domenica 24 Novembre 2024

C'è una crepa in ogni cosa. E' da li' che entra la luce (Leonard Cohen)

I PARTY DELLA LETTURA

“Al di fuori della scuola e delle cerimonie religiose, non ci sono ambienti in cui possiamo leggere all’unisono”. Così un frequentatore dei Reading Rhythms lo scorso dicembre spiegava alla giornalista del New York Times Molly Young come mai amasse così tanto quegli happening. L’articolo è stato pubblicato da ELLE magazine. Ecco uno stralcio.

I Reading Rhythms non sono dei club del libro. Un club del libro è in genere strutturato in un gruppo di persone che si riunisce per discutere di libri che sono già stati letti e precedentemente selezionati in base a un tema comune o a un elenco di letture predeterminato. Questi club spesso si accordano su un unico libro da leggere ed esaminare insieme.

I Reading Rhythms sono delle “feste di lettura”, durante le quali i partecipanti si riuniscono per divertirsi leggendo in reciproca compagnia, ognuno con il proprio romanzo, saggio, raccolta di racconti o di poesie, e tra un blocco di tempo dedicato alla lettura e l’altro, ci sono pause dedicate alla chiacchiera. Che potrà essere a tema letterario oppure no. Non ci sono vincoli, su questo, tant’è che la stessa reporter del NYT, racconta d’essere finita ad ascoltare la storia della vita di un altro reader, emigrato dalla Turchia agli Usa, nello specifico in Minnesota “in cerca di un posto freddo in cui studiare”, e d’essersi stupita di come, da introversa dichiarata, la connessione creata dalla lettura in sincro l’avesse stimolata alla conversazione.

Si può parlare di qualunque cosa, non necessariamente di libri (anche se è più probabile che si finirà lì), e, altra differenza con ciò che avviene in una biblioteca, le posture di lettura sono tutte ammesse. Alcuni preferiranno sedere a gambe incrociate con un libro appoggiato sulle ginocchia. Altri staranno rannicchiati su un divano. Molti adotteranno una posizione modificata del “Pensatore”. Qualche raro caso se ne starà dritto come un fuso, come un uccello di palude. L’unica cosa assolutamente proibita sono i cellulari.

Nella stessa America, anzi nella stessa New York degli adolescenti luddisti, un’altra tendenza va a cercare di depotenziare il ruolo di protagonista assoluto delle nostre vite che ha lo smartphone. Dopo il movimento di auto-liberazione dagli smartphone, fondato qualche mese fa da un gruppo di adolescenti di Brooklyn resisi conto di essere finiti, dal lockdown in poi, in una sorta di burnout causato da abbuffate di chat e social, nella Grande Mela è scoppiato il boom di questi party letterari liberi dal gracchiare delle suonerie, e accompagnati, al massimo, da qualche dj set ambient o dalle note di un pianista.

Come nel caso del Luddite Club, fondato da una teenager di nome Logan Lane che ha convinto un altro centinaio di coetanei a passare le giornate nei parchi newyorkesi a fare di tutto tranne stare al telefono, anche i Reading Rhythms sono nati come cosa tra amici. In questo caso quattro ventenni – Ben Bradbury, Charlotte Jackson, John Lifrieri e Tom Worcester – hanno scoperto lo scorso autunno di avere un condiviso senso di allarme per il deterioramento del loro consumo di libri: ne leggevano sempre meno e la cosa non li rendeva affatto felici. Le cause erano quelle che ci si potrebbe facilmente immaginare: capacità di attenzione annientata, troppa socializzazione, e soprattutto gli insidiosi incantesimi dell’iPhone.

Bradbury e Worcester, che sono coinquilini, hanno ospitato il primo evento sul loro tetto: hanno creato una playlist, 10 amici si sono presentati da loro muniti di libro, hanno letto per un po’ tutti assieme e poi hanno parlato di quello che avevano letto. E poi sono tornati a casa. Tutto molto semplice eppure tutto molto speciale, per la facilità, naturalezza e piacevolezza con cui era successo.

Charlotte Jackson ha detto al NYT di aver lasciato la prima festa con la sensazione di “essere stata nella biblioteca di scuola, a discutere di filosofia fino a tarda notte con gli amici, ma senza il peso di un esame o di un saggio all’orizzonte”. “Non c’era un premio finale in ballo; è stato puramente divertente”. I quattro hanno consolidato un format, dato un nome all’evento, pianificato altre feste, aperto la lista degli invitati e aperto un account Instagram.

Da maggio ci sono state feste a New York, Los Angeles e (tra tutti i posti) in Croazia. I party sono cresciuti: quello dello scorso febbraio, nella roccaforte dei Readers che è il club FourFiveSix di Williamsburg a New York, ha accolto 175 lettori, con una lista d’attesa di altrettanti. L’evento, dicevamo, è strutturato in più blocchi di lettura silenziosa di 30 minuti, all’insegna del monotasking e della consapevolezza. In netto contrasto, dunque, con il multitasking che spesso ostacola la nostra concentrazione, creatività e benessere.

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