In Italia le condizioni lavorative dei giornalisti sono in peggioramento da oltre venti anni e questo porta con sé problemi di tipo economico e professionale. Questi problemi hanno notevoli ripercussioni anche sulla salute mentale.
Per approfondire il tema dal 17 luglio è cominciato il lavoro per la prima inchiesta in Italia sulla salute mentale nel giornalismo. L’inchiesta prenderà in considerazione chi lavora nell’ambito dell’informazione e anche giornalisti non contrattualizzati (freelance, partite IVA, collaboratori occasionali), che spesso vivono ancora più problemi di instabilità, insicurezza e precarietà.
All’inchiesta stanno lavorando la giornalista freelance Alice Facchini e la testata investigativa, indipendente e non profit IRPI – Investigative Reporting Project Italy. L’obiettivo che si sono posti è “raccontare quali sono le difficoltà che vivono i giornalisti, per poi fornire degli strumenti per riconoscere e affrontare situazioni di stress o disagio psichico”.
Chi lavora nelle redazioni può avere problemi di vario tipo, da contratti precari a una competitività spinta. Le difficoltà possono essere di vario tipo e tutte possono avere ripercussioni sulla propria serenità e per la salute mentale.
Fra freelance e precari esiste una diffusa insicurezza economica, spesso a causa di tariffe degli editori estremamente basse: questo non permette di poter progettare il proprio futuro. Inoltre la precarietà può portare un’ansia costante, costringere a svolgere anche altri mestieri e dedicare meno tempo al lavoro giornalistico. Inoltre un freelance che subisce una denuncia (o una querela temeraria) ha spesso poco aiuto e pochi soldi da investire per difendersi. I freelance vivono anche una condizione che li lascia spesso isolati e hanno poche occasioni di confrontarsi o di chiedere aiuto.
La competitività o il bisogno di portare nuove notizie spinge anche a non fermarsi e a lavorare svariate ore al giorno e il fine settimana, vedendo e ascoltando storie complicate e emotivamente forti. Non tutti hanno il tempo per prendersi cura di sé o rallentare.
A tutti questi temi se ne aggiungono altri specifici per le giornaliste. Esistono ancora discriminazioni per gli argomenti di cui si possono occupare e un giudizio negativo per quanto riguarda la scelta intima e privata della maternità. Nel giornalismo italianoci sono casi in cui le giornaliste subiscono anche ricatti a sfondo sessuale, avances non richieste, ambienti in cui si fa ampio uso di battute sessiste.
Per il momento i fattori che sembrano influire di più sulla salute mentale sono l’instabilità, la precarietà, i compensi troppo bassi, i ritmi frenetici e rimanere sempre connessi, reperibili.
(La presentazione dell’indagine a cura di Francesco Guidotti su ProfessioneReporter.eu)