In Gran Bretagna gli apprezzamenti di Starmer per il “modello Albania” italiano nella gestione dei flussi migratori continuano restare indigesti. Critiche al Primo Ministro inglese continuano a piovere anche e soprattutto dalla stampa Laburista. Il Guardian per esempio ospita un editoriale firmato da Lea Ypi, professoressa di teoria politica alla London School of Economics, che definisce il piano adottato dal governo Meloni “totalmente senza senso”.
“Accordi migratori come quello che il partito laburista sta apparentemente studiando – scrive l’editorialista (nella foto) – si basano su vari presupposti: che la migrazione in sé sia un problema, che la migrazione irregolare sia combattuta al meglio con draconiane restrizioni alle frontiere, che la detenzione extraterritoriale possa fungere da deterrente. Ci sono ampie ricerche che dimostrano che ognuna di queste premessa è dubbia”.
“Ma anche supponendo che siano valide, ci sono altri tre problemi che ogni politico “pragmatico” dovrebbe affrontare. Politicamente, il modello Albania è presentato come una novità nella gestione dei flussi migratori perché prevede la cooperazione tra un candidato UE e uno Stato membro UE. Ispirato dal desiderio di trovare una soluzione “strutturale” al problema dell’immigrazione irregolare, in realtà fa esattamente l’opposto: lascia ai negoziati bilaterali ciò che dovrebbe emergere come risultato di un processo a livello UE. Inoltre, e più rilevante per il Regno Unito, che non ha alcun piano di rientrare nell’UE, crea un pericoloso precedente in cui i singoli paesi perseguono i propri accordi per affrontare il proprio “problema” migratorio, prevenendo le possibilità di un processo veramente coordinato in tutta Europa.
“In secondo luogo, il principio di non-refoulement (non repressione) , sancito dalla convenzione ONU del 1951 relativa allo status dei rifugiati, proibisce l’espulsione o il rimpatrio di persone in paesi considerati non sicuri. Meloni insiste sul fatto che l’Albania è sicura, citando il suo status di candidato all’UE. Ma se così fosse, perché le donne incinte, i bambini e altre categorie vulnerabili sono esentate dall’accordo?“.
“In terzo luogo, c’è la questione economica. Per rispettare il diritto internazionale, i migranti deportati devono rimanere responsabilità dell’Italia. Secondo l’accordo tra Italia e Albania, l’Italia è responsabile di tutti i costi di costruzione e gestione dei due centri, nonché del personale di polizia, dei medici, degli infermieri e dei funzionari amministrativi, per una spesa totale che è stata stimata in 670 milioni di euro (562 milioni di sterline). Un migrante irregolare in Albania costa all’Italia lo stesso o più di quanto costerebbe se fosse processato nel suo territorio. L’unico vantaggio è che i migranti diventano invisibili: lontano dagli occhi, lontano dal cuore , come dice il proverbio italiano“.
E allora, si chiede il Guardian: “Come può una soluzione che non ha alcun senso logico da un punto di vista politico, legale ed economico essere ancora considerata pragmatica” da Starmer? “Forse c’è una sola risposta plausibile: propaganda. Il partito laburista sa di avere una maggioranza precaria, minacciata da politici di estrema destra che urlano sul pericolo dell’immigrazione. Il partito laburista pensa chiaramente di poter inviare un messaggio agli elettori più di destra nella sua coalizione”. (In collaborazione con l’Agenzia Dire – www.dire.it)