(professionereporter.eu) — Vertenza durissima nei giornali del presidente degli Editori italiani, Andrea Riffeser Monti. L’Azienda ha chiesto ai giornalisti di autoridursi lo stipendio e l’assemblea di tutte le redazioni del Gruppo ha proclamato lo sciopero attuato sabato 19 ottobre.
Il Coordinamento dei Cdr dell’Editoriale Nazionale (Qn, Quotidiano.net, La Nazione, Il Giorno, il Resto del Carlino e Luce!) afferma che c’è stata adesione “pressoché totale” dei giornalisti allo sciopero. L’Editore Riffeser ha definito “inaccettabile, incomprensibile e provocatorio” il comportamento dei Comitati di redazione.
Lo sciopero era stato votato dall’assemblea di tutti i giornalisti del Gruppo, dopo la presentazione del nuovo piano di tagli previsto per il 2025, anno nel quale non sono disponibili ammortizzatori sociali. L’Editore ha proposto ai giornalisti un’autoriduzione dello stipendio (3 giorni a testa di permesso non retribuito al mese per tutto il 2025), per ottenere un risparmio di 2 milioni e mezzo sul costo del lavoro. I giornalisti hanno considerata la proposta “offensiva e fuori dal Contratto nazionale di lavoro”.
I Cdr hanno spiegato che un simile piano presentato dall’Azienda di proprietà del Presidente Fieg avrebbe potuto creare un precedente pericoloso a livello nazionale.
L’assemblea, di contro, ha esposto una serie di drammatici problemi organizzativi. Il Gruppo di Riffeser dal 2012 ha in essere quasi ininterrottamente piani di crisi (cassa integrazione o solidarietà e prepensionamenti) che hanno eroso le buste paga, che hanno visto una riduzione in organico di 56 giornalisti dal 2020 al 2023 e 18 nel solo 2024 e che hanno portato alla chiusura di redazioni dalla Lombardia alle Marche, dall’Emilia-Romagna alla Toscana, dal Veneto all’Umbria. A questo si aggiunge un’emorragia di copie e nessun piano editoriale di rilancio.
L’assemblea rivolge ad azienda e direzione alcune domande: quali strategie ci sono per il futuro? Perché nonostante i siti internet abbiano un robusto traffico di lettori i manager, profumatamente pagati da anni, non riescono ad aumentare i ricavi pubblicitari dal digitale e a creare una App per i portali? Perché, se i conti non tornano, vengono chiesti solo e soltanto sacrifici alla redazione e non a chi ha responsabilità, a partire dall’amministratore delegato? Perché il giornale continua a essere pieno di articoli firmati da pensionati (alcuni dei quali si spacciano per inviati)? Perché continuano i disastri nella stampa e nella diffusione dei quotidiani?
Venerdì 18 l’Editore Riffeser aveva proposto un incontro con tutta la redazione per provare a congelare lo sciopero. Il Cdr ha detto no “perché nessuno si fida più di chi pensa solo a tagliare e le parole al vento o le promesse vane servono solo per alimentare ulteriori tensioni”.
Alcun provvedimento -ha scritto Riffeser in una nota – è stato intrapreso unilateralmente dall’azienda, sempre disponibile a trattare, come in passato, sugli interventi da porre in essere per arginare la crisi, con grande rispetto e spirito di collaborazione con la parte sindacale. Adesso, dopo lo sciopero – ontinua Riffeser– “non possiamo fare altro che intraprendere un percorso non condiviso, stante la sensazione che questa agitazione sia l’ennesima provocazione da parte del sindacato, che non possiamo che ritenere abbia ben altri fini che quelli della continhhhIl Coordinamento dei Cdr chiede ai giornalisti di attenersi da ora in poi alle ore di lavoro definite dal Contratto di lavoro, di non aumentare i servizi extra per il web e la carta, di non fare straordinari (anche perché non pagati); infine si rende disponibile, nei tempi e nei modi che riterrà più opportuni, a confrontarsi nuovamente con l’Azienda sul futuro, partendo dal presupposto che “ogni proposta deve essere conforme alle regole e soprattutto rispettosa di una redazione che ha sempre fatto di tutto per portare in edicola e su internet una informazione di altissima qualità”.