Spunta un particolare non secondario nella vicenda dell’uccisione di Giulia Cecchettin. La sera dell’11 novembre, sabato, i carabinieri non inviarono una pattuglia a Vigonovo dopo l’allarme al 112 da parte di un vicino di casa dei Cecchettin su un litigio nel parcheggio. Il luogo dove ci fu la prima aggressione di Filippo a Giulia.
Di questa telefonata non c’è traccia nell’ordinanza del Gip. LA notizia del mancato intervento dei militari sul luogo dell’aggressione ha trovato conferma in ambienti vicini all’inchiesta.
Al 112 il testimone (ore 23.18) disse di aver sentito urlare “mi fai male” e di aver visto un uomo calciare una figura a terra. Il vicino non riuscì a prendere la targa dell’auto. L’indagine scattò il giorno seguente, dopo la denuncia di scomparsa del padre di Giulia. Ora la registrazione della telefonata sarà acquisita dalla Procura della Repubblica di Venezia.
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“Vorrei sparire dalla sua vita ma non so come fare, ho paura che possa farsi male”, la voce di Giulia rotta dalla tensione dopo aver lasciato Filippo. E’ il messaggio vocale che Giulia Cecchettin aveva inviato a un’amica per confidarle la sua difficoltà a uscire da una storia che per lei era conclusa ma non per l’ex fidanzato.
L’audio è stato diffuso dalla trasmissione Rai “Chi l’ha visto”. “Lui mi dice che è superdepresso, che ha smesso di mangiare, che passa le giornate a guardare il soffitto, che pensa solo ad ammazzarsi, che vorrebbe morire”. E ancora: “Parole che suonano come ricatto. Vorrei fortemente sparire dalla sua vita, ma non so come farlo perché mi sento in colpa perché ho troppa paura che possa farsi male”.
La Germania ha concesso l’estradizione di Filippo Turetta. La decisione del 21 novembre è della Prima sezione penale del Tribunale regionale superiore di Naumburg. Turetta quindi può tornare in tempi brevi in Italia. Ad accompagnarlo saranno i carabinieri. Alla polizia tedesca Turetta ha detto:”Volevo farla finita, non ho avuto coraggio. Ho vagato questi sette giorni perché ho pensato più volte di andarmi a schiantare contro un ostacolo e più volte mi sono puntato un coltello contro la gola”, ha detto ai poliziotti. Turetta si è consegnato mani in alto, aveva ferite sulle mani e sulle caviglie.
Sembra che l’avvocato di Turetta sia orientato a chiedere per il suo assistito l’infermità mentale.
Intanto, la segretaria del Pd, Elly Schlein, ha chiamato la presidente del Consiglio Giorgia Meloni in merito alla possibilità di trovare un terreno comune per far fare un passo avanti al Paese sulla prevenzione della violenza di genere”. La notizia è stata confermata da fonti del Nazareno, la sede dei Democratici.
E parla anche la famiglia di Filippo Turetta, in un’intervista al Corriere della Sera. “Mi sembra impossibile. Ma poi dicono dello scotch, del coltello, non so cosa pensare…forse voleva sequestrarla per non farle dare la tesi e poi la situazione è degenerata. Secondo noi gli è scoppiata qualche vena in testa. Non c’è davvero una spiegazione”. I genitori di Filippo Turetta, papà Nicola e mamma Elisabetta, non si danno pace.
“Parlano di possesso, maschilismo, incapacità di accettare che lei fosse più brava di lui. Non è assolutamente niente di tutto questo. Io sono convinto che qualcosa nel suo cervello non abbia più funzionato” aggiunge il papà, l’unico tra i due che riesce davvero a parlare. “Proviamo un immenso dolore per la povera Giulia. Siamo vicini alla sua famiglia, siamo devastati per quello che è accaduto. Pensiamo in continuazione a lei. Ci fa male vederci additare come genitori inadeguati, come una famiglia simbolo del patriarcato” aggiunge il padre del 22enne.
Quando è stato fermato “secondo noi era in stato confusionale. Ha vagato senza una meta, non è tornato perché probabilmente aveva paura. Segno che non aveva un piano”. In attesa dell’udienza per decidere sulla consegna, “non ci hanno fatto ancora parlare con lui. Ci hanno detto che è molto provato. Se non lo riporteranno in Italia nei prossimi giorni, ci organizzeremo per andare noi in Germania. Resta nostro figlio. Cosa dobbiamo fare? Pagherà per quello che ha fatto. Noi siamo pur sempre i suoi genitori”.
Ad aspettarli a casa c’è un altro figlio. “Non è facile, soffre molto. Ieri sera era a tavola e ha sentito al telegiornale che ‘il killer’ era stato fermato in Germania. È dura sentir parlare così di un fratello. Filippo in casa non è mai stato un ragazzo violento. Siamo tutti sgomenti” ha concluso Nicola Turetta.
FOTO dal Mattino di Napoli