lunedì 25 Novembre 2024

C'è una crepa in ogni cosa. E' da li' che entra la luce (Leonard Cohen)

Mattarella contro il capitalismo di rapina. Bonomi contro il salario minimo

“Non è il capitalismo di rapina quello a cui guarda la nostra Costituzione quando definisce le regole del gioco”. E il richiamo più severo che il presidente Mattarella ha rivolto all’assemblea generale della Confindustria all’Auditorium del Parco della musica a Roma, accolto da un lungo applauso. “Il principio – ha aggiunto il capo dello Stato – non è quella della concentrazione delle ricchezze ma della loro diffusione. Il modello lo conosciamo: è quello che ha fatto crescere l’Italia e l’Europa”.

Le aziende – ha osservato – sono al centro di un sistema di valori, non solo economici. Siete voi, a ricordare – anche a me – che l’impresa ha responsabilità che superano i confini delle sue donne e dei suoi uomini; e, aggiungo, dei suoi mercati. Le imprese sono veicoli di crescita, innovazione, formazione, cultura, integrazione, moltiplicazione di influenza, fattore di soft-power. E sono, anche, agenti di libertà. Generare ricchezza è una rilevante funzione sociale. È una delle prime responsabilità sociali dell’impresa. Naturalmente, non a detrimento di altre ricchezze, individuali o collettive”.

“Il bilancio che ne va tratto non interpella i singoli stake-holder aziendali ma si rapporta all’intero sistema economico e sociale. È quel concetto ampio di ‘economia civile’ che trova nella lezione dell’illuminismo settecentesco napoletano e, puntualmente, in Antonio Genovesi, un solido riferimento. Qual è un principio fondamentale della democrazia? Evitare la concentrazione del potere, a garanzia della libertà di tutti”.

“Vale per le istituzioni. Vale per le imprese, a proposito delle quali – ha aggiunto Mattarella – possiamo parlare di concorrenza all’interno di un mercato libero. E la lotta ai monopoli ne rappresenta capitolo importante. L’impresa è una formazione intermedia nella nostra società, un corpo sociale di quelli richiamati dalla Costituzione che contribuiscono alle finalità da questa definite, concorrendo al soddisfacimento di bisogni. Lo Stato coordina gli interessi e le necessità di ciascuno degli interlocutori, orientandoli al soddisfacimento delle istanze dell sono povere”e comunità”.

Sulle morti nei cantieri e nelle azienze, il presidente ha esortato a comprendere che “la sicurezza sul lavoro interpella la coscienza di ciascuno” . Il capo dello Stato ha poi osservato che “troppi giovani lasciano l’Italia per le proposte di stipendio. “Se c’è qualcosa che una democrazia non può permettersi è di ispirare i propri comportamenti, quelli delle autorità, quelli dei cittadini, a sentimenti puramente congiunturali. Con il prevalere di inerzia ovvero di impulsi di ansia, di paura“. Ecco, per Mattarella, una democrazia non può cavalcare la paura.

Tra gli ospiti all’assemblea, l’ultima di Carlo Bonomi in veste di presidente degli industriali, c’è anche Marina Berlusconi, alla guida di Fininvest, assieme a una ricca platea di imprenditori. Il primo ad intervenire è stato il numero uno di viale dell’Astronomia. Serve “un cambio di rotta” per rendere il lavoro più inclusivo, soprattutto nei confronti di giovani e donne – ha detto – servono politiche industriali e politiche per il lavoro capaci di creare un mercato in cui concorrenza leale e competitività siano assunte come valori imprescindibili”.

“Su come lo Stato adempia a questi doveri – ha osservato ancora Bonomi – noi, come imprese, sappiamo che la realtà è molto diversa. Ora serve, dunque, una correzione di rotta, capace di ‘promuovere tutte le condizioni affinché il diritto al lavoro sia effettivo’ e trovino compimento i principi costituzionali. Dobbiamo migliorare l’inclusività del nostro mercato del lavoro, soprattutto nei confronti dei giovani e delle donne, e garantire la piena realizzazione dei diritti che enunciamo. Non è sufficiente introdurre obblighi per legge, servono interventi e politiche coerenti”. In pratica, un no deciso al salario minimo legale.

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