“Il Governo ha deciso di escludere dalle deroghe al decreto legge Superbonus l’Emilia-Romagna: una discriminazione vergognosa, che ignora le richieste di sindaci e amministratori locali, anche di centrodestra, e che colpisce in particolare quelle famiglie, cittadine e cittadini che ancora oggi stanno completando la ricostruzione dei propri immobili e che vengono lasciati soli e nella disperazione, con un incomprensibile cambio in corsa delle norme”.
A dichiararlo il presidente della Regione, Stefano Bonaccini, a proposito delle modifiche al dl Superbonus che prevede la non applicazione dello stop allo sconto in fattura e alla cessione del credito nelle regioni del centro Italia colpite da terremoti negli ultimi anni: Abruzzo, Lazio, Marche e Umbria.
“La ricostruzione privata in Emilia– ricorda Bonaccini– è pressoché completata, ma non importa il numero delle persone coinvolte: stiamo parlando di chi ha dovuto rallentare i lavori per il caro materiali o per completare tutte le procedure richieste visto l’utilizzo di denaro pubblico, persone a cui il Governo volta le spalle. Solo in Emilia-Romagna”.
“Non abbandonare le aree terremotate è giusto e doveroso“, aggiunge Bonaccini. A maggior ragione, “è incomprensibile che da questa deroga vengano però esclusi i comuni del cratere dell’Emilia, seppur ormai ridotto. Lo sconcerto ci arriva in queste ore dai cittadini, dai sindaci di ogni colore politico, dalle associazioni di impresa. Mi stanno contattando increduli e indignati per la scelta del Governo. La nostra richiesta è che venga immediatamente modificato il provvedimento, riparando a quella che appare come una vera e propria discriminazione su base politica”.
“Non voglio credere sia così, ma sarebbe l’ennesima– prosegue Bonaccini- operata dal Governo verso questa regione, che si aggiunge alle mancate risposte che attendiamo ormai da 10 mesi sullo stanziamento dei fondi per la ricostruzione post alluvione in Romagna”.
“Si tratta di uno schiaffo– conclude Bonaccini- che punisce proprio chi ha lavorato senza lamentarsi, ma rimboccandosi le maniche per risollevare territori che furono drammaticamente colpiti con oltre 11 miliardi di danni e oggi vedono cresciuti i posti di lavoro, il numero di imprese e il Pil prodotto: è assolutamente inaccettabile”.