Come saranno le pensioni di chi a fine 2020 aveva quarant’anni? La risposta non farà piacere ai lavoratori di parecchie categorie che, in base ai dati dell’analisi di varie posizioni previdenziali, hanno basse prospettive.
La Corte dei Conti ha fatto una proiezione sulle posizioni Inps di undici figure tipo di lavoratori. Ebbene, soltanto per gli assunti nelle forze armate e nella sanità si profilano trattamenti adeguati. Le altre categorie sono in netta sofferenza e quindi sono condannati a un futuro pensionistico non certo tranquillo.
L’analisi della Corte dei Conti, di cui parla anche il Sole 24 Ore, parte da un campione Inps che presenta circa 1.700 posizioni assicurative di quarantenni, con 92mila individui assicurati, rappresentativi di 800mila lavoratori.
Il rapporto evidenzia situazioni assai disomogenee con figure che presentano posizioni molto rassicuranti (soprattutto nel comparto delle forze armate e sanitario) e altre, per esempio nel comparto dei lavoratori autonomi parasubordinati o dei coltivatori diretti, particolarmente fragile.
Per i militari e gli occupati nel settore delle Forze armate il montante contributivo «in essere» (considerato sulla base dell’anzianità contributiva maturata alla fine del 2020) raggiunge nel «valore mediano» circa 235mila euro, mentre quello dei lavoratori occupati nella sanità supera i 178mila euro. In entrambi i casi cifre non proprio leggere, dunque. Anche perché «accomunati da retribuzioni medie che si collocano molto al di sopra di quelle presentate dalle altre tipologie di lavoratori».
Tutti gli altri lavoratori, considerata la consistenza dei contributi, evidenziano una situazione modesta: non superano i 100mila euro in 6 casi su 11. I montanti contributivi più bassi sono nel settore dei lavoratori autonomi, a partire da quelli dei parasubordinati e dei coltivatori diretti. Ma tra i 40enni che a fine 2020 risultano con una potenziale copertura pensionistica particolarmente bassa ci sono, sempre sulla base del campione analizzato dalla magistratura contabile, i lavoratori in situazione di mobilità/disoccupazione, i commercianti, i lavoratori del comparto scuola e gli artigiani. Con montanti appena sopra i 100mila euro sono stimati gli statali e le lavoratrici del settore privato. Mentre il montante contributivo dei dipendenti privati è calcolato, nel «valore mediano», in poco più di 137mila euro.