Giacomo Tortu, fratello di Filippo, il velocista medaglia d’oro alle Olimpiadi di Tokyo del 2021 nella staffetta 4×100, è indagato in un filone dell’inchiesta della procura di Milano sulle cyber-spie di Equalize per concorso in presunte intercettazioni abusive. Il reato per il quale è indagato il fratello di Tortu è accesso abusivo a sistema informatico in concorso, in quanto è sospettato di avere tentato di spiare Marcell Jacobs un mese dopo che quest’ultimo vinse due medaglie d’oro ai Giochi del 2021.
Due giorni fa un articolo del Fatto Quotidiano citava un verbale nel quale l’ex superpoliziotto Carmine Gallo avrebbe affermato che Giacomo Tortu gli chiese informazioni riservate sui risultati delle analisi del sangue di Jacobs e sulle conversazioni telefoniche e via chat tra il campione olimpico e i suoi collaboratori.
Per gli inquirenti il tentativo di spionaggio nei confronti di Jacobs sarebbe iniziato un mese dopo le Olimpiadi del 2021 e avrebbe riguardato anche i collaboratori del velocista, Negli atti dell’inchiesta compaiono anche messaggi in cui l’ex superpoliziotto avrebbe chiesto di “procedere nell’estrazione delle chat riguardanti Jacobs e il suo entourage”.
In serata arriva il commento di Jacobs sulla vicenda che lo vede suo malgrado protagonista: “Personalmente credo a Filippo Tortu quando dice di essere estraneo alla vicenda che coinvolge il fratello Giacomo. Detto questo, che qualcuno abbia potuto spiare i miei cellulari mi rattrista e mi preoccupa. E dal presidente Fidal, Stefano Mei, mi sarei almeno aspettato solidarietà, in attesa che la Procura completi le indagini”.
Mei ha spiegato al Tg1 che se lo spionaggio “fosse confermato la procura federale sarà pronta ad aprire un fascicolo. Filippo Tortu non risulta assolutamente sfiorato dall’indagine. La federazione non è preoccupata né rattristata. Come sempre, in Nazionale andrà chi è più veloce e questa sarà la regola che varrà anche per la staffetta”.