Assume i contorni di una polemica interna ed europea lo scoop di Bloomberg che ha rivelato un accordo avanzato tra l’Italia e SpaceX di Elon Musk per un contratto di 5 anni che prevede la fornitura al governo di servizi di telecomunicazione sicuri, un’operazione dal valore di 1,5 miliardi di euro. Il progetto prevederebbe un sistema criptato di massimo livello per le reti telefoniche e i servizi internet del governo italiano, le comunicazioni militari e i servizi satellitari per le emergenze. Secondo Bloomberg, il piano avrebbe subito un’accelerazione dopo l’incontro tra la premier Giorgia Meloni e il presidente designato degli Usa, Donald Trump.
Da Palazzo Chigi è arrivata una smentita su accordi definiti e firmati: “La Presidenza del Consiglio smentisce che siano stati firmati contratti o siano stati conclusi accordi tra il Governo italiano e la società SpaceX per l’uso del sistema di comunicazioni satellitari Starlink. Le interlocuzioni con SpaceX rientrano nei normali approfondimenti che gli apparati dello Stato hanno con le società, in questo caso con quelle che si occupano di connessioni protette per le esigenze di comunicazione di dati crittografati”, ha scritto l’ufficio stampa. “La stessa Presidenza del Consiglio smentisce ancora più categoricamente, considerandola semplicemente ridicola, la notizia che il tema di SpaceX sia stato trattato durante l’incontro con il Presidente eletto degli Stati Uniti, Donald Trump”. Il centrosinistra insorge e chiede che il governo riferisca in Parlamento, ma il vicepremier Matteo Salvini benedice già un eventuale accordo: “E’ un’opportunità per l’Italia, bisogna andare avanti”. Segno che sulla concessione a SpaceX della gestione di comunicazioni sicure le trattative sono in fase molto avanzata e che manchi solo una firma da parte del nostro governo.
A stretto giro si fa però sentire Elon Musk: “Pronti a fornire all’Italia la connettività più sicura e avanzata!” scrive su X, in risposta alle garanzie sulla sicurezza e il rispetto della sovranità del sistema Starlink, pubblicate sullo stesso social dal suo referente in Italia, Andrea Stroppa. L’accordo in questione è stato contrastato da alcuni funzionari dell’amministrazione italiana preoccupati per l’impatto sugli operatori locali di telecomunicazioni, ma è stato approvato dai servizi di intelligence di Roma e dal ministero della Difesa italiano.
I negoziati sono comunque ancora in corso e non è stato ancora raggiunto un accordo finale sul contratto, spiegano fonti vicine al dossier, come sostiene anche Palazzo Chigi. In particolare, scrive Bloomberg, il piano comprende servizi di telecomunicazione per le forze armate italiane nell’area del Mediterraneo, come anche sistemi satellitari per affrontare casi di emergenza come attacchi terroristici o disastri naturali.
Ma anche la Commissione Europea sta costruendo una alternativa a Starlink. In questi anni Musk ha portato in orbita intorno alla Terra oltre 7mila satelliti per offrire Internet dallo Spazio ai privati e ai governi, anche per scopi militari – scrive un’informatissima giornalista di RaiNews, Cristiana Raffa – il servizio è disponibile in Europa, ma la Commissione Europea vorrebbe farne a meno per le comunicazioni governative e di sicurezza e per questo ha firmato il contratto di assegnazione della gestione del progetto satellitare Iris2 ad alcune delle più importanti società spaziali europee, per un investimento stimato in 6,5 miliardi di euro, finanziato per circa due terzi dalle istituzioni europee.
Nessuno dei due leader o dei loro entourage ne ha parlato, ma media e analisti concordano sul terreno di discussione dell’incontro della Meloni con Trump nel riservatissimo faccia a faccia a sorpresa a Mar-a-Lago: dalla Nato alla guerra commerciale all’Europa, dall’Ucraina al Medio Oriente, oltre naturalmente al caso Sala. Un fitto colloquio tra dossier geopolitici e rapporti bilaterali tra i due stretti alleati.
Di Elon Musk, mediatore dell’incontro e asso nella manica di Meloni, non si è vista traccia a Mar-a-Lago ma i suoi progetti di investimento in Italia continuano ad aleggiare e, anzi, a prendere corpo. Ed è Bloomberg a sottolineare come i colloqui tra Trump e Meloni abbiano impresso un deciso impulso al dossier SpaceX. La banda ultralarga arranca e i sistemi italiani alternativi a Space X sarebbero costati più di 10 miliardi.
L’Italia ha in passato preso in considerazione alternative all’opzione di un accordo con SpaceX per la sicurezza: tra queste – spiega Bloomberg citando fonti vicine al dossier – oltre all’accordo con Iris2, anche l’ipotesi di realizzare una costellazione satellitare propria. Secondo gli esperti entrambe le soluzioni sarebbero però venute a costare oltre 10 miliardi di euro.
Di possibili accordi tra Musk e l’Italia per il servizio satellitare Starlink e inserirlo nei progetti sulla banda ultralarga, a integrazione della copertura di Tim e Open Fiber, erano in corso da mesi. È Open Fiber la concessionaria dello Stato per la copertura in ultrabroadband delle aree bianche, cioè quelle considerate a fallimento di mercato, ed è una delle due società (l’altra è Tim) vincitrici dei due bandi nell’ambito del “Piano Italia 1 Giga” per coprire le aree grigie (quelle a parziale fallimento di mercato). Il progetto rientra nei piani di intervento pubblico della Strategia italiana per la Banda Ultra Larga, finanziato e promosso dal Dipartimento per la trasformazione digitale della Presidenza del Consiglio grazie ai fondi del Pnrr, e attuato dalla società statale Infratel Italia. Un piano che attualmente sta arrancando e che mette a rischio i fondi.
