A Padova migliaia di persone hanno voluto dare l’ultimo saluto a Giulia Cecchettin, la ragazza uccisa dal suo ex fidanzato, Filippo Turetta. Una gigantografia all’esterno della Basilica di Santa Giustina mostrava una Giulia seduta su una altalena verde con tulle e fiori e la scritta “Ti vogliamo bene”.
Ha proseguito Cecchettin: “Mi rivolgo agli uomini, noi per primi dovremmo essere agenti di cambiamento, parliamo agli altri maschi che conosciamo. Dovremmo essere attivamente coinvolti, ascoltando le donne e non girando la testa dinanzi ai segnali di violenza, anche lievi. La nostra azione è cruciale. Da questa violenza si esce sentendosi tutti coinvolti, anche quando ci si sente tutti assolti”.
Quindi un messaggio diretto alle istituzioni: “La politica metta da parte le divergenze e faccia leggi per prevenire la violenza e proteggere le vittime, garantendo che i colpevoli siano destinati a rispondere delle loro azioni” ha ribadito Gino Cecchettin. “Occorre trasformare questa tragedia in cambiamento: la vita della mia Giulia è stata sottratta in modo crudele, ma la sua morte deve essere la spinta per fermare la violenza sulle donne”.
Il momento più toccante è stato senza dubbio il ricordo del padre Gino, che tra le altre cose ha letto una poesia di Kahlil Gibran – scrittore, poeta e pittore originario del Libano che si trasferì successivamente a Boston – prima di rivolgersi per l’ultima volta alla figlia:
Il vero amore non è né fisico né romantico / Il vero amore è l’accettazione di tutto ciò che è, è stato, sarà e non sarà / Le persone più felici non sono necessariamente coloro che hanno il meglio di tutto / ma coloro che traggono il meglio da ciò che hanno / La vita non è una questione di come sopravvivere alla tempesta /ma di come danzare nella pioggia…
Poi, il commiato finale: “Cara Giulia, è giunto il momento di lasciarti andare. Salutaci la mamma, ti penso abbracciata a lei e penso che il vostro amore sia così forte da aiutare me, Elena e Davide a imparare a danzare sotto la pioggia. Noi tre rimasti vi promettiamo che impareremo a muovere i passi di danza sotto la pioggia. Cara Giulia, grazie per questi ventidue anni. Non so pregare ma so sperare, voglio farlo insieme a tutti voi qui presenti, che tutta questa pioggia di dolore fecondi il terreno delle nostre vite e un giorno possa germogliare. Addio Giulia, amore mio”.stato
Per l’ultimo saluto a Giulia sono state diecimila le persone a Padova e milioni quelle che hanno seguito in diretta tv i funerali. All’uscita del feretro dalla chiesa la folla ha appaludito e ‘fatto rumore’ per la ragazza come chiesto dalla sorella Elena all’indomani del ritrovamento del corpo della giovane.
Le esequie sono state celebrate dal vescovo di Padova, Claudio Cipolla, nella Basilica di Santa Giustina. Dalle 9 sono state apertii varch i per accedere alla chiesa in cui hanno preso parte circa 1.150 persone, tra l quali i famigliari più stretti di Giulia e gli amici più stretti. Il rito funebre è stato trasmesso su due maxischermi allestiti in Prato della Valle, la vastissima piazza antistante la Basilica che è stata divisa in due settori. All’uscita del feretro dalla basilikca migliaia di giovani hanno fatto rumore, come aveva chiesto di fare la sorella di Giulia, Elena.
Oltre alla famiglia di Giulia a dare l’ultimo saluto alla studentessa Luca Zaia e il sindaco di Padova Sergio Giordani. La Basilica è stata scelta dalla famiglia Cecchettin per dare “un grande messaggio di partecipazione“. (In collaborazione con l’Agenzia Dire – www.dire.it)