giovedì 21 Novembre 2024

C'è una crepa in ogni cosa. E' da li' che entra la luce (Leonard Cohen)

SANITA’/ Medici e infermieri in rivolta contro il “grande bluff” della manovra

Il Consiglio dei ministri ha approvato la legge di bilancio con effetti nel 2025 di 30 miliardi lordi, che nel 2026 diventeranno 35 e 40 nel 2027. La manovra – scrive il ministro dell’economia Giorgetti – si concentra sulla riduzione della pressione fiscale e il sostegno ai redditi medio-bassi dei lavoratori dipendenti e dei pensionati. Prevede inoltre fondi per il rinnovo dei contratti della Pa, il potenziamento del settore della difesa, il rifinanziamento del fondo sanitario nazionale, il sostegno alle famiglie numerose e l’incentivazione della natalità. Ma l’effetto reale sta nei dettagli e non sono tutte rose e fiori.

Tra le novità più rilevanti: una Card da 1.000 euro a beneficio dei genitori con un Isee entro 40 mila, l’esclusione dell’assegno unico dal computo Isee, la richiesta di un contributo da parte delle banche e assicurazioni pari a 3,5 miliardi, e una spending review con tagli ai ministeri a eccezione della sanità. Tra le conferme la manovra rende strutturali gli effetti del taglio del cuneo fiscale e l’accorpamento delle aliquote Irpef articolato su tre scaglioni già in vigore nell’anno in corso. Inoltre, ci sarà un potenziamento delle risorse per il settore della difesa, in altre parole, più spese per gli armamenti.

Il contributo derivante dall’anticipazine delle future imposte (DTA- Attività per imposte differite) di circa 3,5 miliardi di euro che verrà chiesto alle banche per sostenere la manovra finanziaria non spaventa gli investitori. Non è una tassa, ma una richiesta che il governo ha fatto agli istituti di credito e alle assicurazioni per varare la manovra. E che la banche non siano toccate neglii extraprofitti lo dimostra l’andamento dei titoli in Borsa. Oggi, le azioni comparto del credito sono le migliori a Piazza Affari e tra le poche positivi sul listino milanese: Mps avanza dello 0,7%, Unicredit dello 0,6%, Intesa dello 0,4%, Bper dello 0,1% mentre Mediobanca e Popolare di Sondrio sono stanzialmente invariate e Banco Bpm cede lo 0,4%. Poco mosse anche le assicurazioni con Generali che cede lo 0,2% e Unipol invariata. Il governo mette da subito le risorse destinate a finanziare le procedure di rinnovo dei contratti del pubblico impiego, con particolare riferimento al triennio 2025-2027.

Sulle banche è intervenuta la segretaria dem Elly Schlein: “Il governo ha annunciato di avere chiesto un grande sacrificio a banche e assicurazioni, ma a quanto pare, si tratta solo della sospensione di detrazioni”. Così in un video postato sui suoi canali social. “Traduco: si tratta di un anticipo di tasse che sono gia’ dovute dalle banche e dalle assicurazioni e che saranno loro puntualmente restituite tra il 2027 e il 2029, nella prossima legislatura. Quindi siamo al solito gioco delle tre carte, come se gli italiani fossero stupidi”. Per estensione si potrebbe dire che il governo, per varare la Legge di bilancio, si è fatto prestare il denaro dalle banche, altro che sacrifici di cui parla Giorgetti e la stessa Meloni.

SANITÀ IN RIVOLTA

Se per Giorgia Meloni “Mai così tante risorse per la sanità”, per i medici e gli infermieri si è in presenza di un grande bluff del governo. I fondi per la sanità assomigliano al gioco delle tre carte. Appaiono, scompaiono e riappaiono un anno dopo. Sta di fatto che, a quanto pare, per il 2025, i fondi aggiuntivi per un comparto già con l’acqua alla gola, saranno davvero pochi, appena 880 milioni di euro. Non bastano neppure per coprire i rincari dell’inflazione, di fatto, quindi, le risorse diminuiscono. Un taglio, né più né meno. Nel 2026 la sanità dovrebbe invece ricevere circa 3,2 miliardi. Questo, almeno, è ciò che si legge nelle tabelle inviate a Bruxelles.

Certo è che le prime indicazioni hanno molto allarmato i lavoratori del comparto e suscitato aspre critiche dall’opposizione. “Se dovesse essere confermato che per il 2025 sarebbero destinati alla Sanità solo 880 milioni e i restanti 3 miliardi a valere sul 2026, saremmo di fronte ad una scandalosa mistificazione che vanifica tutti i proclami che sono stati fatti fino a oggi”, commenta Pierino Di Silverio, segretario del maggiore sindacato dei medici ospedalieri, l’Anaao Assomed. “Siamo pronti – ha aggiunto – a forti azioni di protesta”. Gli infermieri “sono i grandi dimenticati da questa manovra, almeno stando ai contenuti ad ora noti”, afferma Andrea Bottega, segretario del sindacato degli infermieri Nursind.

