Nel giorno dello sciopero della discordia, a Roma, in una piazza del Popolo affollata, dopo il segretario della Uil Bombardieri, è intervenuto il segretario della Cgil Maurizio Landini. “Noi qui rappresentiamo la maggioranza, non la minoranza e vogliamo essere ascoltati. Noi continueremo, le piazze saranno ancora strapiene, perché il messaggio che avete mandato è che non bisogna né avere paura né abbassare la testa, abbiamo la forza oltre che la ragione per rappresentarlo. Andiamo avanti, siamo sulla strada giusta e non ci fermiamo”.
“E’ il momento di cambiare. La battaglia che stiamo facendo è per dare un futuro al Paese, rimettere al centro il lavoro e la persona, avere un altro modello di sviluppo”, ha proseguito Landini. “L’unità sindacale – ha osservato il segretario generale della Cgil – non è solo una somma di sigle, è l’unità del mondo del lavoro e delle persone che lavorano. Vogliamo garantire gli stessi diritti e le stesse tutele a tutti. Questa piazza manda un messaggio di unita’ del mondo del lavoro”.
Almeno 60mila persone in piazza del Popolo per la manifestazione di Cgil e Uil: è la stima indicata dagli organizzatori Cgil e Uil di Roma e Lazio.
“Altissime adesioni” allo sciopero generale di Cgil e Uil nei trasporti con punte del 100% in alcuni settori come i porti e fino all’80% nella logistica. “Alte” le adesioni anche nei settori sottoposti all’ordinanza di precettazione come il trasporto pubblico locale e ferroviario dove l’adesione media è del 70%. Lo riferiscono Filt Cgil e Uiltrasporti.
“Noi siamo qui perché rappresentiamo la maggioranza di questo Paese, di chi paga le tasse e con il lavoro tiene in piedi il Paese e che oggi non viene ascoltato da questo governo: in questo modo il governo sta portando a sbattere il Paese e noi non lo permetteremo. Noi a differenza del governo abbiamo in testa di dare un futuro al Paese, ai giovani”. Così il segretario generale della Cgil, Maurizio Landini: “Siamo noi che con le nostre tasse paghiamo gli stipendi anche a chi è in politica e nel governo. La risposta che c’è oggi in questa piazza dimostra che non il sindacato, non Landini o Bombardieri, ma le persone non vogliono rinunciare alla democrazia e ai loro diritti. Se il governo è capace di ascoltare, allora cambi idea, smetta di fare cavolate e ritiri la precettazione e finalmente apra la trattativa anche con noi che stiamo avanzando proposte per migliorare questo Paese. Se pensa di non ascoltarci noi continueremo fino a che non otterremo risultati”.
Landini ha sottolineato che la precettazione “è un atto che parla da solo e che nella storia democratica e repubblicana di questo Paese non si è mai visto, mai da nessun governo. Tutte le piazze sono strapiene come non si vedeva da anni. Questa giornata è la risposta più bella, forte, intelligente e più ferma che potevano dare a chi ha pensato di precettare e mettere in discussone il diritto di sciopero. Questo è un vero e proprio attacco alla democrazia”, dice Landini.
“E loro non li ha precettati nessuno, hanno scelto di esserci”, aggiunge. “Questa piazza è una risposta democratica di persone che soffrono, che hanno pagato per essere qui. E’ una risposta di democrazia a chi fa il bullo istituzionale. Bisogna avere rispetto dei lavoratori”. Poi sui rapporti con la Cisl, “continuiamo a fare battaglie sulle proposte unitarie. Per fortuna in Italia c’è il pluralismo sindacale, non c’è il sindacato unico. Chiediamo aumenti salariali, interventi sulla sicurezza sul lavoro e sul fisco” ha detto Bombardieri.
“Adesso basta!’: al via lo sciopero e la manifestazione di Cgil e Uil per cambiare la manovra e le politiche economiche e sociali del governo Meloni. Lo sciopero è di 8 ore o intero turno di lavoro a livello nazionale per il pubblico impiego, la scuola, l’università e ricerca, la sanità e gli addetti di Poste.
