E’ una “autorità amministrativa indipendente.. La Commissione di garanzia dell’attuazione della legge sullo sciopero nei servizi pubblici essenziali è stata istituita nel 1990 con il compito di “garantire l’equo contemperamento dell’esercizio del diritto di sciopero con il godimento dei diritti costituzionali della persona”.
La commissione è composta da cinque membri, scelti su designazione dei Presidenti della Camera e del Senato, tra gli esperti in materia di diritto costituzionale, di diritto del lavoro e di relazioni industriali, e che vengono nominati con un decreto del Presidente della Repubblica.
L’attuale commissione è stata nominata nel giugno del 2023 dai presidenti della Camera, Luciano Fontana, leghista, e del Senato, Ignazio La Russa, Fratelli d’Italia. Presidente è Paola Bellocchi (nella foto), ordinaria di Diritto del lavoro all’Università di Teramo. Con lei Federico Ghera, associato di Diritto costituzionale all’versità di Foggia, Peppino Mariano, esperto di Diritto del lavoro, Paolo Reboani, esperto di Politiche del lUniavoro e di Relazioni industriali, Luca Tozzi, esperto di Diritto del lavoro.
Ognuno di loro può vantare precedenti frequentazioni nelle stanze della politica. Tranne forse proprio la presidente Bellocchi. Così scrive il sito di informazione True-news.
Peppino Mariano è stato consulente in materia di lavoro tra il 2008 ed il 2011 per Giorgia Meloni quando l’attuale premier era ministra della Gioventù, mentre Luca Tozzi è stato tra il 2018 ed il 2019 consulente giuridico dell’attuale presidente della Camera Lorenzo Fontana quando era ministro della Famiglia. Per quanto riguarda Paolo Reboani, è stato consulente dei ministri del lavoro Maurizio Sacconi e Roberto Maroni, prima di divenire direttore generale del ministero del Lavoro. Di Federico Ghera fonti vicine ai sindacati riferiscono che è stato nominato su suggerimento del leghista Claudio Durigon. Mentre il nome del presidente Bellocchi sarebbe stato caldeggiato dal senatore del Carroccio Alberto Bagnai.
LO SCONTRO DI IERI, MARTEDI’. Sale di intensità lo scontro governo-sindacati sullo sciopero. Sia il leader Cgil, Maurizio Landini, sia il leader Uil, Pierpaolo Bombardieri, hanno declinato l’invito all’incontro convocato dal Ministero dei trasporti per un ultimo chiarimento sullo sciopero generale di 8 ore proclamato per venerdì prossimo di cui il garante e il ministro Matteo Salvini hanno chiesto una riduzione di orario. A partecipare al round solo i segretari organizzativi di Cgil e Uil.
“Se entro oggi a mezzanotte i sindacati non torneranno nell’ambito della legge e del buon senso, onore e onere di un ministro, io garantisco il diritto allo sciopero ma se serve precettare precetterò per non mettere in ginocchio un intero Paese” ha detto il vicepresidente del Consiglio e ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, Matteo Salvini. Il suo ministero ha poi inviato in tarda mattinata una lettera ufficiale ai sindacati: “Rivedete lo sciopero” e li aveva convocati oggi alle 18.
“Non sono venute meno le ragioni dello sciopero che continuiamo a considerare sciopero generale nazionale”, hanno scritto in una lettera di risposta Landini e Bombardieri. Per i due segretari generali di Cgil e Uil “giova ricordare che oggi è stata inviata alla Commissione di Garanzia l’esclusione da detto sciopero del trasporto aereo con senso di responsabilità finalizzato a non esporre i lavoratori del settore, considerato che ENAC non ha comunicato i voli garantiti come invece avrebbe dovuto fare”.
Inoltre Landini e Bombardieri ricordano “che le modalità di astensione sono state previste garantendo servizi minimi e ogni altra garanzia che non faccia venir meno il diritto alla mobilità dei cittadini come la stessa legge prevede”.
Diventa così più formale il botta e risposta tra sindacati e Governo in merito allo sciopero, una querelle che nella mattinata era andata avanti a colpi di interviste. “Se serve precettare precetterò per non mettere in ginocchio un intero Paese”, aveva detto Salvini.
Landini: “Troveremmo sgradevole se il ministro pensasse di fare interventi di autorità, sarebbe volontà politica di mettere in discussione il diritto di sciopero per difendere i propri diritti”.
Landini ha inoltre affermato che la Commissione di Garanzia “è compiacente” con il Governo: “Troviamo sbagliata l’interpretazione che non considera questo uno sciopero generale e per questa ragione tenta di mettere in discussione quello che è un diritto che le persone hanno, di scioperare quando non sono d’accordo con le politiche economiche e sociali che il Governo sta facendo”
“Abbiamo contestato una interpretazione – ha proseguito il sindacalista – che non è scritta da nessuna parte e che ci pare molto compiacente e che oggi il Governo e in particolare il ministro Salvini sta usando in modo strumentale per mettere in discussione il diritto di sciopero. Abbiamo ribadito che intendiamo confermare quelle modalità di sciopero in quelle giornate”.
Landini ha poi sottolineato la responsabilità del sindacato nell’escludere il trasporto aereo dalla protesta e nella riduzione dello stop peri vigili del fuoco e “sul resto confermiamo l’impianto”. Secondo il segretario si tratta di uno sciopero generale: “Non c’è scritto da nessuna parte che questo non lo è”.
E’ una forzatura, ha detto, da parte della Commissione non considerarlo uno sciopero generale: “Lo hanno proclamato le Confederazioni, non sono ragioni della singola categoria. Abbiamo concentrato in una giornata i settori più esposti al servizio con il pubblico, sanità, scuola, trasporti” e articolato lo sciopero a livello territoriale. “Di fronte ad altri scioperi proclamati nei mesi scorsi da sindacati minori, ha aggiunto, non ha aperto becco e non ha messo in discussione nulla. Non ci possono essere due pesi e due misure”.
“Lo sciopero – ha proseguito – lo abbiamo proclamato il 27 di ottobre, la Commissione ci ha scritto il 9 novembre e l’incontro c’è stato il 13 perché lo abbiamo chiesto noi e lo sciopero è il 17. Se volevano affrontare il tema potevano chiamarci dal 28 di ottobre. C’è una interpretazione, cosa mai successa, che mette in discussione il ruolo e il diritto di sciopero”.
Dopo l’incontro al ministero di oggi pomeriggio con parte dei sindacati, Salvini ha annunciato per venerdì la precettazione dei lavoratori dei trasporti. Landini e Bombardieri, invece, hanno confemato lo sciopero: “La precettazione è un gravissimo atto politico. Noi andremo avanti”.