Positivo al controllo a marzo, innocente cinque mesi dopo: il caso Sinner viene alla luce e suscita interrogativi”. La stampa estera attacca l’assoluzione del tennista altoatesino.
Così sul caso del tennista italiano numero uno del mondo L’Equipe, che apre il sito internet con il titolo “Affaire Sinner: una rivelazione tardiva e numerose domande”. Il quotidiano francese prosegue così: “L’Itia, incaricata dell’antidoping nel tennis ha annunciato martedì che l’italiano Jannik Sinner, numero 1 mondiale e recente vincitore del Masters 1000 di Cincinnati, era risultato positivo per due volte a marzo a uno steroide anabolizzante, prima di essere dichiarato innocente da un tribunale indipendente, Sports Resolution, secondo il quale non aveva alcuna colpa e non aveva commesso alcuna negligenza”.
L’Equipe parla di “un segreto ben custodito” mentre The Athletic, sul web della redazione sportiva del New York Times, titola “Jannik Sinner riceve una sanzione antidoping dopo dei test positivi al clostebol, una sostanza proibita. Un tribunale a seguito di un’indagine antidoping non ha riscontrato ‘colpa o negligenza’ da parte dell’italiano”.
Anche Marca si esprime sul caso riportando: “Fatture, uno spray e accuse di un trattamento di favore. La verità è venuta alla luce – Sinner è risultato positivo, ma non sarà squalificato”. Nell’altro titolo di spalla si legge: “Il tennis esplode dopo la doppia positività di Sinner. Bingo!” mentre all’interno prosegue: “Molti tennisti dubitano dell’equanimità del tribunale nel valutare la sanzione”.
LA VICENDA
Jannik Sinner, tennista numero 1 al mondo, è risultato positivo al test antidoping quattro mesi fa, in aprile, ma un’indagine indipendente della Tennis Integrity Agency (Itia), l’agenzia mondiale sul doping, ha fatto cadere le accuse contro di lui per un’”assunzione inconsapevole”. Il problema sarebbe stato causato da uno spray utilizzato dal fisioterapista. Lo fa sapere l’ufficio stampa del campione del tennis.
La sostanza individuata era un metabolita del Clostebol, uno steroide. Sinner non ha ricevuto alcuna squalifica, ma gli sono stati tolti 400 punti in classifica. Il controllo era avvenuto in occasione degli Indian Wells, quando il 23enne altoatesino è risultato positivo al metabolite del clostebolo in bassa concentrazione.
Come sottolinea su uno dei suoi siti web la Federazione Italiana Tennis e Padel (Fitp), “la leggerezza della sentenza fa comprendere l’insussistenza della colpa di Jannik, positivo a una sostanza contenuta in uno spray da banco utilizzato per trattare una piccola ferita. Lo è per la bassissima concentrazione, per l’inesistenza di effetti migliorativi delle prestazioni: fattori che la stessa ITIA ha accertato. Altrimenti in caso di colpa provata e di assunzione in concentrazioni elevate di sostanze migliorative della prestazione sarebbe arrivata una sospensione. Lo dimostra, ad esempio, il precedente di Maria Sharapova squalificata per quattro anni poi ridotti a due per aver continuato ad utilizzare il meldonium non essendo per sua leggerezza consapevole del fatto che era stata nel frattempo inserita nella lista delle sostanze proibite”.
Contro l’assoluzione potrebbero appellarsi sia la Wada, l’agenzia mondiale antidoping, sia Nado Italia, il suo corrispettivo a livello nazionale. L’Itia ha invece comunicato che non presenterà alcun ricorso. Sinner, che ha appena vinto a Cincinnati, conserva la sua posizione di numero 1 del mondo e parteciperà regolarmente allo US Open. Il tennista azzurro ha la certezza di restare in vetta alla classifica fino a Pechino e di superare Boris Becker per il numero di settimane da numero 1.
Jannik “accetta di perdere i punti ottenuti nel torneo di Indian Wells, dove è stato effettuato il test. Jannik Sinner riconosce l’importanza delle rigorose regole antidoping dell’ITIA per la protezione dello sport che ama”. Il tennista 23enne commenta così: “Metterò ora alle spalle questo periodo difficile e profondamente sfortunato. Continuerò a fare tutto il possibile per garantire di continuare a rispettare il programma anti-doping dell’ITIA e ho un team intorno a me che è meticoloso nella propria conformità”.
Mentre Jamie Singer di Onside Law, avvocato di Sinner, sottolinea: “Le regole anti-doping devono essere molto rigide per essere efficaci. Purtroppo la conseguenza sfortunata è che, occasionalmente, atleti completamente innocenti rimangono coinvolti in esse. Non c’è dubbio che Jannik sia innocente in questo caso. L’ITIA non ha contestato questo principio chiave. Tuttavia, secondo le regole di responsabilità oggettiva, Jannik è responsabile di ciò che è nel suo sistema, anche se del tutto ignaro di esso, come in questo caso eccezionale”.