Alla vigilia della grande manifestazione di lunedì 16 settembre si moltiplicano in tutta Italia le segnalazioni di episodi di violenza ai danni di sanitari. L’ultima arriva da Pescara, dove decine di persone di etnia rom hanno invaso i corridoi del reparto gridando e insultando chiunque si trovassero davanti, trasformando le stanze del reparto Oncologia in una sorta di campo di battaglia: porte divelte, tavoli ribaltati, suppellettili gettate a terra. Solo l’intervento delle forze dell’ordine ha consentito di riportare la calma.
Il fatto è avvenuto all’ospedale di Pescara. Protagoniste 40persone, che si sono presentate nella struttura appena appreso della morte di un loro parente. A darne notizia è il quotidiano Il Messaggero. Uomini e donne hanno invaso i corridoi, dopo essere riuscitia entrare con la forza: è subito intervenuta la guardia giurata in servizio che, valutata la situazione, ha chiamato il numero di emergenza. In ospedale sono arrivate prima le pattuglie della squadra volante della questura quindi quelle dei carabinieri, che hanno cercato di riportare la calma, poi hanno scortato la salma fino all’obitorio.
“Condanno fermamente l’odioso atto di violenza perpetrato da un gruppo di circa quaranta persone a danno degli operatori sanitari, dei pazienti e del patrimonio del reparto di Oncologia dell’Ospedale di Pescara – dichiara il direttore generale della Asl, Vero Michitelli – Un reparto come l’Oncologia, dove la fragilità e la speranza convivono, non avrebbe mai dovuto essere teatro di un’aggressione così vile e gratuita. I nostri operatori, medici, infermieri e operatori socio sanitari, si dedicano quotidianamente alla cura dei pazienti con la massima professionalità e umanità. Vedere il loro impegno e la loro dedizione così brutalmente disprezzati mi riempie di sdegno e indignazione”.
Ma la cronaca ci riserva altri gravi episodi di violenze nei confronti di medici e sanitari. Una dottoressa del Pronto Soccorso dell’ospedale Umberto I di Nocera è stata aggredita da una paziente nel pomeriggio di ieri 13 settembre.
Lo rende noto l’azienda sanitaria di Salerno che stigmatizza il gravissimo episodio. Un’aggressione “dapprima verbale, trasformatasi in aggressione fisica ai danni della professionista medico dell’Asl”. “La persona, insieme a una sua familiare, ha iniziato ad inveire contro la dottoressa, dopo che questa – nel pieno delle sue funzioni – aveva assunto una decisione clinica e necessaria per chiarire gli aspetti clinici che avevano portato la familiare della donna al pronto soccorso. Le due donne hanno aggredito fisicamente la dottoressa, sferrandole calci e pugni. Sul posto è accorsa immediatamente la polizia, allertata dalla direzione dell’ospedale. Sono in corso le indagini e l’azienda ha sporto denuncia contro l’episodio dai tratti sconcertanti. La professionista, da sempre riconosciuta per la sua disponibilità e per l’attenzione alle esigenze dei pazienti, è in stato di shock dovuto all’aggressione”, ricostruisce l’Asl.”Restiamo sgomenti davanti a tali episodi ingiustificati di violenza contro chi s’impegna quotidianamente per assistere e curare le persone”, dichiara il direttore generale, Gennaro Sosto. “Non si può restare in silenzio davanti a quello che è successo all’ospedale di Nocera, come a qualsiasi altra aggressione al personale sanitario” continua Sosto.
“Auspichiamo in un rapido intervento legislativo che protegga il personale dell’Ssn. Siamo al fianco dei nostri professionisti, attiveremo ogni utile iniziativa per tutelare la salute e l’incolumità dei medici e degli infermieri dei nostri ospedali”.
Quella di Nocera segue purtroppo altre aggressioni subite dal personale sanitario in altre città. È dei giorni scorsi diversi gli episodi all’ospedale di Foggia, dove il personale sanitario è stato bersaglio delle violenze di pazienti e dei loro parenti. Virale il video dei sanitari asserragliati in una stanza. Una dottoressa è stata aggredita prima di ferragosto durante una visita a domicilio a Minervino di Lecce; pochi giorni dopo una giovane guardia medica minacciata e spintonata dai genitori di un bambino che stava visitando a Maruggio.
A fine agosto al Santissima Annunziata di Taranto un medico ha riportato un trauma cranico dopo essere stato colpito da un parente di un’anziana deceduta. E poi gli altri due casi nei primi giorni di settembre: alla guardia medica di Erchie una dottoressa insultata da un paziente che pretendeva la prescrizione di alcuni farmaci. Infine l’aggressione che ha fatto il giro del web al Policlinico Riuniti di Foggia di cui abbiamo accennato sopra.
“Una escalation continua e inarrestabile”, denunciano i sindacati dei medici che proclamano lo stato d’agitazione e organizzano una manifestazione unitaria lunedì 16 settembre a Foggia per chiedere risposte a datori di lavoro e istituzioni.
Qualche giorno fa è successo nell’ospedale Francesco Ferrari di Casarano, in provincia di Lecce. Un uomo in attesa di essere sottoposto ad un esame di cistoscopia in un ambulatorio del reparto di Urologia, una volta sistemato sul lettino, ha cominciato ad andare in escandescenza e poi ha colpito il medico in servizio con un calcio al basso ventre.
Intanto, si allargano le adesioni alla manifestazione unitaria dei sindacati dei medici ospedalieri prevista a Foggia per il 16 settembre contro le aggressioni in corsia. “Riteniamo che la manifestazione del 16 settembre sia un primo appuntamento importante”, fa sapere il Sindacato dei medici italiani (Smi), annunciando l’adesione alla mobilitazione unitaria lanciata ieri daAnaao Assomed e Cimo Fesmed. Nel frattempo la Federazione degli Ordini dei medici auspica nelle corsie ospedaliere il supporto dell’Esercito.