Dopo la precettazione, per il settore dei trasporti, dai bus e metro ai treni – esclusi i voli che sono regolari – lo stop è stato di 4 ore, dalle 9 alle 13. Così come per i vigili del fuoco. Hanno incrociato le braccia per 8 ore anche le lavoratrici e i lavoratori delle regioni del Centro. E’ stata la prima tappa della mobilitazione proclamata da Cgil e Uil: in tutto cinque giornate con scioperi e manifestazioni in 58 piazze, con oltre 100 presidi su base territoriale e regionale, che poi coinvolgeranno le regioni del Nord il 24 novembre e quelle del Sud il primo dicembre. Sicilia e Sardegna si fermeranno rispettivamente il 20 e il 27 novembre.
Manifestazioni a Firenze, Perugia, Ancona, Ascoli Piceno, Pesaro, Fermo, Macerata, Lanciano, Campobasso e Roma. Nella capitale appuntamento in piazza del Popolo, con i segretari generali di Cgil e Uil, Maurizio Landini e Pierpaolo Bombardieri che hanno preso la parola sul palco dopo l’intervento di sei lavoratrici e lavoratori e due studenti.
La mobilitazione è stata promossa dalle due confederazioni “per alzare i salari, per estendere i diritti e per contrastare una legge di bilancio che non ferma il drammatico impoverimento di lavoratrici, lavoratori, pensionate e pensionati e non offre futuro ai giovani. A sostegno di un’altra politica economica, sociale e contrattuale, che non solo è possibile ma necessaria e urgente. Adesso basta!”.
“Un’autorità indipendente ha segnalato che non c’erano i requisiti di uno sciopero generale. Non è qualcosa che ho deciso io, ho grande rispetto dei diritti dei lavoratori”, del diritto di sciopero, ma “nel merito posso dire poco” perché “lo sciopero generale contro la manovra è stato lanciato in estate, quando io la manovra non l’avevo neanche pensata”. Lo ha detto la premier Meloni nel corso di un punto stampa a Zagabria. Nel merito la premier ha quindi affermato di non poter dire che lo sciopero sia frutto di errori oggettivi del governo.
“Sono orgoglioso che oggi 20 milioni di italiani possano muoversi liberamente perché il diritto allo sciopero di una minoranza non può ledere il diritto al lavoro della maggioranza”. Ha detto a Bari il ministro dei Trasporti Matteo Salvini.
“Credo sia legittimo che i sindacati esprimano le loro preoccupazioni anche attraverso uno sciopero, perché è un diritto che è affermato e riaffermato dal nostro ordinamento. Credo che si debba fare in modo ordinato. Questo non preclude il dialogo e anche, soprattutto da parte nostra, del governo, la volontà di ascolto che c’è stata in questi mesi e soprattutto credo dovrà caratterizzare anche i mesi e gli anni futuri”. Lo ha detto il ministro del Lavoro Marina Elvira Calderone parlando a Genova a margine del salone Orientamenti a proposito dello sciopero indetto dai sindacati sulla manovra in corso in queste ore.
Nel giorno dello sciopero generale, a Milano autobus, tram e metropolitane gestiti dall’Azienda Trasporti hanno funzionato regolarmente. Per l’Atm infatti non sono ancora trascorsi i 10 giorni previsti dalla legge rispetto allo sciopero di venerdì scorso. Disagi al traffico privato si sono registrati in città per il corteo degli studenti partito alle 9.30 da largo Cairoli che ha costretto la Polizia locale a chiudere le strade lungo il percorso della manifestazione.
Anche i dipendenti di Trenord non sono stati coinvolti nell’astensione dal lavoro alla quale hanno potuto aderire i lavoratori delle aziende che gestiscono le infrastrutture ferroviarie, quindi Ferrovienord e Fs. Per i dipendenti del Comune di Milano, infine, lo sciopero è possibile invece a tutti gli effetti per 24 ore. Secondo quanto hanno confermato i sindacati, erano 26 anni che i lavoratori comunali non partecipavano a uno sciopero generale di tutti i comparti dell’ente. I problemi con gli utenti sono possibili anche nelle biblioteche e nella raccolta dei rifiuti.
Nessun particolare disagio per il trasporto pubblico a Bologna. Il personale dell’azienda di trasporto locale Tper non era infatti coinvolto nella mobilitazione e le corse sono state regolari. Situazione non problematica al mattino per chi si è spostato in treno: alla stazione di Bologna i treni in arrivo e partenza, tra linee convenzionali e alta velocità, riportavano a metà mattina pochissimi convogli con ritardi compresi tra 5 e 30 minuti.