Contestazione rumorosa contro la ministra della Famiglia Eugenia Roccella agli Stati generali della natalità all’Auditorium della Conciliazione a Roma. Cori (fuori i Pro-vita dai consultori) e cartelli a comporre la scritta “Sul mio corpo decido io” hanno costretto l’esponente del governo a lasciare il palco e la sala definendosi poi una vittima anche degli intellettuali di sinistra (sic).
Gli studenti e le studentesse, che sono stati identificati dalla polizia, hanno lasciato l’Auditorium venendo poi fatti oggetto del lancio di bicchieronid’acqua da parte di altri studenti presenti in sala. Solidarietà alla Roccella è stata espressa da Giorgia Meloni e dal presidente Mattarella.
Appena salita sul palco, studenti e studentesse si sono alzati in piedi per dare avvio alla contestazione. Dal palco Roccella ha detto: “Avete ragione, oggi non decidete voi“. I ragazzi e le ragazze hanno replicato gridando “vergogna“.
L’organizzatore, Gigi De Palo, ha invitato una rappresentante del gruppo a parlare sul palco. Mentre la ragazza leggeva un comunicato, in sala alcuni adulti apostrofavano urlando la ragazza: “Vai via, esci, vattene“.
La ministra, dopo la contestazione, ha rinunciato a parlare abbandonando il palco. E gli studenti protagonisti di fischi e urla (hanno detto di essere una quarantina di ragazzi di università e licei di Roma, nella stragrande maggioranza di sesso femminile), poco dopo, sono stati fermati e identificati dalla Polizia all’esterno, sul marciapiedi. Mentre però i protagonisti della contestazione uscivano, un gruppo formato da altri studenti li ha bersagliate di acqua, tra risate e sarcasmo.
Finisce con la ministra Roccella contestata che se ne va e rinuncia all’intervento. Con le ragazze e i ragazzi che l’hanno fischiata che lasciano la sala anch’essi. La scena più triste è quella di altri studenti, tutti maschi, che svuotano bicchieroni d’acqua sui gruppi femministi mentre vengono accompagnati fuori dalla polizia.
Risate, pacche sulle spalle, sarcasmo all’indirizzo delle attiviste che hanno bersagliato Roccella: “È la libertà di espressione”, ghigna un giovane che ha appena inzuppato le ragazze. Lui e i suoi compagni studiano all’istituto superiore Tommaso Salvini del quartiere Prati, che ha la sede principale ai Parioli. Vengono rimproverati dalla polizia e dai professori per il gesto. Loro restano in sala, mentre i contestatori sono accompagnati fuori. Scena che alcune ragazze ritengono di stigmatizzare pubblicamente, replicando a De Palo.
“Nessuno ha cacciato nessuno– dice l’organizzatore dell’evento- loro volevano intervenire per interrompere la ministra e ottenere visibilità. Una volta ottenuta questa cosa sono andati via”. Le ragazze che parlano in sala chiedono di cacciare anche gli studenti del Salvini: “Le hanno aggredite”. Niente da fare, loro restano seduti.
Dopo il presidente Mattarella, “piena e incondizionata solidarietà a Eugenia Roccella anche dalla premier Meloni. Lo spettacolo andato in scena questa mattina agli Stati Generali della Natalità è ignobile”. Lo scrive sui social la premier Giorgia Meloni, che aggiunge: “È ora di dire basta“. E aggiunge: “Ancora una volta è stato impedito ad un Ministro della Repubblica di intervenire e di esprimere le proprie idee. Responsabile un gruppo di contestatori che si riempiono la bocca delle parole libertà, rispetto e autodeterminazione delle donne, ma poi amano la censura e impediscono ad una donna di parlare perché non ne condividono le idee”. Lo scrive sui social la premier Giorgia Meloni.
Al grido di ‘Fuori I Pro vita dai consultori’ e di ‘Sul mio corpo decido io‘, i ragazzi non sembravano avere alcuna intenzione di interrompere la protesta. “Ci dispiace perché qui con noi ci sono tanti ragazzi delle scuole, ma non saremo certo noi a cacciarvi“, le parole di De Palo dal palco, con l’evento che stava proseguendo nonostante il continuo ‘disturbo’ rumoroso degli studenti, tra fischietti e cori.
LA MINISTRA
“Sono certa che la segretaria del Pd Elly Schlein, tutta la sinistra, gli intellettuali – Antonio Scurati, Roberto Saviano, Nicola Lagioia, Chiara Valerio, ecc. -, la ‘grande stampa’ e la ‘stampa militante’ che abbiamo visto in queste ore mobilitata in altre sedi, avranno parole inequivocabili di solidarietà nei miei confronti dopo l’atto di censura che questa mattina mi ha impedito di parlare agli Stati generali, organizzati dalla Fondazione per la Natalità per svolgere il mio intervento e anche per rispondere ai contestatori-censori e interloquire con loro”. Lo ha scritto su Facebook la ministra Eugenia Roccella.
Dopo aver avuto la conferma che la ministra Roccella aveva abbandonato l’Auditorium della Conciliazione, gli studenti autori della contestazione (“Siamo quaranta ragazzi di università e licei di Roma“, hanno detto) – hanno lasciato spontaneamente la sala e si sono spostati sul marciapiedi. Qui però sono stati fermati dalla Polizia, con gli agenti che li hanno circondati per identificarli. Dopo almeno trenta minuti sotto il sole, alcuni ragazzi si sono rivolti ai giornalisti presenti per avere dell’acqua, che oltre a qualche bottiglietta hanno fornito alle ragazze anche un paio di ombrelli per ripararsi. “Merde, fateci passare”, il coro levatosi durante l’attesa. Insieme alla proposta più ardita di un giovanissimo studente: “Ma se vi facciamo il ‘saluto magico’ possiamo andare?”.