Ancora tanta confusione sotto il cielo delle concessioni balneari. L’Italia avrebbe raggiunto un accordo con l’Europa, ma Lega, Forza Italia e una parte di Fdi si schiera contro l’obbligo di gare previsto dal nuovo testo. Un punto su cui l’Europa non è disposta a trattare. Nell’ultima versione le proroghe saranno possibili anche fino a marzo 2028 in circostanze eccezionali.
L’accordo tra il governo italiano e la Commissione europea sul tema delle concessioni balneari sembra vicino: in base a quanto riportato, la bozza d’intesa prevederebbe l’obbligo di avviare nuove gare entro giugno del 2027. Ai Comuni sarebbe comunque garantita la possibilità di procedere in anticipo rispetto al termine fissato, come già sta avvenendo in alcune città. La trattativa – condotta dal ministro per gli Affari europei Raffaele Fitto – prevederebbe anche l’assenza di un diritto di prelazione in favore degli attuali concessionari e indennizzi a favore degli uscenti pagati dai subentranti. Se l’accordo sarà confermato, potrebbe essere inserito all’interno di un decreto atto a evitare la procedura d’infrazione europea sul tema. Ecco tutto quello che c’è da sapere sulle possibili novità in arrivo, stando alle notizie diffuse da vari media media.
Sembra essere stata trovata la quadra tra il governo italiano e la Commissione europea. In base a quanto riportato da diversi media, la bozza di accordo prevederebbe l’obbligo di avviare nuove gare entro giugno del 2027. Tuttavia non si tratterebbe di una data da attendere obbligatoriamente, ma solo di un termine ultimo: i Comuni infatti sarebbero liberi di bandire gare anche prima, come sta già avvenendo in alcune Regioni. Sul piatto il governo italiano sembra essere pronto a mettere non solo la proroga delle concessioni fino a metà 2027, ma anche alcune regole stringenti.
Tra le novità che potrebbero emergere dalla trattativa tra Roma e Bruxelles c’è l’assenza di un diritto di prelazione in favore degli attuali concessionari. Su questo punto però ci potrebbero essere risvolti delicati, anche perché nell’attuale maggioranza c’è chi ha ripetutamente promesso una soluzione indolore ai balneari.
Nella bozza d’accordo, inoltre, è previsto che possano esserci indennizzi in favore dei concessionari uscenti a carico di quelli subentranti. E ancora, riporta il Sole24Ore, le nuove concessioni potranno avere una durata variabile compresa tra i 5 e i 20 anni. Per ottenerle inoltre saranno valutate alcune caratteristiche, come l’esperienza professionale in attività comparabili, la quantità di personale che ci si impegna ad assumere dalla precedente gestione e penalizzazioni per chi detiene più di una licenza.
Nella bozza d’accordo è previsto che possano esserci indennizzi in favore dei concessionari uscenti a carico di quelli subentranti. E ancora, riporta il Sole24Ore, le nuove concessioni potranno avere una durata variabile compresa tra i 5 e i 20 anni. Per ottenerle inoltre saranno valutate alcune caratteristiche, come l’esperienza professionale in attività comparabili, la quantità di personale che ci si impegna ad assumere dalla precedente gestione e penalizzazioni per chi detiene più di una licenza.
Le concessioni balneari saranno prorogate fino al settembre 2027 ma in caso di ragioni oggettive che impediscono il completamento della procedura di gara possono essere ulteriormente rimandate al 31 marzo 2028.
È quanto prevede una bozza trapelata alla stampa del decreto contenente “Disposizioni urgenti in materia di concessioni demaniali marittime, lacuali e fluviali per finalità turistico-ricreative e sportive” in arrivo all’esame del Consiglio dei ministri.
Nel caso di un nuovo concessionario, quello uscente avrà “diritto al riconoscimento di un indennizzo a carico del concessionario subentrante”. L’indennizzo è “pari al valore degli investimenti effettuati e non ancora ammortizzati al termine della concessione, compresi gli investimenti effettuati in conseguenza di eventi calamitosi debitamente dichiarati dalle autorità competenti o in conseguenza di sopravvenuti obblighi di legge, al netto” di aiuti o sovvenzioni pubbliche, e “pari a quanto necessario per garantire al concessionario uscente un’equa remunerazione sugli investimenti effettuati negli ultimi cinque anni”. Quest’ammontare, si precisa, andrà stabilito sulla base dei criteri previsti con decreto del ministero delle Infrastrutture e dei trasporti, di concerto con il ministero dell’Economia e finanza, da adottare entro il 31 marzo 2025.
