La maggioranza di Destra, che ha già nel suo arsenale mediatico le testate Mediaset, ha invaso la Rai mettendo nelle poltrone più ambite dell’informazione televisiva giornalisti che accarezzeranno il nuovo potere uscito dal voto del 25 settembre: Gian Marco Chiocci, alla direzione del Tg1, e Antonio Preziosi, al Tg2.
L’informazione televisiva italiana si avvia dunque a trasformarsi quasi del tutto in Fox News, ovvero nell’aggressivo canale di Rupert Murdoch noto nel mondo per i suoi conduttori “con l’elmetto in testa e il coltello tra i denti” quando c’è da attaccare gli avversari o condizionare l’opinione pubblica.
Sono in atto nel nostro Paese le manovre per completare il vero disegno della Destra-finto-moderata che, attraverso i giornali e ora con le tv che contano davvero, vuole imporre agli italiani una contro-narrazione dei fatti e degli eventi.
Come? Banalizzando il tema dell’antifascismo, snobbando e svilendo il significato della Liberazione, equiparando fascismo e antifascismo, esaltando le gesta di una maggioranza politica di Destra-Destra, e insistendo su nomine discusse all’Antimafia, con una tattica vecchia come il cucco: facendo scomparire i fatti oppure deviando l’attenzione – e se ne sono avute le avvisaglie già in questi primi mesi di legislatura – su argomenti e problemi che poco incidono sulla vita reale del Paese. Un’informazione orizzontale che difficlmente approfondirà i temi importanti.
Il perché dell’atteggiamento della nuova Rai-Fox è evidente: dovranno essere approvate le riforme istituzionali del presidenzialismo o dell’elezione diretta del premier, deve passare in cavalleria il quasi fallimento del piano Pnrr, le mancate riforme, strombazzate e rivendicate in campagna elettorale, in tema di fisco e tante altre promesse.
Ma la nuova Rai-Fox News ci riserverà il meglio nella trattazione della guerra. La maggioranza bulgara di questo nuovo giornalismo affluente, nell’ossessiva e tambureggiante rappresentazione bellica, si metterà davanti alle telecamere con l’elmetto in testa, tentando di convincerci che inviare sempre più armi sofisticate e “meno difensive” a Kiev è indispensabile per fare la pace. Oppure che gli immigrati vanno bloccati e rispediti a casa, in barba alle odiate Ong, e che la giustizia debba avere due velocità: spietata e sbrigativa con gli ultimi e i penultimi, lenta e quasi affettuosa con i colletti bianchi.
Per tornare alle nomine, sono state proposte dal nuovo amministratore delegato Roberto Sergio, che hanno fatto registrare il voto contrario di Marinella Soldi, presidente, della consigliera in quota Pd, Francesca Bria, di Riccardo Laganà, eletto dai dipendenti della Rai, e l’astensione decisiva di Alessandro Di Majo, in quota Cinque Stelle. il quale ha parlato di “niente preclusioni né cambiali in bianco”.
I tre voti a favore dell’ad Sergio e dei due consiglieri Simona Agnes e Igor De Biase sono stati comunque sufficienti a far passare le nomine. Il cda della Rai ora si mostra spaccato e tutto lascia presagire una navigazione poco tranquilla per il nuovo consiglio.
La prima reazione è stata quella di Lucia Annunziata (foto), conduttrice di Mezz’ora in più, che ha presentato le sue dimissioni irrevocabili in quanto “non condivido nulla – ha scritto al cda – dell’operato del nuovo governo, né sui contenuti né sui metodi di intervento sulla Rai”.
Ma le grandi operazioni mirano ad altro: a controllare e normalizzare ogni refolo di notizia, a imporre i nuovi valori della Destra di governo e di comando. Si avvicinano le elezioni europee, tocca mettere all’angolo le forze progressiste. Più vicini a Visegrad che all’Europa che abbiamo sognato e tentato di costruire. (Piero Di Antonio)