sabato 26 Ottobre 2024

C'è una crepa in ogni cosa. E' da li' che entra la luce (Leonard Cohen)

PAGO, SCRIVI, PUBBLICA

Inserti con gli stessi caratteri del giornale, con articoli titolati e scritti dai redattori del giornale. Ma eseguiti e pubblicati a pagamento. Succede in Sardegna, in seguito ad accordi fra le giunte dei principali Comuni e La Nuova Sardegna dell’editore Sae. Ne aveva già parlato a metà dicembre Il Fatto Quotidiano. Ne ha accennato in un comunicato, senza nomi né cognomi, l’Ordine dei giornalisti sardo.

C’è stato, poi, una sorta di accordo fra Nuova Sardegna e Ordine: il direttore Giacomo Bedeschi ha assicurato che per i prossimi inserti sarà trovata una soluzione per avvisare i lettori. Una dicitura come “Comunicazioni istituzionali”.

Il tema è molto “caldo”. I giornali hanno disperato bisogno di finanziamenti e gli editori possono tendere a derogare alle regole. Ad esempio, con la pubblicazione di articoli che contengono pubblicità o promozioni. Senza – ecco il punto- che i lettori vengano avvertiti: non sanno che stanno leggendo il frutto di uno scambio economico. Ma se i lettori venissero avvertiti l’effetto cercato dai committenti verrebbe meno: il racconto cioè sotto forma giornalistica di qualcosa che non risponde alle regole giornalistiche (controllo dei fatti, ascolto di tutte le parti, contestualizzazione, distacco).

Succede molto nel settore Economia di vari media, dove si parla di aziende e di marchi in articoli a pagamento, anche se non sono emerse finora prove per dimostrarlo, trattandosi di patti privati (fra uffici marketing dei media, aziende e purtroppo redazioni condiscendenti). E succede ora qui con le amministrazioni pubbliche, dove però le delibere sono, appunto, pubbliche e sono emerse.

LA VICENDA. Una prima “determina dirigenziale” è del 13 settembre 2023 e viene dal gabinetto del sindaco di Cagliari. Si stabilisce che La Nuova Sardegna è uno dei quotidiani più diffusi dell’isola, che diffonde fra carta e digitale 19.511 copie al giorno, che la Società editrice Sae ha presentato una “proposta editoriale per realizzare due inserti di 4 pagine a colori da pubblicare all’interno del quotidiano aventi a oggetto una narrazione della città di Cagliari come era, come è e le prospettive di crescita.

L’amministrazione sarà coinvolta nell’identificazione dei contenuti che saranno realizzati dai giornalisti della Nuova Sardegna con il contributo di esperti economisti, architetti, ingegneri, storici”. Il costo approvato “chiavi in mano” è di euro 14.640 iva compresa.

Un’altra “determina” è del 5 dicembre 2023, dell’assessorato Servizi al cittadino Cultura e Turismo di Alghero. Prevede “il contestuale affidamento diretto di un progetto editoriale che abbia l’obiettivo di raccontare e promuovere l’offerta turistica e formativa della città di Alghero. L’importo del contratto con la Nuova Sardegna è di 83.570 euro iva compresa.

Altri due inserti sono stati concordati su Sassari. I pezzi sono scritti -senza alcun compenso aggiuntivo- dai redattori del giornale, gli stessi poi chiamati a raccontare le vicende delle città. Il 15 dicembre 2023 esce l’articolo del Fatto: “Il modello sardo, l’informazione on demand. La politica paga e il quotidiano promuove”. Intervistato, il direttore Giacomo Bedeschi assicura: “Questi accordi non limitano in alcun modo il lavoro dei giornalisti. Se riterremo opportuno impallinare un sindaco o dare notizie che a quel sindaco non piacciono lo faremo come sempre”.

Passa quasi un mese e il 10 gennaio 2024 l’Ordine dei giornalisti della Sardegna emette un comunicato, che la prende larga. Parte dalle elezioni in vista nell’isola (regionali, 25 febbraio), più le europee: “Il rapporto tra informazione e politica costituisce da sempre un momento di verifica per l’indipendenza, la credibilità e la professionalità dei giornalisti. L’Ordine ritiene pertanto sia indispensabile un supplemento di impegno per garantire queste caratteristiche all’informazione prodotta nell’isola”.

Poi, senza specificare: “Il Consiglio, cui spetta il compito di vigilare sul rispetto della deontologia professionale, si è soffermato in particolare sulla cosiddetta ‘Pubblicità istituzionale’, comunicazione a pagamento utilizzata talvolta anche dagli enti pubblici per legittimare l’operato degli amministratori e consolidarne l’immagine. Il Consiglio dell’Ordine ha ribadito che tali iniziative rientrano comunque nell’ambito degli inserimenti pubblicitari”.

L’Ordine ricorda che “i colleghi eventualmente coinvolti” sono tenuti all’osservanza del Testo unico dei doveri del giornalista, il quale (articolo 10) dispone che “il giornalista assicura ai cittadini il diritto di ricevere un’informazione corretta, sempre distinta dal messaggio pubblicitario attraverso chiare indicazioni. Non presta il nome, la voce, l’immagine per iniziative pubblicitarie. Sono consentite, a titolo gratuito e previa comunicazione scritta all’Ordine di appartenenza, analoghe prestazioni per iniziative pubblicitarie volte a fini sociali, umanitari, culturali, religiosi, artistici, sindacali”.

Finale: “Il Consiglio regionale dell’Ordine, pertanto, invita i colleghi a operare nel pieno rispetto delle regole della professione e ribadisce la necessità che su questi e su altri temi deontologici si possa svolgere, appena possibile, un confronto a livello regionale”.

Nei giorni successivi, il contatto fra responsabili dell’Ordine e Direzione della Nuova, con l’impegno futuro a rendere edotti i lettori di cosa stanno leggendo.

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