mercoledì 23 Ottobre 2024

C'è una crepa in ogni cosa. E' da li' che entra la luce (Leonard Cohen)

Sì del Papa al culto della Madonna di Medjugorie, nulla sul soprannaturale

Un colpo al cerchio e uno alla botte per Medjugorje, il luogo di culto e di peregrinazioni dei credenti chiamato anche “la fabbrica delle sante illusioni”. Il Vaticano dopo più di 40 anni ha dato il nuilla osta al culto di Medjugorje per i suoi “frutti positivi”, secondo il documento diffuso oggi dal Dicastero per la Dottrina della Fede, con il placet di Papa Francesco.

Ma ciò “non implica dichiarare come autentici i presunti eventi soprannaturali, ma soltanto evidenziare che in mezzo a questo fenomeno spirituale di Medjugorje lo Spirito Santo agisce fruttuosamente per il bene dei fedeli”. Quindi, pur non esprimendo un giudizio sulla moralità delle persone che dal 1981 dicono di vedere la Madonna nel piccolo borgo della Bosnia Erzegovina, il Vaticano ricorda che “i pellegrinaggi non si fanno per incontrarsi con i presunti veggenti, ma per avere un incontro con Maria, Regina della Pace” e “per incontrare Cristo”.

Quella di Medjugorje è “una lunga e complessa storia”, esordisce nel documento il Prefetto della Dottrina della Fede, il cardinale Victor Manuel Fernandez (nella foto sotto). In cui, prosegue il testo, “si sono susseguite opinioni divergenti di Vescovi, teologi, commissioni e analisti”. Il verdetto arrivato oggi era atteso da 43 anni dai fedeli, che si sono recati in pellegrinaggio presso il santuario aumentando di anno in anno. Un milione all’anno, secondo gli ultimi dati.

Victor Manuel Fernandez, prefetto del Dicastero per la Dottrina della Fede
Sul dossier ha lavorato anche un’apposita Commissione, guidata dal cardinale Camilo Ruini, ma la pronuncia arriva solo ora grazie alle nuove regole preparate sulle apparizioni, che consentono non solo un semplice  o no di risposta ma anche un ventaglio di differenti valutazioni.
Nel caso di Medjugorje, la lunga nota del Vaticano elenca i “frutti positivi”, “abbondanti”, “diffusi”, “tanto belli”, con gente che si converte, che decide di abbracciare la vita religiosa o anche semplicemente di tornare a pregare. Questo però, ribadisce la Santa Sede, “non implica dichiarare come autentici i presunti eventi soprannaturali”. Nel documento quindi non si parla di apparizioni ma tuttavia si esaminano i “presunti messaggi”, la maggior parte dei quali è considerato coerente con la dottrina cattolica.

“È importante chiarire sin dall’inizio che le conclusioni di questa Nota non implicano un giudizio circa la vita morale dei presunti veggenti” si precisa ancora. E in ogni caso i doni spirituali – spiega l’ex Sant’Uffizio nel documento approvato dal Papa – “non esigono necessariamente la perfezione morale delle persone coinvolte per poter agire”.

Al tempo stesso avere concesso il “nulla osta” implica che non sono state evidenziate falsificazioni o mitomanie. In altri casi – uno su tutti, Trevignano- la bocciatura del Vaticano è stata senza appello e si è chiaramente parlato di “non soprannaturalità” del fenomeno con il conseguente divieto per i fedeli di continuare a seguire tali manifestazioni.

Il documento su Medjugorje in pratica sorvola sui veggenti, chiedendo solo ai fedeli di non fare pellegrinaggi con il solo scopo di incontrarli. Più severo era stato invece il Rapporto della Commissione Ruini che, pur precisando che non c’erano elementi di immoralità nelle sei persone che dal 1981 dicono divedere la Madonna a Medjugorje, evidenziava “un rapporto per alcuni aspetti ambiguo con il denaro”.

Il Vaticano parla anche di “necessari chiarimenti”: “Alcuni pochi messaggi si allontanano da questi contenuti così positivi e edificanti e sembra persino che arrivino a contraddirli. È conveniente stare attenti perché questi pochi elementi confusi non mettano in ombra la bellezza dell’insieme”.

Infine, la Dottrina della Fede fornisce le indicazioni operative: “Il Visitatore Apostolico a carattere speciale per la parrocchia di Medjugorje, che continuerà a svolgere le funzioni a lui affidate, dovrà verificare che, in ogni pubblicazione che raccolga dei messaggi, venga inclusa la presente Nota come Introduzione”.

Quanto a tutti gli altri vescovi, sono chiamati ad “apprezzare il valore pastorale e a promuovere pure la diffusione di questa proposta spirituale” ma “valutando prudenzialmente quanto accade nel proprio territorio, resta comunque ferma la potestà di ogni Vescovo diocesano di decidere al riguardo”.

Infatti “pur essendo ampiamente diffusi in tutto il mondo i frutti positivi di questo fenomeno spirituale, ciò non nega che possano esserci dei gruppi o delle persone che, utilizzando inadeguatamente questo fenomeno spirituale, agiscano in un modo sbagliato”.

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