Poche ore al concerto di Bruce Springsteen al Parco Urbano di Ferrara, vissuto dalla città e non soltanto in queste ore come l’evento dell’anno. I lavori di preparazione del palco sono quasi completati. Le condizioni del prato: gli organizzatori fanno sapere di aver predisposto tutti gli accorgimenti necessari per superare l’eventuale problema della pioggia e del fango che restano quindi le preoccupazioni principali della vigilia anche se le previsioni meteo aprono a un periodo di tregua.
Sale la febbre per Bruce Springsteen Ferrara lotta contro la pioggia e il fango
In città sono già arrivati i primi fan del Boss, se ne prevedono 50mila, 15mila dei quali ferraresi. Il concerto non ha mancato di suscitare polemiche. Da mesi. Il Comune si scaglia contro i cosiddetti gufi, contro coloro che auspicano una recrudescenza del maltempo, anche se in verità nessuno vuole un flop del concerto.
Ma la vera questione non riguarda l’opportunità o meno della città di Ferrara di ospitare un grande evento musicale con uno dei maggiori esponenti del rock mondiale (tutti sono d’accordo ed entusiasti della presenza di Springsteen) ma la scelta del luogo del concerto.
Il Parco Urbano o Parco Bassani è un’oasi di verde molto amata dai ferraresi che ha però, inevitabilmente, una sua fragilità. Riusciranno i 50mila spettatori del concerto a rispettarla?
Non sono mancate raccolte di firme del Comitato Save the Park che ha chiesto lo spostamento del concerto in un’altra location.
C’è chi ha promosso raccolte di firme e inviato a tal proposito lettere aperte e petizioni, via social, al sindaco Alan Fabbri e alla giunta comunale. Quello che segue è l’articolo, scritto prima del maltempo, della giornalista Claudia Zamorani, fondatrice del gruppo Finalmente 2024 – Ferrara, che pone una riflessone sull’ospitare il concerto proprio al Parco Urbano.
QUATTRO DOMANDE E ALCUNE IDEE
L’assessore alla cultura ha di recente chiarito che nessun altro luogo sarebbe stato adatto. Sono state vagliate tutte le possibili sedi alternative con l’aiuto di esperti e la disamina è stata scrupolosa. Né l’aeroporto di Ferrara né quello di Aguscello potevano fare al caso loro. Lo ha di recente chiarito Marco Gulinelli, in quota Sgarbi, a pochi giorni dal concerto del Boss in programma per il 18 maggio al Parco Urbano di Ferrara.
Vogliamo quindi chiedere all’assessore alla Cultura e al sindaco:
1) il fatto che non si sia trovato di meglio è forse garanzia che l’unica opzione rimasta nel cappello, quella del parco Bassani, e la città stessa, siano adatti ad ospitare un concerto di tali proporzioni, che attende 50mila visitatori su 130mila abitanti e che si trasferirà, subito dopo, in luoghi forse più acconci come il Circo Massimo di Roma e l’Autodromo di Monza?
2) Che visione di città, di cultura e di turismo c’è, ammesso che ce ne sia una, dietro alla scelta di arrivare perfino a sacrificare sull’altare del panem et circenses la formazione dei nostri ragazzi e la scuola, che tanto può andare anche a distanza, ammesso che quelle aperte siano quel giorno effettivamente raggiungibili?
3) Quanti soldi pubblici vengono spesi per far quadrare il cerchio, per trasformare il parco urbano nello stadio di San Siro, per la messa in sicurezza, per la speciale pavimentazione che proteggerà l’erba arrivata apposta dalla Spagna, per chiudere le Mura alla curiosità dei ferraresi, per i tanti bodyguard che già disseminano il parco e per tutto l’apparato?
4) Di tutti questi stessi soldi, se ne poteva fare un uso diverso? Più rivolto al bene comune?
Ecco alcune idee. Potevano essere usati per:
– aumentare i posti all’asilo e sfoltire le liste di attesa;
– tenere aperte le scuole anche dopo le lezioni, per attività ricreative, culturali e sportive, specie ora che si avvicina l’estate, un periodo difficile per tante famiglie;
– in servizi sociosanitari di prossimità, in infermieri di quartiere o per la cura domiciliare degli anziani;
– per dare una sede alle tante associazioni che sono state messe sotto sfratto proprio da questa amministrazione;
– per investirli in studentati per i tanti ragazzi che da tempo lamentano il problema della casa;
– per creare un circuito di città d’arte che unisca per esempio Ferrara – Bologna – Mantova – Padova, per andare oltre le solite politiche mordi e fuggi a cui siamo abituati da tempo ormai, anche con questo concerto.
Ancora una domanda, questa volta rivolta però ai big della politica, specie a quelli sensibili a temi civili e ambientali, specie se presidenti della Regione Emilia Romagna.
Giovedì 18 maggio li vedremo godersi lo spettacolo con un posto da vip in prima fila? Oppure daranno sostanza alle loro idee e un segnale forte di vicinanza a quella società civile che li hanno aiutati durante le difficili compagne elettorali per la riconferma al secondo mandato come Presidente di Regione? (C.Z.)
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Sì. ma sempre viva il Boss