Quando la concessione balneare viene affidata ad un nuovo concessionario, l’ente concedente può ordinare al concessionario uscente, “in assenza di diversa previsione nell’atto concessorio e con provvedimento motivato” la demolizione a sue spese delle opere non amovibili autorizzate e realizzate in precedenza. Lo prevede la bozza del decreto legge balneari.
Le procedure di gara per le nuove concessioni balneari dovranno essere avviate “almeno sei mesi prima della scadenza” della concessione. Per la prima applicazione delle nuove norme l’avvio delle gare dovrà comunque scattare entro e non oltre il 30 giugno 2027. Per quanto riguarda la durata della concessione, si stabilisce che: non sia “inferiore ai cinque anni e non superiore ai venti anni”.
“Entro il 31 luglio 2027” il ministro delle Infrastrutture e dei trasporti dovrà trasmette alle Camere una relazione sullo “stato delle procedure selettive al 30 giugno 2027, evidenziando in particolare l’esito delle procedure concluse e, per quelle non concluse, le ragioni che ne abbiano eventualmente impedito la conclusione”. Inoltre il ministro dovrà anche trasmettere alle Camere, “entro il 30 giugno 2028”, una relazione finale sulla “conclusione delle procedure selettive sul territorio nazionale”.
La messa all’asta delle concessioni balneari è prevista dalla direttiva “Bolkenstein” dell’Unione europea (2006) e l’Italia è sotto procedura di infrazione dal dicembre 2020.
L’Antitrust alcuni giorni fa era scesa ancora in campo contro le proroghe delle concessioni balneari.Lo aveva già fatto in passato, più volte, con pareri motivati ai singoli comuni e rivolgendosi anche direttamente al Parlamento. Ora, in pieno agosto, a tre giorni dalla prima serrata degli ombrelloni, lo fa con un richiamo più preciso e forte: una segnalazione allargata a tutta l’Anci e alla conferenza Stato-Regioni con l’obiettivo di mettere la parola fine alle violazioni della concorrenza e agli effetti “distorsivi” dei rinnovi automatici. Quello che gli enti concedenti devono fare, afferma il garante, è avviare rapidamente le procedure di gara, in modo da assegnare i nuovi bandi entro la fine di quest’anno.
L’Autorità parte da alcuni assunti di base e manda messaggi anche al Governo che sul tema è alle prese ormai da tempo per cercare una soluzione di compromesso tra la normativa europea – per la quale l’Italia è già in procedura di infrazione – e le richieste delle associazioni dei balneari. Innanzitutto, prima ancora dei risultati dell’attesa mappatura a cui punta l’esecutivo, l’Antitrust afferma senza dubbi, grazie anche alle conclusioni del Consiglio di Stato, che la risorsa demaniale – in pratica le spiagge – è scarsa, in alcuni casi anzi inesistente per i nuovi potenziali entranti nel mercato.
Terzo, anche nel caso in cui si volesse applicare la legge italiana, le motivazioni dei casi eccezionali a cui sono ricorse molte località turistiche per rinnovare i contratti esistenti non rispettano la normativa. La segnalazione spiega cioè che in molte occasioni gli argomenti degli enti a sostegno della proroga sono apparsi “infondati”. La legge infatti “circoscrive la possibilità di differire ulteriormente la durata delle concessioni a ipotesi del tutto eccezionali connesse a specifiche circostanze che impediscono la conclusione della procedura selettiva. Affinché la norma possa trovare applicazione, dunque – sottolinea l’Antitrust – è necessario che la procedura selettiva sia stata avviata e che sussistano ragioni oggettive che ne impediscono la conclusione”.
Ma “in nessuno” dei casi esaminati dall’Autorità le amministrazioni concedenti avevano avviato una procedura selettiva per l’assegnazione delle concessioni. Tanto basta per il richiamo agli enti locali.