martedì 22 Ottobre 2024

C'è una crepa in ogni cosa. E' da li' che entra la luce (Leonard Cohen)

Lunedì, la giornata mondiale della tristezza Ecco il segreto per vivere meglio

Il 16 gennaio, lunedì, si celebrerà la Giornata mondiale della tristezza, il cosiddetto Blue Monday. Un’occasione per comprendere che è un’emozione positiva per farci vivere meglio
Loneliness Teenage Girls
di Piero Di Antonio
La tristezza – dicono gli psicoterapeuti – è una delle sei emozioni di base o primarie. Le altre sono: gioia, sorpresa, paura, rabbia e disgusto.
Quando si è tristi? Il dolore di vedere scomparire una persona cara, il dolore di perdere un oggetto che ha un forte valore emotivo, la malinconia a seguito di una rottura … l’elenco è ovviamente lungi dall’essere esaustivo. Ci spiega la complessità della tristezza Francesca Carbotti, psicologa, psicoterapeuta e coaching a Milano e Parigi.
“La tristezza – scrive nella sua home page su internet – è un’emozione complessa e assume forme diverse. Le persone che non hanno fiducia in sè stesse e che non sono abituate ad affermarsi, per esempio, possono sentirsi tristi quando sono arrabbiate. La loro tristezza simboleggia quindi la loro frustrazione, ma anche l’impotenza che provano di fronte a una situazione complicata. Al contrario, le persone che non accettano la loro parte di vulnerabilità tendono a trasformare la loro tristezza in rabbia. Proiettando la loro insoddisfazione per il mondo esterno – può essere una persona o un oggetto – evitano di provare pienamente le proprie emozioni.
Se il primo istinto è combattere la tristezza, bisogna sapere che questa emozione è lungi dall’essere negativa. È lei, infatti, che ti informa sulla natura dei tuoi bisogni emotivi. Quando uno dei tuoi amici si è appena allontanato di migliaia di miglia da casa tua, la tristezza è lì per dirti che ti manca la sua presenza, che il suo sostegno e la sua benevolenza contribuiscono al tuo equilibrio. In altre parole, la tristezza è un’emozione che ti vuole bene e ti fa bene. Spingendoti ad agire, ti protegge a modo suo. Invitandoti a prenderti cura di te stesso, la tristezza rende possibile, in un modo un po’ paradossale, vivere meglio”.
Quindi, esiste un lato positivo nell’essere tristi che bisogna riscoprire in questa giornata e in quelle a venire. Ma, in una ipotetica seduta di autoanalisi, occorre anche individuare con precisione i momenti in cui la tristezza avvolge la nostra esistenza. Come non essere tristi, ad esempio, nel vedere in che condizioni sono ridotte la politica e la sinistra italiana… E la guerra? E la pandemia? Come superare il persistente dolore di vedere un campionato mondiale di calcio senza l’Italia? E che dire della tristezza nell’assistere alla chiusura di tante edicole, dove un tempo affluivano e si vendevano pile di giornali e riviste? E che dire della mattanza di tante donne? E delle ragazze iraniane? E delle morti sul lavoro? E dei giovani senza sbocchi di un’occupazione? I motivi per essere tristi sono tanti. Basta esserne consapevoli e, soprattutto, fare di tutto per vivere meglio.

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