della Sanità palestinese. L’Onu parla poi di quasi 1 milione e 900 mila sfollati, su 2,4 della popolazione della Striscia. Dall’attacco terroristico del 7 ottobre, i morti israeliani sono invece 1.500.
Un’occhiata complessiva anche ai titoli di prima pagina dei giornali del 22 novembre. Molti mettono la decisione unanime della Corte dell’Aia fra virgolette, come per cautela: ”’Netanyahu va arrestato’”, è l’apertura del Corriere della Sera, mentre la Repubblica parla, nella prima riga del titolo, di sfida a Nethanyahu, quasi i giudici internazionali fossero dei duellanti, e nella seconda, prudentemente tra virgolette, di “Mandato di arresto”. Con ”’Arrestate Netanyahu’, ira di Israele” apre La Stampa, e anche Il Messaggero usa le virgolette, ma si spinge più in là, per far capire al lettore di che si tratti: “‘Genocidio a Gaza, arrestate Netanyahu’”. Il Giornale prende le difese del governo israeliano, chiamando in causa le Nazioni unite e accreditando la tesi che chi si oppone a Tel Aviv è sempre e comunque un antisemita: “L’Onu apre la caccia all’ebreo Netanyahu”. Quasi le stesse parole per Libero, che però non parla di Onu: “L’Aia legittima la caccia all’ebreo”. Tra virgolette la prima riga del Fatto Quotidiano, ma ben diversa nel significato, rispetto ai due quotidiani appena citati: ”’Criminali di guerra’”: ordine di arresto per Bibi e Gallant”. Perentorio e senza virgolette, infine, Il manifesto: “Arrestateli”.
* professionereporter.eu
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NOTA: oltre ad accusare di antisemitismo chi lo accusa, Netanyahu equipara l’ordine di arresto della Corte penale al Caso Dreyfus che non ha alcuna attinenza con l’inchiesta che grava sul primo ministro d’Israele. Sulle accuse di antisemitismo che la Destra rivolge a chi critica Tel Aviv, è bene ricordare l’inchiesta sui giovani di Fratelli d’Italia sorpresi e filmati da FanPage mentre si lasciavano andare a frasi e cori antisemiti. La Destra e la stampa al suo servizio non mancano ogni giorno di urlare la propria riprovazione per chi osa avanzare critiche a Israele per ciò che ha fatto e fa a Gaza, ma non si accorgono del fatto che gli antisemiti ce l’hanno in casa. Lecito chiedersi: fino a quando saremo costretti a subire una informazione così smaccatamente di parte e falsa?