Secondo il fondatore del gruppo per i diritti umani Gulagu.net , Vladimir Osechkin, il dissidente russo Alexei Navalny sarebbe stato esposto a una temperatura inferiore allo zero per diverse ore e poi ucciso con una tecnica nota agli ufficiali del Kgb. Lo ha dichiarato al Times di Londra.
LA VEDOVA. Tre giorni fa Vladimir Putin ha ucciso mio marito, Aleksej Navalny. Putin ha ucciso il padre dei miei figli. Con lui ha voluto uccidere la nostra speranza, la nostra libertà, il nostro futuro”: l’accusa, chiara, inequivocabile, arriva da Yulia Navalnaja, la vedova di Navalny. La sua versione della storia è consegnata al mondo con un video di otto minuti pubblicato su Youtube, in cui dice di essere certa che il corpo sia trattenuto dalle autorità russe per dare modo all’agente nervino Novichok di scomparire senza lasciare traccia.
Il lungo messaggio è pubblicato sul canale del marito, che conta più di sei milioni di iscritti. Putin, sottolinea Navalnaja, ha portato via Aleksej Anvalny non solo dalla sua famiglia, ma di tutti i russi, confinandolo in un luogo estremo oltre il Circolo polare artico: “Ha voluto uccidere la prova che la Russia può essere diversa“.
In questi anni, racconta, “sono sempre stata accanto ad Aleksej, e ne sono stata felice. Ma adesso voglio stare al fianco vostro, perché so che avete perso tanto quanto ho perso io. Aleksej è stato ucciso in prigione dopo essere stato torturato e tormentato per tre anni”. Passa poi a ricordare le innominabile ristrettezze a cui era costretto, privato persino della possibilità di scrivere una lettera ai figli. Ciononostante, non aveva mai smesso di tirare gli altri su di morale. “Mio marito era indistruttibile e per questo Putin lo ha ucciso. Vigliaccamente, senza mai guardarlo in faccio o pronunciare il suo nome”.
“Noi sappiamo perfettamente perché Putin ha ucciso Aleksej tre giorni fa, ve lo diremo presto- promette-. Scopriremo esattamente chi e come ha compiuto questo crimine. La cosa più importante che possiamo fare per Aleksej è combattere“.
Yulia Navalnaja risponde poi a chi si interroga sul perché sia tornato in Russia dopo il primo tentativo di avvelenamento per cui venne salvato in Germania: “Perché amava la Russia più di qualsiasi cosa la mondo”, la sua risposta, e spiega che ne raccoglierà l’eredità: “La forza la troveremo in lui. Continuerò il lavoro di Aleksej Navalny. Continuerò a lottare per il nostro Paese. E vi incoraggio a stare dalla mia parte”. Infine, cita il marito: “Non è una colpa fare poco, è una colpa non fare nulla, è una colpa lasciarsi spaventare”.
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La vedova di Navalny oggi incontra i ministri degli Esteri Ue mentre è ancora vietato l’accesso alla salma. Il portavoce: le autorità russe prolungano le indagini. Sul corpo trovati lividi compatibili con le convulsioni. Borrell: sanzioni Ue sui diritti umani rinominate in suo onore. Oggi si svolgerà la fiaccolata bipartisan a Roma.
Secondo il giornale Novaya Gazeta Europe, il corpo di Alexei Navalny potrebbe trovarsi nell’ospedale distrettuale della città di Salekhard, nell’estremo nord della Siberia. L’autopsia fino a sabato non era stata ancora eseguita, riferisce il periodico indipendente, aggiungendo che, apparentemente, il corpo di Navalny presenterebbe diversi lividi, di cui uno sul petto.
Novaya Gazeta cita un dipendente paramedico anonimo del servizio di emergenza secondo cui i lividi indicano che Navalny avrebbe avuto delle convulsioni prima della sua morte. Il livido sul petto indicherebbe che sono stati effettivamente effettuati tentativi di rianimazione. Tuttavia, l’informatore non sarebbe un testimone oculare, ma avrebbe riportato descrizioni fatte da altri.
Ancora non si hanno notizie certe su dove si trovi il corpo di Navalny e la famiglia non sa quando le sarà restituito. La cause del decesso è stato definita “sindrome da morte improvvisa”, anche se altre fonti dal carcere avevano parlato in un primo momento di embolia. Per la sua portavoce e per la famiglia si tratta in ogni caso di “assassinio di Stato”.
Il quotidiano tedesco Bild sostiene che l’oppositore russo sia morto “forse poco prima di una sua possibile liberazione” nell’ambito di uno “scambio di detenuti” tra Usa, Russia e Germania. “Secondo la Bild, era in programma uno scambio di prigionieri tra Mosca, Washington e Berlino. Putin voleva riavere l”assassino di Tiergarten’, un agente che aveva sparato a un oppositore del regime a Berlino nel 2019. Lo ha persino accennato pubblicamente in un’intervista con Tucker Carlson. Si parlava della possibilità che Putin, in cambio, rilasciasse Navalny”, il giornale non fornisce ulteriori dettagli.
La tesi di Bild, tutta da confermare, sarebbe in contrasto con la ricostruzione del team di Navalny, che ieri ha accusato apertamente le autorità di Mosca di avere commesso “un omicidio pianificato”.
Sono circa 400 – secondo la ong Ovd-Info, che si occupa dell’assistenza legale ai detenuti – i cittadini fermati durante manifestazioni di cordoglio svoltesi negli ultimi tre giorni in oltre 30 città russe. Di questi, circa 130 sono già stati rilasciati senza essere incriminati. Anche oggi molti moscoviti si sono messi in fila per lasciare omaggi floreali ai piedi del Muro del Dolore, un monumento dedicato alle vittime della repressione sovietica. La polizia si è limitata a transennare la piazza per regolare l’accesso, controllando borse e zaini di chi voleva avvicinarsi al monumento.
“Le sue parole – ha proseguito il vicepremier – aiuteranno tutti noi europei a comprendere ancora meglio quale tipo di violento sistema dobbiamo fronteggiare e arginare in Ucraina. Ci farà sentire quale minaccia pesa sui cittadini russi e su ogni regione della nostra Europa, un continente in cui violenza, brutalità, guerra sono state riportate in maniera vergognosa e irresponsabile”.
“Il governo italiano rimarrà impegnato nella difesa dell’Ucraina e dei suoi cittadini; solo ieri abbiamo firmato nuovi accordi per le installazioni elettriche del Paese e continueremo l’assistenza alla difesa militare del Paese” ha concluso il titolare della Farnesina.
Sempre Tajani, ieri su Rai3: “Bisogna accertare la verità, direttamente o indirettamente il regime lo ha ucciso”
“Ho detto fin dall’inizio, bisogna accertare la verità” sulla sua morte, aveva sottolineato il ministro degli Esteri durante la trasmissione “Che sarà…”, su Rai3, ieri sera. Il titolare della diplomazia italiana ha specificato che “stava in un gulag vicino al Polo nord. Si può anche non uccidere una persona direttamente ma la si può anche far morire, che è la stessa cosa. Non lo so se lui è stato fatto morire per come era tenuto in carcere, ma comunque di fatto è stato ucciso, o direttamente o indirettamente il regime lo ha ucciso”.