martedì 22 Ottobre 2024

C'è una crepa in ogni cosa. E' da li' che entra la luce (Leonard Cohen)

GIOVANI A SETTANT’ANNI

Compie settant’anni il film d’amore per antonomasia, quel “Vacanze Romane” ambientato in una Roma splendida e diretto nel 1953 da William Wyler.  Vogue l’ha inserito tra i dieci più bei film d’amore mai girati.

Film ideale da rivedere d’estate, magari in quei cinema all’aperto di cui purtroppo si stanno perdendo le tracce nelle nostre belle piazze. Vincitore di tre premi Oscar, consacrò Audrey Hepburn, qui protagonista di una platonica ma intensa storia d’amore con Gregory Peck, grandissima attrice e grandissima icona di stile. “Un musetto da cerbiatto – fu scritto di lei – che scruta la vita”.

Lei interpreta la principessa Anna – la trama si ispira infatti alla vera storia tra la principessa Margaret d’Inghilterra, sorella della regina Elisabetta II e il colonnello della RAF Peter Townsend – lui un giornalista a caccia di scoop.

Ma quando i due si conoscono e si innamorano incorniciati da una Roma assolata con due scene cult (indimenticabile il bacio sulle sponde del Tevere, così come il viaggio in due sulla Vespa), il reporter rinuncia al colpaccio per amore. Pura magia.

I meriti di Wyler vanno ben oltre la semplice operazione di casting: la sceneggiatura delicata e intelligente di John Dighton e Dalton Trumbo (sostituito dal nome di Ian McLellan Hunter nei titoli a causa della persecuzione che dovette subire durante il maccartismo) trova nella sobrietà della messa in scena di Wyler la cornice più adatta a contenere l’energia esuberante dell’ambientazione romana.

Wyler rende Vacanze romane più un’avventura romantica che una fiaba alla Frank Capra, un’evasione che conosce il senso della misura e per la quale il valore dell’attimo e di un finale efficace risultano più importanti di qualunque happy ending.

“E a mezzanotte, me ne tornerò, simile a Cenerentola, là da dove sono evasa.” – dice la Hepburn a Gregory Peck. Al che lui le risponde: “E sarà la fine di una bella favola”. Non una banale e caramellosa storia d’amore, ma moderna e leggera, quindi intelligente, quindi sempre amata dal pubblico.

Due anni dopo, nel 1955, un’altra Hepburn, Katharine, girerà sempre in Italia, a Venezia, Tempo d’estate, una storia diretta da David Lean su un amore lungo un’estate (che vivrà con l’italiano Rossano Brazzi).

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