di Claudia Zamorani
— Il Gruppo Finalmente 2024 – Ferrara nasce come risposta al muro di indifferenza che abbiamo sentito calare in questa città come nebbia fitta. Vogliamo che da Ferrara parta un nuovo Umanesimo civile che ponga la persona al centro e la tutela del bene comune.
In questo senso felicità è un tema politico dirompente per la ricostruzione del tessuto sociale, per riattivare la rete delle relazioni, per ripensare gli spazi urbani in maniera sostenibile, partecipata, inclusiva. Perché non c’è felicità senza relazioni, senza persone, senza ricostruzione di quell’umanità che pare andata perduta.
Esperienze mostrano che si può cambiare avendo come obiettivo la felicità, intesa come ricerca di una migliore qualità della vita, del lavoro, della salute, dell’istruzione, dell’ambiente, del nostro tempo libero. E segnaliamo che il tema politico della Felicità è entrato nel programma di Fabio Anselmo sindaco, e per questo lo ringraziamo.
Le nostre città ci appaiono oggi popolate da grande infelicità, paura, solitudine, crescono le disuguaglianze, e la ragione di questa infelicità diffusa è che veniamo da decenni di erosione delle relazioni umane. La scelta che hanno fatto le città italiane, anche Ferrara, privilegia le auto come dimostra il centro storico e la città intera ormai invasa dalle auto.
Le città sono diventate ambienti organizzati per lavorare, cioè per individui in età produttiva, soprattutto maschi. Veniamo da decenni di primato della tecnica, della velocità: tutti valori che possiamo ascrivere a una certa virilità tossica che ritroviamo anche in campo urbano a partire dall’uso fuori controllo dell’auto. Con la pandemia e la crisi climatica però questo assetto è andato in crisi.
La Ferrara di oggi ci appare come una città fatta per transitare (in auto), e non per stare e intessere relazioni, e sembra diventata insensibile, o meglio indifferente e finanche infastidita, dalle migrazioni, dai bambini e dalle fragilità, dagli ultimi. Lo spazio è composto non solo da case, strade ma anche da relazioni e le città devono saperle favorire.
La città felice è verde, sostenibile, inclusiva, fitta di relazioni, di apprendimento continuo, a misura di donne, bambini, di anziani.
Auspichiamo un impegno civile più incisivo anche in difesa della qualità del lavoro. Affermiamo la centralità della Persona anche nel lavoro che deve essere un luogo di realizzazione delle più profonde aspirazioni umane e di formazione del carattere e della personalità umana. Le Persone non possono essere trattate al pari di una macchina. L’uomo si realizza con il proprio ingegno e non può venire ridotto a mero ingranaggio (usa e getta) del sistema produttivo.
L’impresa civile deve diventare un luogo di creatività e benessere e deve essere capace di coniugare la produttività con la sostenibilità sociale e ambientale, consentendo a tutti, anche chi si trova ai margini, e non solo ai più forti e ai più efficienti, di partecipare, attraverso meccanismi di inclusione e la valorizzazione delle diversità come ricchezza sociale. Capite la distanza?
Una recente indagine sul Corriere evidenzia come i giovani chiedano, in cima a tutto, due cose che potevano sembrare scontate: rispetto e onestà. Un fatto che ci ha colpito molto che dà la misura di quanto ci siamo imbarbariti, una società dove le ‘vecchie generazioni’ lasciano solo macerie e infelicità ai propri ragazzi.
A Ferrara abbiamo anche uno straordinario problema di occupazione, specie giovanile e femminile, anche nel combinato disposto. Le giovani donne sono le più penalizzate. Segnaliamo che una leva straordinaria per alzare gli indici di occupazione, per far volare l’economia e incidere anche sulla de-natalità è il sostegno all’occupazione femminile. Donne e lavoro. Perché felicità è anche lavoro. Ma per una donna lavoro è anche libertà.
Ma servono servizi: asili per tutte le bambine e i bambini; doposcuola pomeridiani garantiti; campi estivi a tariffa unica; iniziative di flessibilità e di conciliazione vita – lavoro a partire dalla revisione degli orari; servizi socio-sanitari territoriali per la cura delle persone anziane.
La stella polare dev’essere la Felicità Interna Lorda (FIL) e non più solo il Pil, che nel nostro Paese al suo aumentare non ha fatto altro che allargare il divario tra chi ha molto e chi non ha di che andare avanti. E’ soltanto la Felicità Interna Lorda che può restringere tale divario e, soprattutto, consentire di sconfiggere sia l’indifferenza, sia la paura del futuro.
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Claudia Zamorani è portavoce del gruppo Finalmente 2024 – Ferrara e candidata consigliera comunale nella Lista Civica Fabio Anselmo sindaco.
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