domenica 24 Novembre 2024

C'è una crepa in ogni cosa. E' da li' che entra la luce (Leonard Cohen)

ESAME DI MATURITA’ / Ragazzi, stupite i professori

E ti pareva! Alla vigilia dell’esame di maturità arriva finanche la mental coach, ovvero la professionista specializzata nella prestazione e che dovrebbe saper dare buoni consigli a migliaia di studenti precoccupati per un esame che spalanca il futuro.

A parere di molti, però, gli esami importanti della vita cominciano prima, molto prima: vuoi trascurare, infatti, il trauma del primo giorno all’asilo, quando i pargoli escono per la prima volta di casa e piangono; e della quinta elementare? e delle scuole medie con relativo esame? e dei cinque anni delle superiori?

L’altro grande esame della vita sarà l’università, poi la ricerca del lavoro, poi le tante esperienze umane, personali e sentimentali che costituiranno le prove fondamentali della vità. Ma il mental coach – per dirci banalità che i nostri genitori e i genitori dei nostri genitori non sapevano neanche esistessero – non si era mai sentito.

A mamma e papà bastavano poche parole per incoraggiarci e per farci indossare la corazza contro la paura e l’ansia: “Hai studiato? Non preoccuparti, se hai studiato non ti devi preoccupare” era questa la raccomandazione del mental coach che tutti noi avevamo in casa.

Altro che strizzacervelli, altro che motivazioni e handicap interiori in agguato che avrebbero potuto danneggiarci. Generazioni di studenti hanno affrontato la prova d’esame senza far ricorso a queste banalità. C’era, sì, la paura di un flop, ed era tanta, ma vi si sopperiva con lo studio degli ultimi giorni, fatto di ripassi, di bignamini, di confronti con amici e compagni di classe, di nottate trascorse su libri il più delle volte rimasti intonsi per tutto l’anno scolastico e che all’improvviso diventavano una scialuppa di salvataggio. Ma se studiavi e ti applicavi, il 90 per cento dell’impresa era in tasca. Semmai poteva deluderti il voto finale, frutto di incertezze e momentanei vuoti di memoria, ma la maturità era bell’e conquistata.

Oggi, nell’era della “competition is competition”, qualsiasi specialista della performance trascura di insistere sulla cosa fondamentale che il nostro Paese stenta a considerare prioritaria: lo studio. Non dico alla maniera di Vittorio Alfieri che si legava alla sedia, ma un certo sforzo sui libri e meno sui social-media è necessario. E’ frutto, inutile ribadirlo, della curiosità che qualsiasi insegnante dovrebbe sollecitare nei suoi studenti, avendone di tempo per farlo.

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La modernità ci fa spesso dimenticare la cosa essenziale per il successo: la semplicità. Dice la specialista della prestazione: “Affrontate lo scritto convinti che sarà la migliore prova di sempre”. Esercizi di respirazione, visualizzazione: tutti i trucchi per avere successo. Ansia e paura sono di sicuro le compagne di viaggio d’eccellenza per chi affronta la prova dell’esame di maturità.

“Ma la paura non è un sentimento negativo – leggo su RaiNews i consigli di Nicoletta Cotugno, coach professionista e fondatrice di Qui Coaching  -Anzi è proprio la paura che ci rende coraggiosi. Essere coraggiosi non significa essere privi di paura, ma averla e saperla affrontare”.

Il primo consiglio dell’esperta è affrontare la prova degli scritti convinti che sarà la miglior prova di sempre. “La nostra mente è uno strumento potente, essere convinti di fare bene è già di per sè un grande passo per il successo”. Importante è visualizzare noi stessi nel momento in cui affrontiamo la prova: vederci felici, competenti convinti di poter fare bene e di avere successo. “Qualunque sia stato il rendimento durante l’anno – ribadisce – dobbiamo essere sereni e convinti da dare il meglio. E il mio consiglio è sempre di mettere nel tema qualcosa di ‘nostro’ che caratterizzi la nostra prova”.

Infine gli esercizi di respirazione: tanto importanti sia la notte prima degli esami che il giorno dello scritto. “Il respiro ci dice che siamo calmi, che non abbiamo nulla da temere e che siamo pronti ad affrontare con serenità un momento che ricorderemo per tutta la vita”.

Insomma, più che una prova d’esame sembra che i nostri figli siano costretti a sorbirsi una seduta di psicoanalisi o un allenamento prima della finale di Champions. E’ bene propendere invece per la smitizzazione della paura, sentimento naturale che non deve però prevaricare la nostra determinazione nell’affrontare le prime prove della vita: la maturità equivale, come intensità emotiva, alla prima cotta, al primo bacio, alla prima serata in discoteca, al conseguimento della patente di guida, al primo viaggio in aereo, all’innamoramento e alle delusioni che ogni prova comporta come rovescio della medaglia.

E se è proprio necessario dare un consiglio a chi deve sottoporsi alla prova scritta d’italiano, che consente di spaziare in una infinità di argomenti e tracce, ricordiamo che il miglior componimento è quello che nasce dal cuore. Ragazzi, stupite i vostri professori. (PdA)

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