Guerra di cufre sulle adesioni allo sciopero degli stabilimenti balneari. E’ stato il primo sciopero della categoria. Non tutti sono restati chiusi nelle due ore della protesta. In Riviera uno stabilimento su quattro, maggiore adesione in Versilia e in Puglia. La protesta era indirizzata contro il mancato intervento del governo in merito alla scadenza al 31 dicembre 2023 delle concessioni, dopo lo stop del Consiglio di Stato alle proroghe decise dal governo.
I balneari: “Ci avevano promesso una legge migliore di quella di Draghi. Ma ci hanno preso in giro”. La Fiba-Confesercenti si aspettava un’adesione dell’80 per cento, ma tra gli stessi addetti ai lavori si registrano divisioni. A proclamare lo stop sono state Sib-Confcommercio e Fiba-Confesercenti ma oggi Assobalneari ha preso le distanze dall’iniziativa annunciando che non sosterrà la protesta.
La protesta avviene in un momento particolarmente polemico sulla gestione del turismo estivo: i prezzi delle vacanze in spiaggia hanno raggiunto vette esorbitanti e ormai senza controllo, a tal punto che molti italiani preferiscono rinunciare alle spiagge italiane, orientandosi verso Paesi emergenti come l’Albania, che sta vivendo un vero boom turistico. Dopo lo sciopero dei balneari – affermano parecchi osservatori – si sta facendo strada lo sciopero dei turisti.
“Prevediamo un’adesione sostenuta, dell’80% e oltre dei nostri iscritti, alla mobilitazione in programma domani nel comparto balneari che prevede l’apertura ritardata degli ombrelloni”, aveva detto la FIBA. Una mobilitazione, spiega l’associaizione per chiedere per l’ennesima volta al governo di intervenire per “evitare lo stato di confusione che si sta generando nel comparto balneare italiano e, ancora di più, nelle famiglie e nelle imprese che hanno investito e creduto in un regime legislativo che riconosceva dei diritti che oggi non ci sono più”.
Di diverso avviso Assobalneari. “Non è giusto penalizzare migliaia di consumatori che hanno scelto gli stabilimenti balneari italiani per le loro vacanze, riconoscendone qualità e funzionalità. Per questo migliaia di aziende associate ad Assobalneari e La Base Balneare con Donnedamare, le organizzazioni maggiormente rappresentative degli operatori balneari italiani, si asterranno dallo sciopero convocato da alcune sigle sindacali per venerdì 9 agosto”, hanno spiegato Fabrizio Licordari, presidente di Assobalneari, e Bettina Bolla, presidente di La Base balneare con Donnedamare spiegando che occorrre “Riconoscere la mappatura del governo per garantire vantaggi a consumatori, imprese e indotto”.
La scelta di Assobalneari incontra il favore dei consumatori. “Bene. Ottima notizia. Non possiamo che condividere la motivazione”, ha detto Massimiliano Dona, presidente dell’Unione Nazionale Consumatori. Con lo sciopero i consumatori sarebbero danneggiati due volte. Una prima volta perché la mancanza di concorrenza e le concessioni bloccate hanno consentito, in questi anni, rincari ingiustificati rispetto alla qualità del servizio offerto, una seconda volta perché dopo il danno ora subirebbero pure la beffa di perdere pure due ore di spiaggia. Sembra poco, ma non lo è, considerato che le vacanze oggi non durano più come una volta l’intero mese di agosto, ma sono sempre più brevi, per far fronte al caro vita” ha detto Dona. “Secondo gli ultimi dati Istat, il 49,6% delle vacanze lunghe dura meno di una settimana. Insomma, due ore in meno, come dice giustamente Assobalneari, penalizzerebbe i consumatori, che, ribadiamo, dovranno comunque essere indennizzati per il disservizio causato dallo sciopero, con un giorno di spiaggia gratis” conclude Dona.