sabato 23 Novembre 2024

C'è una crepa in ogni cosa. E' da li' che entra la luce (Leonard Cohen)

MAFIA E APPALTI / Indagato l’ex procuratore di Palermo, Pignatone

A trentadue anni di distanza dall’avvio dell’inchiesta emergono clamorosi sviluppi investigativi sul rapporto tra la mafia e il gruppo di Raul Gardini, l’imprenditore morto suicida a Milano durante l’inchiesta Mani Pulite.

L’ex procuratore aggiunto di Palermo – poi procuratore a Reggio Calabria e Roma e oggi presidente del tribunale del Vaticano – Giuseppe Pignatone, è indagato per insabbiamento dell’indagine su mafia e appalti del 1992. Il magistrato si trova attualmente nel palazzo di giustizia di Caltanissetta, dove sarà sottoposto a interrogatorio. Insieme a Pignatone sono indagati, per favoreggiamento alla mafia, anche l’ex sostituto procuratore di Palermo, Gioacchino Natoli, e il generale della Guardia di Finanza, Stefano Screpanti.

L’ex procuratore di Roma ha parlato ai microfoni dell’Ansa. “Ho dichiarato la mia innocenza in ordine al reato di favoreggiamento aggravato ipotizzato”, ha detto Pignatone, che ha aggiunto: “Mi riprometto di contribuire, nei limiti delle mie possibilità, allo sforzo investigativo della Procura di Caltanissetta”.

L’inchiesta a cui si fa riferimento è quella risalente al 1992, relativa ai presunti rapporti fra i mafiosi palermitani Antonino Buscemi e Francesco Bonura e il gruppo guidato da Raul Gardini. Un’indagine su mafia e appalti su cui si era concentrata anche l’attenzione di Paolo Borsellino.

Oltre a Pignatone, indagato per insabbiamento delle indagini, il 5 luglio scorso era stato convocato per un interrogatorio nella procura di Caltanissetta anche l’ex pm Gioacchino Natoli, che si era però avvalso della facoltà di non rispondere, riservandosi di chiedere alla Procura un successivo interrogatorio in cui fornire “ogni utile chiarimento”.

Secondo i magistrati nisseni, l’ex procuratore di Palermo avrebbe non solo aiutato a sfuggire alle indagini alcuni imprenditori mafiosi, ma avrebbe anche chiesto l’archiviazione di un filone d’indagine dell’inchiesta mafia-appalti e disposto la distruzione di bobine con intercettazioni rilevanti. Anche il generale Screpanti, all’epoca capitano, è stato sottoposto a interrogatorio, rispondendo alle domande dei pm nisseni.

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