mercoledì 30 Ottobre 2024

C'è una crepa in ogni cosa. E' da li' che entra la luce (Leonard Cohen)

L’Italia fuori dai migliori atenei europei, Ferrara al 386° posto – La petizione

Qs Quacquarelli Symonds, l’analista globale della formazione universitaria, ha reso nota la classifica delle università europee stilata prendendo in considerazione e analizzando 12 indicatori.  La prima della top ten in Europa è il Politecnico di Zurigo, mentre al quarto posto troviamo Oxford seguita da Cambridge.

Brutta posizione per gli atenei italiani e anche Ferrara. L’Italia vanta 51 atenei classificati, di cui 24 in miglioramento, 2 stabili e 25 in calo. L’Italia conta quattro università tra le prime 100 e 14 tra le prime 200.

Nella classifica sono presenti 684 università di 43 Paesi. E l’Università di Ferrara, si colloca alla posizione numero 386. Un salto – negativo – di quattordici posizioni rispetto allo scorso anno (372).

La classifica di Qs è stilata sulla base di dodici indicatori a cui, proporzionalmente, è attribuito un peso ponderale nella valutazione complessiva. Dalla Reputazione accademica, passando per la Reputazione del datore di lavoro, per le citazioni per documento, documenti per Facoltà, rete di ricerca internazionale finendo con la sostenibilità. Ciò che distingue l’Italia è la diversità delle sue collaborazioni di ricerca internazionali. La rettrice Laura Ramaciotti (nella foto) ha commentato la classifica affermando che “QS mette a confronto realtà accademiche assolutamente diverse tra loro“.

“Da sempre – argomenta la rettrice in una dichiarazione riportata dal Resto del Carlino – il nostro Paese rispetto a molti altri investe molte meno risorse pubbliche nell’ambito della ricerca. E, di conseguenza, questo è un fattore penalizzante se si guardano i numeri di questa classifica. Non meno discutibile è il parametro delle ‘citazioni’ dell’ateneo nei lavori di ricerca scientifici. Tanto più che si tratta di un criterio assolutamente dibattuto anche nell’ambito della comunità scientifica, per via della dubbia attendibilità. Sul fronte della ricerca  occorre capire quali siano i reali impatti che essa ha negli ambiti in cui viene svolta, ma soprattutto quali impatti ha sul territorio in cui viene condotta”.

Infine un’autocritica al sistema così come è concepito. “Purtroppo sono ancora pochi i corsi che, a livello di atenei, l’Italia riesce a garantire in lingua inglese. E, su questo, c’è molto da lavorare”.

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