Due tragedie si sono consumate ancora una volta nel Mar Mediterraneo, una sulla rotta del Mediterraneo orientale, con decine di dispersi tra le persone migranti partite dalla Turchia e un’altra nel Mediterraneo centrale, i cui sopravvissuti sono sbarcati a Lampedusa.
Sarebbero 66 i migranti dispersi a causa del ribaltamento, a circa cento miglia dalla costa della Calabria, della barca a vela sulla quale viaggiavano. Tra loro c’erano, secondo i testimoni, almeno 26 bambini. In soccorso dell’imbarcazione è giunto un mercantile che ha trasferito 12 superstiti su un’unità della Guardia costiera che è poi approdata a Roccella Ionica. Tra loro una donna successivamente deceduta.
Sarebbero una sessantina i migranti dispersi per il ribaltamento, a circa cento miglia dalla costa della Calabria, della barca a vela sulla quale viaggiavano. In soccorso dell’imbarcazione è giunto un mercantile che ha trasferito i 12 migranti superstiti su un’unità della Guardia costiera che è poi approdata a Roccella Ionica.
In porto è arrivato anche il cadavere di una donna morta dopo essere finita in mare. Sono state attivate adesso le ricerche delle persone disperse, ma, al momento, non ne é stata recuperata nessuna.
I migranti che viaggiavano a bordo dell’imbarcazione erano partiti nei giorni scorsi da un porto della Turchia. Si tratta di persone di nazionalità irachena, siriana e iraniana.
Continuano gli sbarchi a Lampedusa: 173 migranti sono arrivati nella notte su tre imbarcazioni. A soccorrerli le motovedette di Guardia di finanza e Guardia costiera. Sulla prima, c’erano 103 persone, fra cui 3 minori, di nazionalità bengalese, sudanese, siriana ed egiziana. Ai soccorritori hanno detto di essere partiti dal porto di Zawia, in Libia.
Ancora morte nel Mediterraneo centrale, al largo di Lampedusa. Dieci cadaveri sono stati trovati nella pancia di una barca in legno; migranti forse soffocati e uccisi dai fumi del carburante. A bordo – spiega la ong Resqship – c’erano 61 persone: 51 sono state portate via, due delle quali privi di sensi: altre 10 sono state trovate senza vita nella parte inferiore dello scafo.
Il team è intervenuto anche con un’ascia per accedere all’interno del barcone. Il veliero Nadir di Resqship era a oltre 100 miglia dalle coste libiche, in acque internazionali a poco più di 40 miglia da Lampedusa, nei pressi dell’area Sar maltese.
Il giorno prima aveva raccolto una segnalazione relativa a un altro barcone in pericolo, lanciata da Alarm Phone: a bordo c’erano 62 persone poi affidate alla guardia costiera. Nadir ha dunque continuato a monitorare il mare fino alla tragica scoperta del natante con i 10 morti.