Marina Sereni, responsabile Salute e sanità nella segreteria nazionale del Pd, sottolinea che “Nella conferenza stampa il ministro Giorgetti è stato costretto a dire la cruda verità: nella prossima Legge di Bilancio per il 2025 ci sono appena 900 milioni di euro aggiuntivi per la sanità. Altro che 3 miliardi e mezzo, come hanno cercato di far scrivere sui giornali”. Il governo non si rende conto che di fronte a una sanità a pezzi qui abbiamo bisogno di una cura da cavallo, un piano straordinario. Non possiamo rimanere inchiodati al 6,3% del Pil. Ma siete mai entrati, cari ministri, cara Giorgia Meloni, in un pronto soccorso? Avete visto le prenotazioni di un esame diagnostico di ormai 2 o 3 anni? Guardate che tutti i medici e gli infermieri sono sul piede di guerra e noi con loro”, ha detto il presidente del Movimento 5 Stelle Giuseppe Conte. “Più emergono i dati sulla manovra, più le coperture sulla sanità appaiono come la vendita della fontana di Trevi. Ricapitolando, nel 2025 solo 880 milioni, assolutamente insufficienti che non coprono nemmeno il tasso di inflazione. Un vero bluff”, scrive su X il responsabile Welfare della Segreteria nazionale di Azione, Alessio D’Amato.

“Nonostante l’encomiabile impegno del ministro Schillaci per aumentare il finanziamento della sanità pubblica, i dati emersi dalla conferenza stampa sulla Legge di Bilancio 2025 mostrano chiaramente che il Ministero della Salute può ormai essere considerato senza portafoglio”, commenta infine, il presidente della Fondazione Gimbe, Nino Cartabellotta che aggiunge- “L’incremento di soli 900 milioni di euro per il 2025 – rileva – è del tutto insufficiente per affrontare le urgenti necessità di un Ssn in codice rosso, oltre che per sostenere le riforme avviate, in particolare quella sulle liste di attesa“.

BONUS BEBE’. Potenziate le misure sui congedi parentali. Introdotta anche una “Carta per i nuovi nati che riconosce 1000 euro ai genitori entro la soglia Isee di 40mila euro per far fronte alle numerose prime spese per ogni nuovo nato. La manovra rafforza il bonus destinato a supportare la frequenza di asili nido, e le somme relative all’assegno unico universale saranno escluse dal computo dell’ISEE. Tra le misure di carattere sociale, la carta “dedicata a te” è rifinanziata per il 2025 con 500 milioni. Nel computo delle detrazioni si terrà conto del numero dei famigliari a carico. Piu’ numerosi i componenti della famiglia, maggiori sono gli spazi per le detrazioni fiscali.

LAVORO E IMPRESE. Nel Mezzogiorno si confermano gli incentivi finalizzati all’occupazione dei giovani e delle lavoratrici, che saranno riconosciuti anche ai rapporti di lavoro attivati nel biennio 2026-2027. Confermati inoltre la decontribuzione in favore delle impres e gli incentivi all’autoimpiego nei settori strategici per lo sviluppo di nuove tecnologie e la transizione digitale ed ecologica. Oltre alla conferma dei fringe benefits per tutti gli aventi diritto, gli importi vengono maggiorati per i nuovi assunti che accettano di trasferire la residenza di oltre 100 chilometri. Tra le misure fiscali si conferma, anche per il triennio 2025-2027, la tassazione agevolata al 5% dei premi di produttività erogati dalle aziende ai lavoratori. I fringe benefits sono compensi non monetari, consistenti nella messa a disposizione di beni e/o servizi a favore dei lavoratori (o di qualche lavoratore), senza che ve ne sia l’obbligo di legge. A differenza del welfare aziendale, per il quale la norma subordina l’esenzione (totale o parziale) contributiva e fiscale al fatto che siano riconosciuti alla generalità o categorie di dipendenti, i fringe benefit possono essere riconosciuti anche al singolo lavoratore in accordo con il datore di lavoro. Si tratta di una forma di retribuzione in natura che riguarda in modo particolare i dirigenti, i quadri e il personale direttivo, ma potrebbero anche essere estesi senza alcun limite a lavoratori inquadrati a livelli inferiori.

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PENSIONI. Vengono confermate le misure dello scorso anno e potenziate quelle destinate ai lavoratori pubblici e privati che raggiungono l’età della pensione ma restano a lavoro.

INVESTIMENTI. Previste risorse per assicurare che, successivamente al termine del PNRR, l’andamento della spesa per investimenti pubblici sia coerente con i requisiti della nuova governance europea. Ci sarà un potenziamento delle risorse per il settore della difesa.

 

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