domenica 24 Novembre 2024

C'è una crepa in ogni cosa. E' da li' che entra la luce (Leonard Cohen)

OBESITA’ E DIABETE / La Coca Cola vince facile: Sugar Tax verso il rinvio

Non ci voleva particolare acume per pronosticare la sorte della tassa sulle bevande zuccherate introdotta nel 2020 per salvaguardare la salute pubblica e prevenire obesità e diabete, sempre rinviata ma che sarebbe dovuta entrare in  vigore il 1° luglio 2024. Ha avuto la stessa sorte degli extraprofitti delle banche, finiti nella tasche degli azionisti. Allora sono bastate alcune telefonate dei lobbisti e una, sembra, di Marina Berlusconi alla premier, per introdurre la scandalosa modifica del decreto sul 40% di tassa pomposamente annunciato dalla Meloni e modificato nel giro di qualche ora. La tassa, con un provvedimento improntato alla furbizia, è finita infatti nelle tasche già gonfie di milioni di azionisti e banchieri, gente, com’è noto, che stenta ad arrivare alla fine del mese.

E le bevande zuccherate che nessun genitore dovrebbe far assumere ai propri figli? Pagheranno la tanta necessaria Sugar Tax per limitarne il consumo e quindi prevenire gli allarmanti casi di obesità e diabete? Macché. Dall’altra parte del governo c’è la Coca Cola e altre grandi aziende che da sempre hanno osteggiato la tassa. Risultato: la Sugar Tax, che la Corte Costituzionale aveva dichiarato legittima, sta per essere messa ancora una volta nel cassetto e rinviata alla calende greche. La Coca Cola e le altri grandi aziende hanno vinto, giocando facile, il primo round: non finiranno sul lastrico.

La presidenza del Consiglio e il ministero dell’Economia, è la notizia che battono le agenzie di stampa, sono al lavoro, infatti, per trovare una soluzione che consenta di posticipare al 2025 la cosiddetta ‘sugar tax’, la tassa sulle bevande zuccherate. È quanto si apprende da fonti di Palazzo Chigi. Questa imposta, insieme alla ‘plastic tax’, è stata introdotta con la Legge di Bilancio 2020 dal Governo Conte II, ma fino ad oggi è stata oggetto di continui rinvii. Con la manovra 2024 l’ultima proroga è fissata a luglio 2024, ricordano le fonti di palazzo Chigi.

Con l’emendamento del Governo al Dl Superbonus, sono intervenute delle modifiche che hanno rinviato l’entrata in vigore della ‘plastic tax’ al mese di luglio 2026, mentre la ‘sugar tax’ è previsto che diventi operativa dal prossimo luglio ma in forma ridotta. Tuttavia, il Governo è adesso al lavoro per trovare la copertura per poter rinviare nuovamente l’entrata in vigore dell’imposta, che è bene ribadire – concludono le fonti di Palazzo Chigi – è stata introdotta dal Governo Conte, ma mai entrata in vigore dal 2020 ad oggi.

TRE GIORNI FA

Dal primo luglio 2024 scatterà la Sugar Tax, introdotta dalla legge di bilancio 2020, che rappresenta una tassa sul consumo di bevande analcoliche edulcorate in Italia. L’obiettivo è quello di disincentivare l’uso eccessivo di zuccheri e sostanze dolcificanti, e mira a combattere problemi di salute pubblica quali obesità e diabete. La tassa da quattro anni è contestata dai produttori e distributori delle bibite, tra cui la Coca Cola, e ha provocato una pronuncia della Corte Costituzionale, favorevole alla sua introduzione.

Resta il dubbio se la tassa sarà applicata o sospesa, vista l’opposizione del colosso americano produttore della bibita più venduta al mondo, la Coca Cola. Sarà capace il governo italiano di resistere alla pressione delle lobby delle bevande analcoliche? Sugli extraprofitti la Meloni ha ceduto dietro la spinta della lobby delle banche e di Marina Berlusconi. Come si comporterà con la multinazionale di Atlanta protetta dagli Stati Uniti?

La normativa prevede un’imposta di 10 euro per ettolitro (centro litri) per i prodotti finiti e di 0,25 euro per chilogrammo per quelli da diluire. L’imposta si applica a bevande definite specificamente nella normativa, che abbiano un titolo alcolometrico fino a 1,2% e siano ottenute aggiungendo edulcoranti, sia naturali sia sintetici.

Il decreto del 12 maggio 2021 ha delineato le disposizioni operative, stabilendo le modalità di applicazione e incasso dell’imposta, che è diventata effettiva dal 1° gennaio 2023 dopo vari rinvii. I soggetti passivi dell’imposta includono i fabbricanti nazionali, i condizionatori, gli acquirenti, gli importatori, e coloro che commissionano la produzione o il condizionamento di tali bevande, sia che operino all’interno sia all’esterno dell’UE.

La Sugar Tax ha sempre acceso il dibattito tra governo e Assobibite, l’associazione italiana delle bevande analcoliche, e Sibeg S.r.l., distributore delle bevande a marchio “The Coca Cola Company”. Entrambe  hanno sollevato dubbi sulla compatibilità dell’imposta con i principi di eguaglianza e capacità contributiva previsti dalla Costituzione italiana. La critica principale riguardava l’applicazione esclusiva della tassa alle bevande analcoliche edulcorate, lasciando fuori altri prodotti alimentari con caratteristiche simili.

La questione ha sollevato un’importante riflessione su come le politiche fiscali possano influenzare la salute pubblica, in linea con le raccomandazioni dell’Organizzazione Mondiale della Sanità per limitare il consumo di zuccheri. La Corte ha dovuto valutare se la “Sugar Tax” rispettasse i principi di uguaglianza e non discriminazione, senza trascurare l’obiettivo di tutelare la salute dei cittadini.

Nella sua valutazione, però, la Corte ha concluso che l’imposta sui consumi per le bevande analcoliche edulcorate è conforme sia ai principi costituzionali di eguaglianza tributaria e capacità contributiva, sia alla normativa dell’Unione Europea. Questo verdetto sottolinea la discrezionalità del legislatore nell’introduzione di politiche fiscali mirate, a patto che queste ultime non introducano discriminazioni ingiustificate.

Con la sua pronuncia, la Corte non solo ha confermato la validità della “Sugar Tax” rispetto ai principi di eguaglianza e capacità contributiva, ma ha anche offerto una guida interpretativa per l’elaborazione di future politiche fiscali orientate alla salute pubblica.

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