lunedì 10 Marzo 2025

C'è una crepa in ogni cosa. E' da li' che entra la luce (Leonard Cohen)

Troppi assistiti e mancato ricambio: medici di famiglia a rischio estinzione

FERRARA – Più di 1.800 per ogni medico di base. E’ il picco di pazienti che devono seguire alcuni medici di famiglia nel nostro territorio a fronte di una media provinciale che oscilla sui 1.400 utenti. In una novantina di ambulatori si va oltre i 1.500, con la quota massima in alcuni casi appunto di 1.800 assistiti.

I medici di famiglia sono a rischio estinzione. Il nuovo rapporto della Fondazione Gimbe (Gruppo Italiano per la Medicina Basata sulle Evidenze), che analizza attraverso i numeri lo stato di salute del sistema sanitario italiano, affronta oggi uno dei suoi organi più sofferenti. I medici di medicina generale sono infatti una delle categorie più carenti in Italia. Questo accade da un lato perché i loro numeri sono in calo: “Attualmente ne mancano oltre 5.500” spiega il rapporto. “Altri 7.300 andranno in pensione entro il 2027”. Oltre la metà di chi lavora, il 52%, “è sovraccarico di assistiti”. La situazione peggiore si trova in Lombardia e Veneto.

I giovani medici non hanno interesse a rimpiazzare gli anziani, ma si rivolgono a specialità più remunerative. “Il 15% delle borse di studio – prosegue Gimbe – non è stato assegnato, con punte di oltre il 40% in 6 regioni”. Si tratta di Marche, Molise, provincia autonoma di Bolzano, Lombardia, Liguria e Veneto.

“L’allarme sulla carenza dei medici di medicina generale – secondo Nino Cartabellotta, presidente della fondazione Gimbe – riguarda ormai tutte le regioni e affonda le radici in una programmazione inadeguata, che non ha garantito il ricambio generazionale in relazione ai pensionamenti attesi. Negli ultimi anni poi la professione ha perso sempre più attrattività, rendendo oggi spesso difficile per i cittadini trovare un medico vicino a casa”.

Il limite massimo di 1.500 pazienti per medico di famiglia può essere superato se su un territorio troppi cittadini restano senza assistenza. Si tratta di un’eventualità che accade spesso, visto che il 51,7% dei medici supera la soglia fissata per legge.

La carenza si fa sentire in oltre mezza Italia. In testa ci sono Lombardia (il 74% dei medici supera il limite dei 1.500 pazienti) e Veneto (69%). A seguire si trovano provincia di Bolzano, Valle d’Aosta, Sardegna, Campania, Emilia Romagna, provincia di Trento, Marche, Piemonte, Friuli Venezia Giulia e Liguria. “Questo livello di sovraccarico – commenta Cartabellotta – riduce il tempo da dedicare ai pazienti, compromettendo la qualità dell’assistenza, e limita la possibilità per il cittadino di esercitare il diritto della libera scelta”.

Le carenze più gravi di medici di famiglia in Italia si verificano soprattutto nelle grandi regioni. In Lombardia, calcola Gimbe, ne mancano 1.525. Seguono Veneto (785), Campania (652), Emilia Romagna (536), Piemonte (431) e Toscana (345). La voragine dei medici di famiglia è riconosciuta dagli stessi camici bianchi. Coinvolge le grandi città, ma anche le zone rurali.

A Ferrara, sono 215 i medici di famiglia che operano nella città e in provincia, il numero totale dei pazienti è poco meno di 300mila. “Rispetto al dato regionale la provincia di Ferrara è in una posizione più favorevole”, precisa Franco Romagnoni, direttore del dipartimento di cure primarie. La carenza dei medici nel Ferrarese si attesta su un meno 54.

“Il rapporto giusto sarebbe di un medico per ogni mille, al massimo 1.200 pazienti”, precisa Francesco Artosi, medico. Ma quel numero nella nostra provincia – sono 215 i medici – è un’utopia. Alcuni medici di pazienti ne hanno 1.800, tanti. Troppi. Così diventa un’impresa, sempre più difficile seguire quell’esercito di assistiti. “

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