C’e un dato che mi ha detto uno studioso della demografia: in questo momento gli investimenti che danno più reddito sono la fabbrica di armi e gli anticontraccettivi: uno distrugge la vita, l’altro impedisce la vita. E questi sono gli investimenti che danno più reddito…”. Lo dice papa Francesco nel suo intervento agli Stati generali della natalità.
“Il problema – continua Bergoglio – del nostro mondo non sono i bambini che nascono: sono l’egoismo, il consumismo e l’individualismo, che rendono le persone sazie, sole e infelici. Ma la vita umana non è un problema- prosegue- è un dono. E alla base dell’inquinamento e della fame nel mondo non ci sono i bambini che nascono, ma le scelte di chi pensa solo a sé stesso, il delirio di un materialismo sfrenato, cieco e dilagante, di un consumismo che, come un virus malefico, intacca alla radice l’esistenza delle persone e della società. Il problema non è in quanti siamo al mondo, ma che mondo stiamo costruendo; non sono i figli, ma l’egoismo, che crea ingiustizie e strutture di peccato”.
Per il pontefice “l’egoismo rende sordi alla voce di Dio, che ama per primo e insegna ad amare, e alla voce dei fratelli che ci stanno accanto; anestetizza il cuore, fa vivere di cose, senza più capire per cosa; induce ad avere tanti beni, senza più saper fare il bene. E le case si riempiono di oggetti e si svuotano di figli, diventando luoghi molto tristi. Non mancano cagnolini e gatti, questi non mancano, mancano i figli. Il problema del nostro mondo non sono i bambini che nascono: sono l’egoismo, il consumismo e l’individualismo, che rendono le persone sazie, sole e infelici”.
A livello istituzionale”, per contrastare la denatalità, “urgono politiche efficaci, scelte coraggiose, concrete e di lungo termine”. Dice il papa. “C’è bisogno di un impegno maggiore da parte di tutti i governi, perché le giovani generazioni vengano messe nelle condizioni di poter realizzare i propri legittimi sogni. Bisogna “porre una madre nella condizione di non dover scegliere tra lavoro e cura dei figli; oppure liberare tante giovani coppie dalla zavorra della precarietà occupazionale e dell’impossibilità di acquistare una casa”.
I DATI SULLA NATALITA’
In Italia ci stiamo avvicinando all’inverno demografico. I dati sulla natalità ci dicono, infatti, che nel 2023 sono venuti alla luce 379mila bambini, nel 2008 furono invece 576,659. Un calo di quasi duecentomila nascite, 197.659 per l’esattezza. Nel 2022 il numero medio di figli per donna era di 1,24, l’anno scorso è sceso all’1,2. La regione che supera il tasso medio italiano di fecondità (1,2) è il Trentino Alto Adige (1,42) mentre l’Emilia Romagna lo supera di poco (1,22). La Sardegna si avvia allo spopolamento: il tasso che ha fatto registrare è 0,91.
I dati impongono scelte politiche coraggiose che il governo però ha difficoltà a fare o forse non è all’altezza del problema. La Francia è in controtrendenza: ha fatto registrare un tasso di fertilità dell’1,79 grazie a politiche mirate che sostengono i neogenityotri con importanti aiuti econpomici, agevolazioni fiscali, asili nido, scuola a tempo pieno e part time nei òprimi anni di vita. E per contrastare il lieve calo delle nascite, il prsidente Macron ha annunciato un piano straordinario con più supporti economici per i figli.
L’Italia, invece, per lamentandosi della caduta demografica, arranca concendo discutibili e complicati bonus. Una politica seria non si vede e, a quanto pare, non appare neanche all’orizzonte.