Quando uno Stato e la sua governatrice sono tignosi, anche in occasione della prevista esecuzione di una condanna a morte, la prima dopo due precedenti tentativi clamorosamente falliti. Ce lo dimostra lo Stato dell’Alabama, Stati Uniti, deluso per la morte mancata di due condannati alla pena capitale e ora ansioso di dimostrare che lo Stato può uccidere senza problemi qualcuno nel braccio della morte di un suo penitenziario. Stavolta non si può fallire: “morte, ordina la sentenza, e morte sia”, sembra dire la governatrice.
Il qualcuno in questione è James “Jimi” Barber, destinato domani, 20 luglio, a ricevere in corpo attraverso gli aghi il liquido mortale. La sua esecuzione deve dimostrare che l’Alabama può uccidere qualcuno senza ulteriori incidenti, vale a dire senza che l’inizione letale fallisca. Le iniezioni non sempre funzionano perché gli esecutori non trovano la vena del condannato a morte. Di recente l’Alabama ha proposto di aggirare il problema introducendo maschere a gas attraverso le quali sostituire l’ossigeno con l’azoto.
La storia ce la racconta Elisabeth Bruenig, sulla rivista americana The Atlantic. L’anno scorso, lo stato dell’Alabama ha fallito tre esecuzioni consecutive nella sua camera della morte. Due dei condannati sono sopravvissuti alle proprie esecuzioni: sono Alan Miller e Kenneth Smith. Entrambi sono stati trafitti più volte con aghi fino a quando la scadenza a mezzanotte delle loro condanne a morte ha costretto i loro carnefici a fermare gli ulteriori tentativi di ucciderli.
Alla luce della crisi, la governatrice Kay Ivey (nella foto tratta dal sito ufficiale dello Stato dell’Alabama) ha sospeso il boia e ha ordinato una moratoria temporanea sulle esecuzioni a partire da novembre 2022 e ha annunciato “una revisione dall’alto verso il basso del processo di esecuzione dello Stato” in modo che “lo Stato – ha detto – possa portare avanti con successo la giustizia”.
“Per il bene delle vittime e delle loro famiglie”, ha detto la governatrice dell’Alabama nella dichiarazione via e-mail ai giornalisti, “dobbiamo fare le cose per bene”. Ivey ha revocato la moratoria il 24 febbraio, ordinando al procuratore generale dell’Alabama di chiedere nuovamente le date di esecuzione per i prigionieri nel braccio della morte. Nessun rapporto pubblico sui risultati della revisione è mai stato pubblicato.
Tuttavia, i risultati di quella revisione saranno messi alla prova nell’imminente esecuzione di James “Jimi” Barber, prevista per domani. Barber è condannato per l’omicidio nel 2001 di una nonna dell’Alabama, Dorothy Epps, che ha picchiato a morte con un martello mentre era fortemente intossicato.
L’Alabama tenterà di nuovo un’iniezione letale, la prima dopo la recente serie di fallimenti, ma questa volta con l’aggiunta di alcuni imperativi: dimostrare che il Dipartimento penitenziario dello Stato può eseguire con successo una condanna a morte; fornire tale prova all’ufficio del procuratore generale; e fare tutto senza problemi, per il bene delle vittime e delle loro famiglie, proprio come ha detto la governatrice Ivey.