Le reazioni dell’opposizione. Se per il presdiente francese Macron, Elon Musk sè alla guida dell’Internazionale reazionaria di Destra”, in Italia la notizia su SpacerX preoccupa le opposizioni che temono “la possibile conclusione di un contratto pluriennale di 1,5 miliardi di euro a favore di Elon Musk e della sua SpaceX-Starlink. Parliamo di ingenti risorse pubbliche, pari a quelle impegnate negli investimenti a banda ultra larga nel Pnrr, che regaleremmo a una società satellitare le cui performance sono inferiori ai target europei fissati al 2030. Le notizie inoltre parlano di servizi di crittografia delle comunicazioni del Governo e di applicazioni militari, cioè di servizi assai sensibili per la sicurezza nazionale e per la sovranità digitale dei dati. Sì tratta di servizi che a nostro parere possono essere offerti da imprese italiane ed europee. Siamo di fronte a notizie inquietanti ed è necessario che il governo venga al più presto in Parlamento a chiarire le scelte che vengono fatte riguardo temi così delicati”. Così i presidenti dei gruppi del Pd Francesco Boccia, Chiara Braga e Nicola Zingaretti. Dalla reazione del Pd, sembra di capire che i miliardi del Pnrr concessi dall’Europa per la sicurezza nazionale andrebbero a favorire gli Stati Uniti.”
Per Giuseppe Conte del Movimento 5 Stelle “i patrioti” al Governo stanno mettendo la nostra sicurezza nazionale nelle mani di Musk. Si tratta di questioni della massima rilevanza: tutela delle nostre aziende, protezione dei dati personali, della privacy, della identità personale, cybersicurezza, per questo chiama alla trasparenza il governo.
“Ma non erano sovranisti? Il governo Meloni sta appaltando il sistema delle telecomunicazioni italiano a un grosso imprenditore, che è anche membro di un governo straniero, ovvero Elon Musk, che si sarebbe garantito un contratto, senza gara, da 1,5 miliardi di euro per la fornitura di un sistema di crittografia per i servizi telefonici e internet utilizzati dal governo italiano, oltre a una serie di servizi di comunicazione per le forze armate italiane: una questione delicatissima per la sicurezza del nostro Paese. Che lo faccia un esecutivo che si definisce dei patrioti, poi, è il colmo. Ricordiamo anche l’uso che Musk sta facendo di X, in aperta violazione al Digital Service Act dell’Unione Europea. Chiediamo che su questi contratti ci sia un passaggio in Parlamento e che tutti i dettagli vengano resi noti nel massimo della trasparenza. Come opposizione faremo di tutto perché Meloni non metta nelle mani di Trump e di Musk le nostre telecomunicazioni”. Lo ha detto il segretario di Più Europa Riccardo Magi.
CALENDA PARLA DI UN CIRCO BARNUM A MAR-A-LAGO. “Penso tutto il peggio possibile di Trump e di quel circo Barnum che si tiene a Mar-a-lago, con tanto di documentari complottisti proiettati. Ma il ruolo di un Presidente del Consiglio è di difendere l’interesse nazionale anche nella costruzione di relazioni fondate sul realismo. Bene ha fatto dunque la Meloni ad andare anche per sbrogliare la vicenda di Cecilia Sala. Trovo invece estremamente pericoloso siglare contratti con Starlink mettendo pezzi della nostra sicurezza in mano ad un pazzo sempre più fuori controllo, che si intromette puntualmente e violentemente nelle questioni europee di politica interna. C’è un ruolo di ponte che il Governo italiano può svolgere tra USA e UE, a patto che non dimentichi la sua appartenenza all’Europa” è quanto ha scritto su X il segretario di Azione, Carlo Calenda.
IL PROGETTO EUROPEO IRIS2
Iris2 è il terzo programma di punta dell’Ue, dopo Galileo (navigazione satellitare) e Copernicus (monitoraggio ambientale). Si tratta di una costellazione di 290 satelliti per la sicurezza e l’interconnessione. Il progetto è stato ufficialmente avviato con la firma di un contratto di concessione da 10,6 miliardi di euro lo scorso anno. L’obiettivo del progetto affidato al consorzio SpaceRise, che riunisce operatori satellitari leader in Europa (SES, Eutelsat e Hispasat) e grandi aziende come Telespazio, Airbus e Thales, è fornire connettività sicura per governi, aziende e cittadini, compresa la banda larga ad alta velocità nelle aree meno coperte. La costellazione sarà multiorbitale, con satelliti in orbita bassa, media e geostazionaria, e integrerà un sistema crittografico avanzato per resistere a minacce cyber e radiofrequenza. Questo approccio permetterà all’Europa di rispondere a sfide critiche, come il sabotaggio delle infrastrutture di comunicazione, già verificatosi nei Paesi Baltici e in altre regioni.
Iris2 prevede una partnership pubblico-privata, con finanziamenti provenienti dal bilancio dell’Ue (6 miliardi), dall’Agenzia Spaziale Europea (550 milioni) e da investimenti privati (4,1 miliardi). I centri di controllo saranno situati in Italia (Fucino), Francia (Tolosa) e Lussemburgo. Oltre agli Stati membri dell’Ue, Paesi come Norvegia e Islanda hanno già aderito al programma, mentre sono in corso negoziati con Regno Unito, Giappone, Corea del Sud e Australia per eventuali collaborazioni commerciali. Nella sostanza Iris2 non vuole essere soltanto la risposta europea a Starlink di Elon Musk, ma un pilastro della sovranità tecnologica dell’Ue.