I tagli ai finanziamenti nella ricerca decisi dalla nuova amministrazione del presidente Usa Donald Trump stanno spingendo molti scienziati del Paese a riconsiderare le loro vite e carriere. Oltre 1.200 scienziati, su 1650 intervistati dall’autorevole rivista scientifica Nature, ovvero tre quarti del totale, hanno dichiarato che stanno prendendo in considerazione l’idea di lasciare gli Stati Uniti. Europa e Canada sono state tra le prime scelte per il trasferimento.
In particolare rispondono affermativamente i ricercatori all’inizio della carriera. Dei 690 ricercatori post-laurea che hanno risposto, 548 stavano pensando di andarsene; 255 dei 340 studenti di dottorato hanno risposto lo stesso.
L’amministrazione Trump ha tagliato i finanziamenti per la ricerca e bloccato ampie fasce di scienza finanziata a livello federale, nell’ambito di un’iniziativa di riduzione dei costi a livello governativo guidata dal miliardario Elon Musk . Decine di migliaia di dipendenti federali, tra cui molti scienziati, sono stati licenziati e riassunti in seguito a un ordine del tribunale, con minacce di ulteriori licenziamenti di massa in arrivo. Le misure repressive sull’immigrazione e le battaglie per la libertà accademica hanno lasciato i ricercatori barcollanti mentre incertezza e sconvolgimenti permeano tutti gli aspetti dell’impresa di ricerca statunitense.
La comunità scientifica, anche attraverso le riviste maggiormente autorevoli, si sta mobilitando contro i tagli alla ricerca della nuova amministrazione. Le riviste Lancet, Nature e Science, stanno pubblicando appelli e dati, e soprattutto allarmi sui rischi, della guerra alla Scienza che Trump sta combattendo.
Sempre Nature tre giorni fa ha pubblicato dei documenti esclusivi che mostrano come il National Institutes of Health (NIH) e i Centers for Disease Control and Prevention (CDC) degli Stati Uniti hanno iniziato a cancellare miliardi di dollari di finanziamenti per la ricerca relativa al COVID-19.
I fondi per la ricerca sul COVID-19 “sono stati emessi per uno scopo limitato: migliorare gli effetti della pandemia”, secondo un documento interno del NIH che Nature ha ottenuto e che fornisce ai membri dello staff dell’agenzia una guida aggiornata su come terminare queste sovvenzioni. “Ora che la pandemia è finita, i fondi delle sovvenzioni non sono più necessari”, afferma il documento. Non è chiaro quante di queste sovvenzioni saranno bloccate.
Trump ha sospeso quasi 400 sovvenzioni nel mese di febbraio. Documenti ottenuti da Nature mostravano a marzo come l’amministrazione stesse ordinando allo staff di identificare e potenzialmente annullare progetti sulle popolazioni transgender; sull’identità di genere; su diversità, equità e inclusione (DEI) nella forza lavoro scientifica; e per la giustizia ambientale, sul sostegno alla prevenzione dell’HIV, contro l’esitazione vaccinale.
Il NIH, che è il più grande finanziatore pubblico al mondo per la ricerca biomedica, ha assegnato sovvenzioni a quasi 600 progetti in corso che includono “COVID” nel titolo, per un valore di quasi 850 milioni di dollari. Insieme, questi progetti costituiscono quasi il 2% del budget di 47 miliardi di dollari del NIH. Ora il CDC prevede di cancellare 11,4 miliardi di dollari di fondi per la risposta alla pandemia, come riporta NBC News.
L’emergenza sanitaria pubblica federale è terminata l’11 maggio 2023, ma più di 1,2 milioni di persone negli Stati Uniti sono morte di Covid19, secondo il CDC. Sebbene l’infezione abbia rallentato e la malattia sia diventata più lieve, centinaia di persone muoiono ancora ogni settimana di Covid19 e i sintomi prolungati continuano a causare problemi medici debilitanti in alcuni casi. Nel mondo i morti sono stati più di 7 milioni.
La Heritage Foundation, un think-tank di estrema destra con sede a Washington DC, ha pubblicato il Progetto 2025, una guida politica e un elenco di addetti ai lavori, nell’aprile 2023, un modello per quella che sperava sarebbe stata una seconda presidenza Trump.
Il presidente, tuttavia, ha rinnegato l’iniziativa durante la sua campagna presidenziale del 2024, affermando di non esserne a conoscenza, dopo che c’è stata una reazione pubblica alle radicali proposte politiche repubblicane contenute nella pubblicazione di 922 pagine, come il divieto di aborto, la revisione della forma di governo federale e il taglio dei finanziamenti per la scienza del clima.
