martedì 26 Novembre 2024

C'è una crepa in ogni cosa. E' da li' che entra la luce (Leonard Cohen)

Sì agli esperimenti per impiantare i chip nel cervello

Ci siamo. Gli Stati Uniti hanno detto sì, dopo averla negata per tre volte, alla sperimentazione degli impianti cerebrali di Neuralink sugli esseri umani.

La società di Elon Musk, che progetta dispositivi da impiantare nel cervello, potrà ora eseguire il primo test su una persona che consisterà nell’inserire nel cervello un chip che a sua volta permetterà di interfacciarsi, collegarsi, direttamente con un computer. La Food and drug administration (Fda), l’ente che regolamenta i farmaci negli Stati Uniti, su Neuralink ha cambiato rotta dopo aver detto no soltanto tre mesi fa.

Esulta Musk, il quale, nel dare la notizia del sì del massimo organo di vigilanza sui farmaci e sui prodotti alimentari, ha precisato che per ora non saranno reclutate le prime cavie umane alle quali impiantare i chip e che condividerà tutte le informazioni sui vari test.

L’annuncio ha lasciato tutti di sorpresa considerando i continui rifiuti della Fda e le perplessità che lo stesso organismo di vigilanza aveva espresso su Neuralink e sulla procedura di impianti cerebrali sull’uomo. “Troppi rischi per la salute umana” era stata la motivazione dei primi tre rifiuti.

Foto: Elon Musk (da Ictandhealth.com)

Quali sono i rischi e i dubbi?

1. Pericolo che l’uso delle batterie di litio nei dispositivi che saranno inseriti nel cervello possano provocare un avvelenamento.
2. Il rischio che i fili dell’impianto possa spostarsi e compromettere quindi l’attività cerebrale della persona cui viene immesso il dispositivo.
3. La difficoltà riscontrata nella rimozione dei chip senza che venga danneggiato il cervello.
4. Un anno fa, l’azienda di Musk è finita sotto inchiesta per una presunta violazione dell’Animal welfare act che regola il modo in cui i ricercatori e gli scienziati devono trattare gli animali usati come cavie. Secono le accuse, durante le varie sperimentazioni Neuralink avrebbe provocato la morte di circa 1.500 tra pecore, scimmie e maiali.

Impiantare un chip per fare cosa?

Si è detto che Neuralink progetta dispositivi da impiantare nel cervello che poi comunicheranno direttamente con i computer con il nostro pensiero. Per muovere le dita sullo schermo il cervello attiva i neuroni che inviano segnali ai muscoli del dito attraverso i nervi, questi provocano la contrazione dei muscoli del dito e così si compie l’azione che si vuole.

L’azienda di Musk vuole arrivare a una simbiosi tra il cervello e l’Intelligenza Artificiale e si dice certa che le persone pagherebbero migliaia di dollari o euro per dotare il cervello della potenza del computer. Questo, in estrema sintesi, l’obbiettivo che si propone Neuralink che assicura, inoltre, l’indispensabile aiuto che tutto ciò darà alle persone paralizzate o affette da malattie neurologiche.

Altre aziende stanno lavorando per controllare i computer con il pensiero, come Synchron che ha annunciato di aver impiantato già un anno fa, quindi battendo sul tempo Neuralink, la prima interfaccia cervello-macchina (Brain computer interface) negli Stati Uniti.
Synchron ha già dimostrato il funzionamento di un dispositivo che ha permesso a due persone disabili di interagire con un computer tramite il pensiero. Anche in questo caso la Food and Drug Administration (Fda) ha approvato la richiesta di iniziare i test clinici sul proprio avveniristico dispositivo.

Resta un interrogativo finale: se un giorno, attraverso chip immessi nel cervello, potremo interfacciarsi con l’Intelligenza Artificiale, non va considerato anche il contrario, ossia, che l’Intelligenza Artificiale, quindi il computer, riesca a collegarsi a sua volta con il nostro cervello? Non saremo forse alla mercé di qualche sofisticatissimo, ultra potente e ultra veloce algoritmo? Non saremo forse nelle mani, nei desideri e nelle sempre possibili tentazioni manipolatrici del super-intelligente che ha progettato le macchine super-intelligenti?

Piero Di Antonio

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