lunedì 25 Novembre 2024

C'è una crepa in ogni cosa. E' da li' che entra la luce (Leonard Cohen)

IL RUMORE DELLA MAREA UMANA

L’Italia si è mobilitata per la Giornata internazionale contro la violenza di genere. “Non Una di Meno” ha chiamato la marea in piazza per l’ottavo anno consecutivo, “con più rabbia che mai”. Piazze piene e slogan contro la cultura maschilista che attanaglia il nostro Paese. Montecitorio e Palazzo Madama a porte aperte. Cortei, corse, passeggiate, flash mob, sit in, visite ginecologiche gratuite, rassegne. E, soprattutto, tanto rumore.

La Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza sulle donne, a pochi giorni dal femminicidio di Giulia Cecchettin che ha scosso tutto il Paese,  sta portando nelle piazze italiane migliaia di persone che grideranno per dare voce a chi non ce l’ha più e a chi ha bisogno di aiuto per poterla tirare fuori.

A Roma migliaia di persone riunite con i volti segnati di rosso. O con dei fazzoletti al collo. Per Giulia, per le tante, troppe, vittime di femminicidio. Urlando in coro “ci vogliamo vive. Contro il patriarcato”. E contro le misure “insoddisfacenti” del governo, tra poco la marea fucsia partirà dal Circo Massimo per raggiungere piazza San Giovanni.

 Il vento gelido della Capitale non ha impedito a questa marea fucsia di urlare il proprio no alla violenza di genere.

A Ferrara diverse centinaia di manifestanti si sono radunati davanti alla statua di Savonarola per un  flash mob come non se ne vedevano da anni. Allo stadio Paolo Mazza, in occasione della partita Spal-Ancona, anche i tifosi della Curva Ovest hanno preparato una scenografia contro i femminicidi. Un grande scristione con la scritta Basta e tanti cartelli con i nomi delle donne uccise in questo 2023 in Italia.

“Siamo in 500mila”: è questo il dato fornito da Non una di meno in merito al corteo a Roma organizzato dall’associazione per la Giornata contro la violenza sulle donne, partito dal Circo Massimo. In piazza, slogan contro il patriarcato, la ‘mascolinità tossica’ e ovviamente,i femminicidi, già 107 in Italia dall’inizio dell’anno. Bersaglio delle manifestanti, anche il Governo Meloni, accusato di fare poco o nulla per contrastare la cultura maschilista e patriarcale in Italia.

Come da previsioni della vigilia, non mancano i riferimenti al conflitto israelo-palestinese con un chiaro e inequivocabile sostegno alla popolazione di Gaza. Dalle bandiere della Palestina al coro ‘siamo tutte palestinesi’.

Il corteo è partito dal Circo Massimo per raggiungere piazza San Giovanni, passando per Porta Capena, via di San Gregorio, via Labicana, viale Manzoni e via Emanuele Filiberto. “Una straordinaria manifestazione, sia a Roma che da altre parti d’Italia. È un segnale molto importante, il paese chiede di fare un passo in avanti contro la violenza di genere. Bisogna insistere sulla prevenzione, per sradicare la cultura patriarcale. Va contrastata a partire dalle scuole con l’educazione all’affettività. Bisogna mettere le risorse che mancano sulla prevenzione, formazione e emancipazione economica delle donne. Vogliamo fermare questa mattanza”. Così la segretaria dem, Elly Schlein al suo arrivo alla manifestazione.

Anche Fiorella Mannoia, Malika Ayane, Noemi, Luisa Ranieri, Luca Zingaretti e Ferzan Ozpetec, tra i tanti, alla manifestazione organizzata a Roma dal movimento ‘Non una di meno’ in occasione della giornata per l’eliminazione della violenza contro le donne.

“È un’emergenza drammatica, i numeri sono terribili: un femminicidio ogni 3 giorni, abbiamo il dovere di essere qui e dire che siamo contro ogni forma di violenza alle donne. Oggi abbiamo inaugurato una casa di semi autonomia a Grottaferrata intitolata a Giulia Cecchettin. Bisogna lavorare su tutti i fronti, non solo repressione ma prevenzione, perché troppo troppo spesso non si accetta la libertà delle donne”. Così il sindaco di Roma, Roberto Gualtieri, arrivato al Circo Massimo per la manifestazione contro la violenza alle donne. Poco prima ha incontrato e salutato la segretaria del Pd, Elly Schlein.

Il presidente Mattarella. Il capo dello Stato è intervenuto con un messaggio in occasione della Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne. “Drammatici fatti di cronaca scuotono le coscienze del Paese. Una società umana, ispirata a criteri di civiltà, non può accettare, non può sopportare lo stillicidio di aggressioni alle donne, quando non il loro assassinio”, scrive Mattarella.

“La pena e il dolore insanabili di famiglie e di comunità ferite sono lo strazio di tutti. Quando ci troviamo di fronte a una donna uccisa, alla vita spezzata di una giovane, a una persona umiliata verbalmente o nei gesti della vita di ogni giorno, in famiglia, nei luoghi di lavoro, a scuola, avvertiamo – continua il presidente –  che dietro queste violenze c’è il fallimento di una società che non riesce a promuovere reali rapporti paritari tra donne e uomini”.

