Approvata dalla cabina di regia a Palazzo Chigi la modifica della quarta rata del Pnrr che prevedeva il raggiungimento di 27 obiettivi. Alla Commissione Ue – ha informato il ministro per l’Europa Raffaele Fitto in una conferenza stampa – sono state inviate dieci proposte di cambiamento.
I ministeri interessati sono Infrastrutture, Imprese, Istruzione, Cultura, la Presidenza del Consiglio dipartimento della Coesione. Alcuni ministeri hanno diverse misure. Con questa modifica la quarta rata puo’ essere oggetto della richiesta di pagamento che sarà inviata presto.
Era stata convocata dal ministro Fitto una riunione d’emergenza della Cabina di regia che dovrà discutere e approvare modifiche della quarta rata. Al termine della riunione, alle 15, il ministro ha tenuto un incobtro con la stampa.
La riunione d’urgenza ha allarmato non poco le opposizioni. “Non possono cavarsela con una riunione straordinaria e una conferenza stampa – avevano scritto in una nota i capigruppo del Pd di Camera e Senato, Chiara Braga e Francesco Boccia- la presidente Meloni ha il dovere di spiegare in Parlamento cosa sta succedendo del Pnrr”.
E’ uno dei piani di rilancio più ambiziosi del Dopoguerra, conquistato dall’Italia per non lasciare indietro nessuno dopo gli anni della pandemia. Il mancato rispetto dei tempi e dell’arrivo dei fondi dell’Unione Europea è un colpo ai conti pubblici. Meloni non può continuare a tacere. Chiediamo la sua presenza in Aula al più presto perché il rischio di perdere la quarta rata – sempre in attesa della terza – è altissimo”.
Il Pnrr ha un valore complessivo di 235 miliardi di euro tra risorse europee e Nazionali, cifra mai stanziata prima di allora dall’Europa per consentire la ripresa economica dopo i due anni della pandemia. Furono ottenuti, al termine di quattro giorni e quattro notti di estenuanti trattative in Europa, dal presidente del Consiglio di allora, siamo a luglio 2021, Giuseppe Conte.
Sono sei i progetti previsti (nella foto): 1) Digitalizzazione, innovazione, competitività e cultura. 2) Rivoluzione verde e transizione ecologica. 3) Infrastrutture per la mobilità sostenibile e la transizione ecologica. 4) Istruzione e ricerca. 5) Inclusione e coesione. 6) Salute.