Crolli in Borsa dei I titoli del gruppo Stellantis che hanno perso il 14,01% a 12,51 euro (e il 12,62% a Parigi) dopo la nota di previsione che prepara gli investitori alle cattive notizie, come il mancato raggiungimento degli obiettivi sui risultati del 2024. È la prima volta da ottobre 2022 che le quotazioni scendono sotto la soglia dei 13 euro per azione.
l’ipotesi come Volkswagen, Mercedes e Bmw e conferma il momento difficile per il settore automobilistico. È dunque una tempesta perfetta quella che si è abbattuta sulle case automobilistiche europee, strette tra il calo della domanda in Cina e il progressivo deterioramento del quadro macroeconomico, mentre si avvicina l’obiettivo Ue della riduzione delle emissioni al 2035 e la decisione finale di novembre del Consiglio europeo sui dazi alle auto cinesi. Stellantis ha “rivisto la stima dei risultati del 2024 a fronte dei problemi di performance in Nord America così come il deterioramento nelle dinamiche globali del settore”. Nella foto, Tavares (Stellantis) e De Meo (Renault)
Dal punto di vista gestionale, Stellantis “ha accelerato il piano di normalizzazione dei livelli di stock negli Stati Uniti con l’obiettivo di non più di 330mila unità in giacenza entro la fine del 2024 rispetto al precedente termine del primo trimestre 2025”. Le azioni “includono una riduzione delle consegne di più di 200mila veicoli nel secondo semestre del 2024 (un incremento rispetto alla riduzione di 100mila riflessa nella precedente guidance) rispetto allo stesso periodo dello scorso anno, un aumento degli incentivi sui modelli del 2024 e degli anni precedenti e iniziative di incremento della produttività che contemplano aggiustamenti sia sui costi che sulla capacità produttiva”.
Il deterioramento nelle condizioni globali del settore, inoltre, “si traduce in una previsione di mercato per il 2024 a un livello inferiore rispetto all’inizio dell’anno mentre le dinamiche competitive si sono intensificate per effetto sia della maggiore offerta sia dell’accresciuta concorrenza cinese”.
Il gruppo “continuerà a far leva ed espandere i propri differenziatori competitivi ed è convinto che le azioni di recupero poste in essere si tradurranno in performance operative e finanziarie più robuste nel 2025 e oltre“.
“Una gestione arrogante e disastrosa quella di Stellantis caratterizzata da perdite, mancanza di trasparenza, impianti chiusi e pochi investimenti di prodotto. Tutte le forze politiche di opposizione hanno ribadito venerdì la necessità che Elkann e/o Tavares vengano in Parlamento a spiegare cosa sta accadendo in Italia. L’assenza di risposta da parte di Stellantis a una richiesta mandata da mesi dimostra un’inaccettabile protervia e mancanza di rispetto per le istituzioni”. Lo scrive su X il segretario di Azione, Carlo Calenda.
Nel frattempo, tornano a circolare voci su una possibile fusione tra i colossi automobilistici Renault e Stellantis, nonostante le precedenti smentite ufficiali. Il deterioramento del contesto operativo e la crisi del settore in Europa hanno riacceso l’interesse per questa operazione di portata mastodontica, che solleva però preoccupazioni per le sue potenziali ripercussioni sociali e occupazionali.
Luca de Meo – CEO di Renault e presidente dell’Acea, l’Associazione dei costruttori europei di automobili, nonché ex braccio destro di Sergio Marchionne e padre della 500 Fiat – ha più volte sottolineato la necessità di una maggiore collaborazione tra i costruttori, suggerendo la creazione di un consorzio paneuropeo per ridurre i costi e rendere sostenibile la produzione di piccole auto elettriche.
Il 15 ottobre, al Salone dell’Auto di Parigi, è prevista una tavola rotonda che vedrà la partecipazione di De Meo, Carlos Tavares (CEO di Stellantis) e Oliver Zipse (CEO di BMW). Un evento che sta alimentando speculazioni su una possibile “mega alleanza”, ma potrebbe anche servire come piattaforma per discutere le sfide attuali del settore e proporre soluzioni per rivitalizzare l’industria automobilistica europea.