Voleva scrivere una storia di pirati, ma l’incontro con una testarda amante del teatro gli fa cambiare rotta e finisce per scrivere la più bella vicenda d’amore che la letteratura mondiale abbia concepito: Giulietta e Romeo. Compie 25 anni il film che celebra la nascita di un amore tra William Shakespeare e la bellissima Viola nella Londra del 1593: Un intreccio formibabile tra alta letteratura, teatro e cinema che traduce l’arte in Oscar.
Il giovane scrittore William (interpretato da Joseph Fiennes) sta tentando di mettere in scena una nuova commedia, Romeo e Ethel, la figlia del pirata, ma è in crisi di ispirazione; fino a quando non incontra Lady Viola de Lesseps, una ragazza appassionata di teatro che si traveste da uomo per avere la possibilità di recitare. L’amore travolgente fra i due permetterà a Shakespeare di realizzare l’opera più famosa della sua carriera.
Il film è ambientato nell’Inghilterra di fine sedicesimo secolo, quando si combattevano vere battaglie fra teatri per assicurarsi le opere di scrittori come William, appunto, e Christopher Marlowe, che ha appena scritto il suo Faustus. Shakespeare vorrebbe scrivere una storia di pirati, poi “ripiega” su Giulietta e Romeo. Si sa che solo gli uomini potevano salire sul palcoscenico, ma la giovane e bellissima Viola (Gwyneth Paltrow) divorata dalla passione per si traveste da uomo per fare Giulietta. Fra l’equivoco iniziale e la rappresentazione del dramma William e Viola si amano furiosamente. C’è anche la regina Elisabetta I che benedice la pièce, ma non l’amore dei due.
Costumi e ricostruzione straordinari, sceneggiatura vivace (Marc Norman, Tom Stoppard). Insomma un cinema definito “vero”, e anche nuovo. Una storia piena di sicurezze su un personaggio del quale di sicuro si sa pochissimo – una certa corrente nega perfino la sua esistenza.
Comunque ben vengano, in cinema, queste licenze,scrissero i maggiorio critici, fanno parte della sua natura e del suo gioco, e qui il gioco è davvero bello. Nel film di John Madden si rivedono scene d’amore finalmente “naturali”, con “baci e abbracci” che il cinema sembrava aver disimparato. È senz’altro il trionfo della Paltrow, ormai buona per tutti i ruoli, un po’ Grace Kelly e un po’ Audrey Hepburn, in procinto di diventare la numero uno di Hollywood. E ha vinto l’Oscar. Il film ha avuto tredici candidature, sette sono diventate statuette, alcune molto importanti (al film, alla sceneggiatura, e alla straordinaria Judy Dench che fa Elisabetta per otto minuti.)