di Sara Di Antonio
Nei giardini del monastero di Steinganden, in Baviera, c’è un grande labirinto di pietre. Pare che serva a capire che nella vita molto spesso bisogna perdersi, purché senza stranirsi, prima di ritrovare la retta via.
Mi sembra complicato, affermo mentre bevo un bicchiere di Sauvignon bianco, un fruttatissimo Paul Mas, che pure io adoro. Chissà cosa ne penserebbe la mia giovane e premiata enotecaria d’Italia, nel suo meraviglioso antro (o bistrot, che dir si voglia) di Alba Adriatica.
Ogni tanto la penso, di fronte a delle giornate che, anche in Emilia, sembrano stranamente estive. C’è un sole caldo, e le persone sembrano avere dimenticato che tra un po’ finirà l’estate, proprio domani.
Veramente Mohammed o Ahmed lo hanno già capito, perché hanno sostituito le ciabatte con le loro magnifiche sneakers, per sentirsi più italiani o più europei, o comunque diversi dai ragazzi che, come loro, sbarcano ogni giorno a Lampedusa, sotto un sole che assomiglia terribilmente a quello dell’Algeria (guardare Io capitano, portarci i figli, il marito, le amiche, e non dimenticare quei volti nel deserto, mai)…
Sono giorni di movimento, mi dice sorridendo il mio meraviglioso vicino, sordo, eppure spiritosissimo e perspicace, guardando Vassilij (ex direttore di scuola in Ucraina, poi commerciante) che chiude per sempre la sua bottega nella splendente via Secchi.
E infatti, qualcosa si muove dentro di noi, è sempre colpa del mese di settembre; un mese crudelissimo, oppure un mese che ci sta centellinando la sua durezza, forse perché ha un po’ pietà di noi.
Forse perché siamo con la mente in quel labirinto, in Baviera, è un po’ ci alambicchiamo il cervello, pur di non essere dove siamo, pur di non riconoscere dove ci troviamo, ora.
Ma pazienza, on verra, les amis!