Eppure Trump e la sua amministrazione hanno seguito da vicino l’agenda del Progetto 2025, emanando ordini esecutivi per definanziare progetti scientifici e di inclusione. Il Wall Street Journal ha scoperto che più della metà degli ordini esecutivi (EO) di Trump sono in linea con le raccomandazioni del Progetto 2025. E la maggior parte dei suoi 40 autori elencati sono ora figure chiave nel team di Trump.
“Un attacco alla salute americana e globale”. Così l’autorevole rivista scientifica britannica The Lancet bolla in un editoriale sull’ultimo numero le scelte del presidente degli Stati Uniti. Lo fa sulla base di un’analisi del discorso di insediamento e poi delle possibili conseguenze generate dai primi decreti firmati, qui è possibile scaricare l’intera edizione.
“Le azioni di Trump a livello nazionale e globale non sono una rivalutazione misurata delle priorità degli Stati Uniti. Sono un attacco radicale e dannoso alla salute del popolo americano e di coloro che dipendono dall’assistenza degli Stati Uniti”, si legge nell’editoriale. La rivista parla anche di un attacco alla comunità della ricerca medica al livello globale. “La capacità dei ricercatori di lavorare è stata gravemente limitata o interrotta del tutto. La libertà di parola è limitata. L’uso di alcuni termini è vietato”.
Secondo la rivista è giunto il momento che tutte le altre riviste e le istituzioni sanitarie prendano una posizione, senza timore: “Le istituzioni sanitarie possono essere riluttanti a criticare pubblicamente la nuova amministrazione, ma questa timidezza è un errore. Le azioni di Trump devono essere giudicate per il danno che stanno facendo”, aggiunge l’editoriale. “Il risultato immediato è stata caos, divisioni e disorientamento, ma la risposta non può essere dettata dalla paura o dalla rassegnazione”, conclude l’editoriale.
Nei giorni scorsi le riviste Nature e Science avevano denunciato che diversi atenei stanno sospendendo le spese per viaggi, nuovi progetti di ricerca e attrezzature, con conseguenze che potrebbero essere catastrofiche. La rettrice dell’Università di Chicago in Illinois, Katherine Baicker, ha scritto una email ai membri della sua facoltà: “Per ora dobbiamo procedere partendo dal presupposto che le spese sostenute mentre questo memorandum è in vigore potrebbero non essere coperte dai finanziamenti federali”.
Ad allarmare la comunità scientifiche c’è anche il divieto di comunicare con l’esterno per ricercatori e membri del personale di numerosi istituti e agenzie. Questa decisione ha portato, ad esempio, alla cancellazione delle periodiche riunioni che si tengono normalmente nei National Institutes of Health e la National Science Foundation e che servono proprio a decidere le assegnazioni dei finanziamenti che le Agenzie distribuiscono a laboratori di tutto il Paese.Una decisione che mina le fondamenta della comunità scientifica globale, cioè la diffusione delle informazioni utili al progresso della ricerca.
Tra le prime decisioni di Trump, c’è stata l’uscita degli Usa dall’Organizzazione Mondiale della Sanità. L’uscita degli Usa era già avvenuta nel 2020, durante il primo mandato presidenziale di Trump, ma era stata poi revocata da Joe Biden il 20 gennaio 2021, nel suo primo giorno da presidente. La Casa Bianca ha negato che sarebbe in preparazione un ordine esecutivo per licenziare migliaia di dipendenti dei dipartimenti della Salute degli Stati Uniti, la notizia degli imminenti licenziamenti era stata riportata dal Wall Street Journal.
A tagliare una fetta consistente di dipendenti sarebbero la Food and Drug Administration (l’ente regolatorio), ai Centri per il controllo e la prevenzione delle malattie (Cdc). Secondo le fonti, l’ordine esecutivo potrebbe essere emanato già la prossima settimana, dopo che ai dipendenti verrà offerta una buonuscita.
I tagli ai posti di lavoro in discussione colpirebbero il Dipartimento della Salute e dei Servizi umani, che impiega oltre 80.000 persone e comprende l’Istituto nazionale della salute (Nih) e i Centri per i servizi Medicare and Medicaid, oltre alla Fda e al Cdc. Le agenzie sono responsabili di una serie di funzioni, dalla approvazione di nuovi farmaci alla tracciatura delle epidemie di influenza aviaria e alla ricerca sul cancro.
Il provvedimento rientrerebbe nei tagli alle agenzie federali suggeriti da Elon Musk tramite il suo DOGE (Department of Government Efficiency), come la controversa sospensione dei fondi per le attività umanitarie dell’agenzia Usaid. Questo provvedimento potrebbe mettere a rischio anche molte ONG italiane, che dipendono da tali finanziamenti.