Trecento droni e missili sono stati lanciati dall’Iran verso Israele, determinando di fatto l’inizio di un nuovo conflitto in Medio Oriente. Anche gli Houthi yemeniti hanno lanciato droni. Il primo ministro israeliano Netanyahu: “Risponderemo”. A Gerusalemme si sono sentite esplosioni.
“Abbiamo intercettato il 99 per cento delle minacce al territorio di Israele“: lo ha detto un portavoce delle forze armate di Tel Aviv, Avichay Adraee, in merito al lancio di droni e missili da parte dell’Iran. L’ufficiale ha parlato di “un risultato strategico importante”, aggiungendo che l’offensiva da parte di Teheran è stata “sventata”. Secondo Adraee, verso il territorio di Israele erano dirette oltre 300 “minacce di vario tipo”, compresi droni, missili balistici e missili da crociera. Il portavoce ha fornito altri dettagli in un messaggio sul social network X. In particolare Adraee ha riferito che “decine di droni non sono riusciti a penetrare in Israele perché caccia e sistemi di difesa aerea nostri e dei nostri alleati ne hanno abbattuti decine”.
“Danni minori all’infrastruttura” della base aerea di Nevatim, nel sud di Israele, sono stati provocati da “un numero molto piccolo” di missili balistici che hanno raggiunto il sud del Paese: lo ha riferito un portavoce delle forze armate di Tel Aviv, in una nuova comunicazione. Secondo l’ufficiale, Avichay Adraee, la base resta però operativa. Sul social network X, il portavoce ha anche diffuso un filmato nel quale si vedrebbe un aereo atterrare a Nevatim. Droni e missili sono stati lanciati nella notte verso Israele dall’Iran, in risposta a un bombardamento effettuato da Tel Aviv il primo aprile scorso sul consolato di Teheran nella capitale siriana Damasco. In quell’occasione erano rimaste uccise sette persone, tra le quali due generali dei Corpi delle guardie della rivoluzione dell’Iran“.
“La questione può dirsi chiusa” a meno che, dopo il bombardamento del consolato dell’Iran nella capitale siriana Damasco, Israele “non commetta un altro errore”: così la rappresentanza di Teheran presso le Nazioni Unite a New York sul lancio di droni e missili della notte. Il messaggio è stato diffuso anche sui social network. “Condotta sulla base dell’articolo 51 della Carta delle Nazioni Unite relativo alla legittima difesa, l’azione militare dell’Iran è stata una risposta all’aggressione del regime sionista contro le nostre sedi diplomatiche a Damasco” si legge nel testo. “La questione può dirsi conclusa; tuttavia, se il regime israeliano dovesse commettere un altro errore, la risposta dell’Iran sarebbe notevolmente più severa”. La rappresentanza di Teheran all’Onu ha aggiunto: “È un conflitto tra l’Iran e il regime canaglia israeliano, dal quale gli Stati Uniti devono stare lontani”.
IERI
L’Iran ha effettuato un terzo lancio. Alcuni droni sono già stati intercettati nello spazio aereo della Siria. Che la situazione stia degenerando verso un conflitto ad alta intensità che potrebbe preludere a una guerra dalle conseguenze disastrose lo dimostra l’allerta dell’Occidente. Quattro caccia americani, due francesi e due inglesi sono decollati dopo l’attacco lanciato dall’Iran a Israele e si stanno dirigendo verso lo spazio aereo iracheno. C’è da ricordare che nell’area sono di stanza 2.300 soldati italiani.
Ma l’Iran ha lanciato anche minacce precise al mondo: ogni Paese che consentirà ad Israele di attaccare il suo territorio riceverà “una forte risposta”. Lo riferisce il giornale di Tel Aviv Haaretz che cita media internazionali. Gli F18 statunitensi, secondo quanto si apprende da fonti d’intelligence della Nato, sarebbero decollati dalla portaerei Eisenhower che si trova nella parte settentrionale del Mar Rosso e si sta dirigendo verso Suez.
Secondo un portavoce israeliano, le sirene di allarme suoneranno solo se i velivoli entreranno nello spazio aereo di Israele presso località di rilievo. Per ora non si conoscono gli obiettivi dell’attacco degli ayatollah. Le forze armate cercheranno di intercettare e abbattere i droni il prima possibile. Secondo l’emittente israeliana Channel 12, gli Stati Uniti sono stati i primi a rilevare i lanci da parte iraniana. Washington, stando a questa ricostruzione, avrebbe subito informato Tel Aviv.
In serata le guardie rivoluzionarie dell’Iran hanno confermato di aver lanciato un’offensiva contro Israele in risposta al bombardamento del primo aprile nel quale le forze di Tel Aviv avevano colpito il consolato di Teheran nella capitale siriana Damasco. La comunicazione è giunta attraverso una nota, citata anche dall’emittente in lingua inglese Press Tv. Secondo quanto reso noto, l’offensiva mira a colpire obiettivi specifici in Israele con decine di droni e missili. Nel bombardamento del primo aprile erano stati uccisi anche due comandanti dei Corpi delle guardie della rivoluzione dell’Iran, il generale Mohammad Reza Zahedi e il suo vice Mohammad Hadi Hajriahimi. Il raid non è mai stato rivendicato da Israele.
Nel frattempo si apprende che Israele ha cominciato a intercettare e abbattere i droni in volo su Siria e Giordania. Secondo il quotidiano Times of Israel, la possibilità di questa risposta è legata a uno scudo di difesa aerea predisposto dagli Stati Uniti insieme con i Paesi alleati in Medio Oriente.
Le forze armate di Israele sono “pronte per ogni scenario”, sia sul piano della difesa che dell’offesa: lo ha detto in serata il primo ministro Benjamin Netanyahu, in un discorso al Paese. Il capo del governo, che per motivi di sicurezza è salito sull’Air Force One diretto in una località segreta, ha detto che “negli ultimi anni e specialmente nelle ultime settimane Israele si è preparata per un attacco diretto da parte dell’Iran. I nostri sistemi difensivi sono stati dispiegati. Siamo pronti per ogni scenario, sia sul piano della difesa che dell’offesa”. L’ufficio di Netanyahu ha diffuso una foto del primo ministro mentre partecipa a una riunione del gabinetto di guerra, convocata alla Kirya, nel centro di Tel Aviv.