venerdì 22 Novembre 2024

C'è una crepa in ogni cosa. E' da li' che entra la luce (Leonard Cohen)

NORMA LASCIA AD ANDREA

Dopo oltre 13 anni, Norma Rangeri lascia la direzione del Manifesto. Fu eletta il 4 maggio del 2010 ed è stata la donna più al comando di un quotidiano italiano.

Oggi, secondo una prassi consolidata e unica in Italia, tutti i soci della cooperativa del Manifesto (30 giornalisti e 22 poligrafici) hanno eletto  il successore: Andrea Fabozzi. Giornalista, 52 anni, inviato parlamentare, è al Manifesto dal 2001. È stato caporedattore, caposervizio della politica e più di recente presidente del consiglio di amministrazione della cooperativa.

“Riconosco a cuor leggero che guidare un quotidiano richiede energie più fresche” ha scritto Norma Rangeri nell’articolo di saluto in cui ripercorre molti anni di storia e di politica.

“Le forze democratiche e di sinistra– dice- non godono di buona salute e noi del Manifesto, che di questa sinistra siamo parte, soffriamo l’inadeguatezza del nostro campo. La sinistra deve ritrovare il suo popolo, l’empatia verso i più deboli, verso chi dipende da un salario e deve fare i conti con un nuovo lessico dei diritti sociali e civili molto cambiato”.

Rangeri definisce “clamorosa e positiva” la svolta nel Pd “con la leadership di una giovane donna come Elly Schein”. Ricorda l’uscita dal giornale dei fondatori Rossanda e Parlato quando lei diventò direttrice, al vertice di un gruppo che non voleva chiudere l’esperienza e fondò una nuova cooperativa. E ricorda il loro ritorno di madri e padri nobili sulle pagine del giornale.

Ricorda l’insegnamento di Pintor sull’autonomia delle pagine quotidiane del Manifesto “pensate come forma originale della politica”, non come giornale-partito. Ringrazia in particolare Luciana Castellina, “per aver sostenuto la nostra proposta di lavoro e per averci stimolato ad andare avanti: lei è unica, preziosa, insostituibile”.

“Dipendesse solo da me – sostiene Rangeri – sotto la testata scriverei ‘quotidiano del pensiero critico’ specialmente in una fase storica in cui omologazione sudditanza e servilismo dominano in tutti i campi”. Al posto di “quotidiano comunista”.

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