Quindi il richiamo al 25 novembre: “La Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne richiama tutti a un rinnovato, personale, impegno. Non soccorrono improvvisate analisi di psicologia sociale a giustificare la persistenza di una piaga che non si riesce a guarire nonostante gli sforzi. Abbiamo bisogno del lavoro delle Istituzioni, delle associazioni, del mondo produttivo, della scuola, della cultura, del contributo di ciascuno, per sradicare un fenomeno che tradisce il patto su cui si fonda la nostra stessa idea di comunità. Un percorso in cui le donne e gli uomini si incontrano per costruire insieme una umanità migliore, nella differenza e nella solidarietà, consapevoli che non può esserci amore senza rispetto, senza l’accettazione dell’altrui libertà”.

“Una via – conclude Mattarella –  in cui le donne conquistano l’eguaglianza perché libere di crescere, libere di sapere, libere di essere libere, nello spirito della Convenzione di Istanbul, alla quale ha aderito l’Unione Europea, segno importante di una visione universale di autodeterminazione e dell’eguaglianza dei diritti delle donne e passaggio decisivo nel delineare il quadro degli interventi contro la violenza di genere”.

A Milano il sindaco Beppe Sala: “La piazza di Milano sia monito per il governo che ha tagliato i fondi che potrebbero essere utili in questa battaglia che è anche culturale” ha detto il sindaco a margine della manifestazione ‘Il patriarcato uccide’ organizzata in largo Cairoli. “Certamente è una piazza di monito, non metterei insieme la piazza di oggi con altre questioni, perché il patriarcato c’è in Ucraina, Israele, Palestina, c’è ovunque. Spero che a Milano si resti fedeli allo scopo e senso di questa giornata”, ha detto Sala. “Anche la politica – ha aggiunto il sindaco – deve sapere da che parte stare. Vedo degli atteggiamenti e delle strumentalizzazioni veramente inaccettabili. Chi non arriva a comprendere non è in grado di esser rappresentante dei cittadini. Quando la politica scade in volgarità non è tollerabile”.

A Bologna manifestazione affollata. Il neo questore, Antonio Sbordone, dice la sua sul fenomeno della violenza sulle donne: “Non è positivo il fatto che nelle piazze di questi giorni ci siano quasi solo donne. È sugli uomini che bisogna lavorare, vanno sensibilizzati e va creata uina coscienza del rispetto”

A Parma il corteo è stato promosso dal Comune di Parma, in collaborazione con le scuole secondarie di secondo grado e la rete delle associazioni del territorio. Dal parco Ducale ha raggiunto piazza Garibaldi dove si si sono tenuti gli interventi istituzionali e quelli degli alunni. “Tante ragazze e ragazzi della città ci dicono oggi che bisogna trovare un rimedio a quanto accaduto ed invertire la rotta, questo con l’impegno di tutti a partire dalla istituzioni. Condivido questa responsabilità come sindaco, come maschio e come padre per questo ci faremo carico di azioni reali che ogni giorno possano contrastare la violenza contro le donne”, ha detto Guerra. Un’altra manifestazione si è tenuta anche a Reggio Emilia e nel pomeriggio a Rimini, dove il corteo per le via della città è partito dall’arco di Augusto. A Lucca Porta Elisa si è illuminata da rosso.

A Istanbul, invece, la polizia ha fermato il corteo delle donne. La polizia in tenuta antisommossa ha fermato un corteo con qualche centinaio di attiviste che stavano marciando nel centro di Istanbul in occasione della giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne. Le forze dell’ordine hanno bloccato la strada alle attiviste che, con cartelloni e slogan femministi, avevano iniziato a marciare dal quartiere di Mecidiyekoy verso la centrale piazza Taksim, già da ieri completamente transennata. Per decisione della prefettura di Istanbul, sono state chiuse le fermate della metropolitana nei quartieri più centrali, sorvegliati da molti agenti di polizia.

A Madrid 2mila in corteo con i ministri del Psoe. Alla manifestazione, convocata da alcune associazioni femministe, hanno aderito anche diversi esponenti del Partito Socialista(Psoe), tra cui la ministra per l’Uguaglianza Ana Redondo. 2mila in strada con slogan come “basta giustizia patriarcale”. Esposti anche cartelli con i nomi delle donne vittime di femminicidi (quest’anno sono state finora 52, secondo la statistica ufficiale).

Il corteo è uno dei due indetti a Madrid in giornata contro la violenza sulle donne: a partire dalle 18, ne è stato programmato un secondo, al quale hanno aderito ltri esponenti politici e collettivi. I segnali di divisione all’interno del variegato movimento femminista spagnolo, emersi in particolare negli ultimi tempi in merito a questioni come la discussa legge per l’autodeterminazione delle persone transessuali approvata nella precedente legislatura, sono uno degli aspetti maggiormente sottolineati dai media iberici. Proprio su questo si è soffermatala minikstra  Redondo, con un appello “all’unità”.

“Non è importante a che manifestazioni partecipiamo”, ha detto, “ma che si senta forte e chiara la voce delle donne e di tutte le persone femministe contro ogni tipo di violenze sulle donne”. Cortei contro la violenza sulle donne sono in corso o in programma nelle prossime ore in molte città e località spagnole.

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