martedì 22 Ottobre 2024

C'è una crepa in ogni cosa. E' da li' che entra la luce (Leonard Cohen)

NEW YORK E’ PIENA / Manifesti del sindaco: “Non c’è più spazio, andate via”

New York si arrende. La capitale del mondo, 9 milioni di abitanti, frenetica, ricca, mai ferma, alza bandiera bianca: è piena, non ha più spazio per ospitare i migranti, nonostante sia per antonomasia la città degli immigrati, accogliente, costruita proprio da chi è venuto da fuori. Secondo alcuni media la responsabilità va attribuita alla speculazione immobiliare. La Grande Mela è la città degli ultra-ricchi. I manifesti del sindaco: “Non c’è più spazio per chi viene da fuori”.

Le persone nate all’estero costituiscono un terzo della popolazione di Nyc e possiedono più della metà delle sue attività. Nell’area vivono più di 3 milioni di italiani  o discendenti di italiani che costituiscono, quindi, il più grande gruppo etnico e linguistico della grande area urbana.

Ebbene – scrive Annie Lowrey sulla  rivista The Atlantic – dalla primavera scorsa sono arrivati ​​a New York circa 100.000 richiedenti asilo, eppure la città fatica ad accogliere questa ondata di nuovi arrivi. I migranti vendono caramelle nella metropolitana, dormono per le strade di Midtown, aspettano un posto nei rifugi per senzatetto. Le famiglie hanno difficoltà ad accedere alle scuole pubbliche, all’assistenza legale e all’assistenza sanitaria. Sono pertanto vulnerabili alla predazione e alla violenza.
 
È una crisi umanitaria, a lanciare l’allarme è il sindaco che ha esclamato: “New York is Full” (New York è piena). La città si è affrettata ad accogliere questi nuovi residenti, ma il sindaco Eric Adams ha dovuto ammettere che la città è ufficialmente sopraffatta. “Abbiamo raggiunto la piena capacità”, ha detto senza mezzi termini in una conferenza stampa a luglio. “Non abbiamo più spazio”.

La risposta della città all’arrivo dei nuovi migrant ha raccolto critiche feroci sia da destra, sia da sinistra. I repubblicani hanno criticato il sindaco per aver sprecato risorse che sarebbe meglio spendere per i newyorkesi di lunga data. I democratici lo hanno, invece, attaccato per aver permesso che si sviluppasse una catastrofe umana e per aver cercato di scaricare la colpa sul governo statale e federale.

Della crisi umanitaria che affligge la Grande Mela si occupa anche in un reportage il giornale indiano di lingua inglese Hindustan Times. “Non c’è più spazio per i migranti” riporta nel titolo il giornale di New Dehli. Il sindaco Eric Adam – scrive – afferma che “la nostra tazza è praticamente traboccata. Abbiamo dichiarato diversi mesi fa che avevamo raggiunto la piena capacità e che la piena capacità era stata verbalizzata. Non abbiamo più spazio in città e abbiamo bisogno di aiuto”.

Il sindaco ha fatto esporre anche manifesti che sostengono le sue opinioni e in cui si chiede alla gente di “prendere in considerazione un’altra città. Non vi è alcuna garanzia che saremo in grado di fornire riparo e servizi ai nuovi arrivati. Gli alloggi a New York sono molto costosi – è scritto sui manifesti – il costo del cibo, dei trasporti e di altri beni di prima necessità è il più alto degli Stati Uniti”.

The Atlantic attribuisce la situazione anche alla speculazione immobiliare. Vediamo allora il perché di questa tendenza che di fatto sta escludendo migliaia e migliaia di cittadini dalla vita nella Grande Mela, interrompendo un processo quasi secolare.

LA CRISI IMMOBILIARE

E’ bene far ricorso a una documentata analisi pubblicata due anni fa sul sito di notizie di finanza etica e di economia sostenibile Valori :mentre 80mila persone non hanno un tetto per via dei prezzi troppo alti delle case, a New York si costruiscono appartamenti extra-lusso. E ricorda: inverno di vent’anni fa. La metropoli è sommersa dalla neve. Mezzo metro che rende magica l’atmosfera della Grande Mela. A  Manhattan, un appartamento agli ultimi piani di una torre di 200 metri, con una vista panoramica su Central Park, viene venduto a 43 milioni di dollari. Più di 22.500 dollari al metro quadrato.

La “mostruosa compravendita” fornisce ai costruttori americani una conferma: il modo migliore per speculare nell’isola più “in” di Nyc è lassù, in cima ai grattacieli. È l’inizio di una profonda trasformazione dello skyline di Manhattan che per i newyorkesi prende il nome di Linea dei miliardari. Ovvero una lunga fila di palazzi la cui altezza supera i 300 metri, appena a Sud del Central Park, costruiti dal 2014 ad oggi.

Il New York Times ha raccontato che la tendenza ha preso le forme di una speculazione verticale: immensi grattacieli che ospitano appartamenti extra-lusso. Così, nonostante l’aumento della superficie acquistabile, i prezzi hanno continuato a crescere, poiché i nuovi beni sono confinati in una nicchia ad uso e consumo degli ultra-ricchi. E l’aumento è stato tale da aver lasciato parzialmente insoddisfatto l’appetito dei costruttori.

Secondo lo stesso New York Times, infatti, la metà degli appartamenti di lusso costruiti negli ultimi cinque anni risulta ancora invenduta. E nulla lascia pensare che le compravendite possano essere finalizzate nei prossimi anni. Il paradosso della speculazione immobiliare della Grande Mela sta tutto qui.

Una città che soffre enormi problemi legati all’alloggio, ma che anziché case accessibili a tutti costruisce beni di super-lusso. Senza neppure riuscire a venderli. Nel frattempo, anche gli affitti risultano esorbitanti e sono circa 80mila i senzatetto che affollano le strade della città, in ripari di fortuna, metropolitane e sotto i cartoni.

A spingere al rialzo i prezzi c’è poi l’incremento esponenziale del numero di residenti. Cresciuto di mezzo milione tra il 2008 e il 2018, mentre in città, nel frattempo, sono stati costruiti soltanto 100mila alloggi in più. Di cui la maggior parte, appunto, non risponde in alcun modo alle necessità dei newyorkesi. Questi ultimi hanno bisogno di appartamenti di taglio piccolo o medio, mentre per ragioni speculative se ne costruiscono di immensi. E inaccessibili.

Così, gli unici che ancora riescono a permettersi una casa a New York sono miliardari russi, cinesi o arabi. Problema: ll’economia cinese ha rallentato la propria crescita. Nel contempo, il Tesoro americano nel 2017 ha disposto un giro di vite sul riciclaggio di denaro attraverso il mercato immobiliare di lusso. Il che ha reso più complicati gli acquisti da parte società anonime. Scatole vuote utilizzate proprio a tale scopo, sulla pelle della middle class americana.

Forse sta tutto qui il perché di una città full che – a detta del sindaco – non ha più spazio per accogliere chi vuol venire da fuori. E per farlo capire a tutti ha affisso anche dei manifesti: “Prendete in considerazione un’altra città” ha scritto. In altre parole: andatevene.  (PdA)

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