venerdì 21 Febbraio 2025

C'è una crepa in ogni cosa. E' da li' che entra la luce (Leonard Cohen)

MILEI / Appoggia una criptovaluta e affonda la Borsa argentina

Il principale indice azionario della Borsa di Buenos Aires,  è crollato stamani di 4 punti percentuali: i mercati cominciano a risentire dello scandalo che sta investendo da sabato il presidente dell’Argentina, Xavier Milei. Le opposizioni hanno infatti annunciato che presenteranno richiesta di impeachment per il capo dello Stato, accusato di aver sostenuto una manovra speculativa legata a una criptovaluta poco conosciuta, tramite un semplice post su X (ex Twitter): se prima valeva pochi centesimi, dopo la condivisione social il prezzo della moneta digitale è schizzato arrivando a quasi 5 milioni di dollari, per poi ripiombare a pochi centesimi in meno di tre ore. Ciò a sua volta ha provocato perdite milionarie tra gli investitori.

L’esperto di cryptocurrency Pablo Sabbatella all’emittente Cnn ha raccontato come sarebbero andate le cose: dopo il post su X alcuni account, dopo aver acquistato moneta a un prezzo molto basso, hanno guadagnato, rivendendola, tra i quattro e gli 87 milioni dollari. “Si tratta del fenomeno pump and dump“, ossia “gonfia e sgonfia”, una tipologia di frode che, come scrive Borsa Italiana, “consiste nel far lievitare artificialmente il prezzo di un’azione a bassa capitalizzazione con l’obiettivo finale di vendere titoli azionari acquistati a buon mercato ad un prezzo superiore”. Una pratica che prima si faceva telefonicamente e ora, con l’avvento di internet, consente di raggiungere molti più utenti in pochissimo tempo.

E’ stato sufficiente un post sul profilo ufficiale sulla piattaforma X, dove Milei conta 3,8 milioni di follower. “Questo progetto privato sarà dedicato a incoraggiare la crescita dell’economia argentina”, recitava il post di Milei di venerdì, accompagnato dal link alla criptovaluta $Libra, sviluppata da Kip Protocol. Il messaggio infatti non è più online: il presidente lo ha cancellato poche ore dopo. Anche questo ha causato ripercussioni: bruciati in pochissimo tempo milioni di dollari degli investitori della valuta, così come ha riferito il sito finanziario Dexscreener. Di questo, Hayden Mark Davis, uno dei proprietari di Kip Protocol, ha incolpato l’amministrazione Milei: “Nonostante gli impegni presi, hanno improvvisamente cambiato posizione”.

Nel frattempo – riferisce l’Agenzia Dire (www.dire.it) l’opposizione invocava la messa in stato d’accusa per il presidente mentre domenica un gruppo di avvocati e studiosi denunciava il capo dello Stato per associazione a scopo di frode. Jonatan Baldiviezo, uno di questi legali, ha spiegato alla Cnn che nella manovra intorno a $Libra sarebbe possibile intravedere “un’associazione illecita” in grado potenzialmente di commettere “un numero imprecisato di frodi”. Baldiviezo ha aggiunto: “All’interno di questa associazione illecita è stato commesso il reato di frode, rispetto al quale le mosse del presidente sono state essenziali”. Inoltre, Milei avrebbe violato la legge sull’etica pubblica. Tra le personalità che hanno deciso di sostenere la denuncia figura anche l’economista Claudio Lozano, ex presidente della Banca centrale argentina durante l’amministrazione Fernandez.

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